All'assemblea di Assindustria di lunedì l'esercizio di rifiutare qualsiasi responsabilità
Martedi 19 Giugno 2012 alle 20:49 | 0 commenti
Ho letto qualcosa sull'assemblea di Assindustria di ieri. Le dichiarazioni di comprensione verso chi porta il lavoro all'estero sono quanto di meno "patriottico" ci possa essere. Anche la presunta "ostilità " nei confronti delle imprese è una lamentela vecchia, un esercizio di rifiutare qualsiasi responsabilità . Forse è, in parte, vero che la burocrazia rende difficile qualsiasi cosa ma che dire dell'evasione fiscale? Nella nostra provincia gli esempi di corruzione, evasione, elusione, trasferimento di soldi all'estero, delocalizzazione selvaggia, lavoro nero ecc. ecc. sono sotto gli occhi di tutti.
E chi è implicato in questi "traffici" non sono certo né i lavoratori, né i pensionati, né i giovani. Ho letto alcuni articoli sull'assemblea di ieri ma non ho trovato neppure un rigo (o un accenno) ai recenti scandali della concia e ai processi che hanno visto condannati anche "grandi imprenditori"
vicentini.
Sarebbe anche ora di finirla con le fughe dalle responsabilità . Chi delocalizza lo fa perché gli conviene e non perché è costretto a farlo. Lo fa perché guadagna di più. L'ha sempre fatto. Sono anni che le delocalizzazioni hanno comportato il declino industriale del territorio. Tanti anni fa i colleghi di quelli che oggi "giustificano" chi porta il lavoro fuori dal nord-est dicevano che le delocalizzazioni erano "ineludibili". Si dovevano fare per poter "restare sul mercato". Intendevano "per poter guadagnare di più". Il risultato è che oggi il lavoro non c'è e che chi ha delocalizzato non è diventato povero, anzi. Sono i lavoratori che hanno perso il lavoro, quelli che sono in mobilità o in cassa integrazione che si sono impoveriti. Quelli che "comprendono", che "capiscono" chi fugge dal paese portando via lavoro e denari, soffrono molto meno e, soprattutto, non hanno il problema di come riuscire a far vivere in maniera decorosa la propria famiglia. Ma lorsignori "giustificano" tutto e tutti quelli che appartengono alla loro agiata "classe". Alla loro casta. E si lamentano perché vorrebbero di più. Vorrebbero poter licenziare più facilmente. Vorrebbero avere meno regole. Anzi, non le vorrebbero affatto.
E allora, chi sono i veri patrioti? E chi dovrebbe dirigere il paese? I lavoratori che fanno i sacrifici o gli "imprenditori" che scappano all'estero per il loro profitto individuale?
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