Ascoli-Vicenza 2-0, il Lane perde ancora: le pagelline
Martedi 20 Settembre 2016 alle 23:55 | 0 commenti
Ascoli - Vicenza 2-0 (p.t. 1-0) LA PARTITA. Dopo la partita di Ferrara qualcuno si era chiesto: "Si può giocare peggio di così?" la risposta arriva da Ascoli ed è purtroppo affermativa. Il Vicenza perde al Del Duca ben oltre il risultato, dopo un primo tempo orribile ed una ripresa non molto migliore. Squadra irriconoscibile, rispetto a quella tanto ammirata in quel di Salerno, con una serie di prove individuali a luci rosse. L'Ascoli non vinceva in casa dallo scorso 9 aprile. Dopo cinque mesi di digiuno ci voleva un Lane così brutto per riconsegnare il segno 1 ai marchigiani. Peccato per i tifosi berci arrivati all'Ascoli, specie per le tre belle ragazze biancorosse, unica nota lieta in una serata che sarà difficile dimenticare.
LE PAGELLINE
BENUSSI 6: commette una gravissima ingenuità in apertura di gara, rischiando di consegnare a Cacia il più grosso dei regali. Per il resto fa il suo, salvando ancora sul bomber al 64' ed effettuando un buon intervento dieci minuti dopo. Quasi quasi, riesce a parare il rigore del 2-0, meritandosi in fondo una delle poche sufficienze della giornata.
PUCINO 4: c'è da chiedersi che tipo di giocatore sia. In copertura soffre spaventosamente la verve di Orsolini, che lo salta a raffica senza che lui trovi le contromisure. A sostegno dell'attacco non si vede mai e, quando fa capolino, è per mettere al centro palloni sbilenchi, come all'88'. Alla fine non ne ha più nemmeno per rientrare dopo i timidi tentativi di avanzata. Resta da capire quando e dove abbia fatto tanta fatica...
BOGDAN 5: sbaglia più volte (come al 17' e soprattutto al 44') ma mette anche alcune pezze fondamentali, come quando salva sulla linea di porta l'iniziativa di Gatto. Pecca di inesperienza e non sempre può compensare i limiti tecnici con la forza fisica e la velocità . Merita di essere atteso nella sua maturazione. Il quesito è: il Lane può permetterselo?
ADEJO 6-: non disputa una gara infame, combattendo con un vecchio marpione come Cacia senza sfigurare. Inoltre, nell'azione che costa il raddoppio e il rosso che lo manda anzitempo negli spogliatoi, non pare essere l'unico peccatore. Resta però il fatto che nella progressione verso rete Gatto sembra un Freccia Bianca e lui un accelerato di terza classe.
ZACCARDO 6: è uno dei pochi che non esce dal campo troppo umiliato. Soffre, è vero, molte accelerazioni di Gatto e l'intraprendenza di Cassata, ma se la cava sovente grazie al mestiere e al colpo d'occhio. Suo l'unico tiro (di testa) nello specchio della porta di Lanni. Alla fine va a fare il centrale in inferiorità numerica e tiene immutato lo svantaggio.
SIEGA 5: un primo tempo che lo fa sembrare il "Kagemusha" rispetto all'ottimo giocatore visto con la Spal, insinuando il dubbio che si sia trattato di un improvviso raggio di sole in una stagione bigia. Nella ripresa cresce un po' sul piano qualitativo e, senza incantare, si merita una sottolineatura con la penna rossa e non blu...
RIZZO 4: disastroso. Non trova mai una posizione decente in campo e colleziona una serie di errori di misura da fucilazione alla schiena. I centrocampisti di casa gli frullano attorno come diavoli scatenati e lui, stavolta, non riesce nemmeno a metterla sul piano dello scontro fisico. Così, quando esce per infortunio, è una liberazione per i tifosi biancorossi, ma probabilmente anche per lui.
SIGNORI 6-: sufficienza stiracchiata, portata a casa giusto per essere stato il meno peggio nella zona nevralgica del campo. Cerca di tamponare e di cucire: non gli riesce né l'una cosa nell'altra. Così si guadagna la pagnotta inanellando chilometri su chilometri, generosamente e senza risparmiarsi, ma anche con pochissimo costrutto.
VITA 4-: un primo tempo inguardabile. Nulla che abbia ricordato alla lontana il bravo esterno di fascia che abbiamo imparato a conoscere. Prima, al 23', un pasticcio quasi suicida rimediato da Signori, poi, perseverando diabolicamente, un altro pallone regalato, stavolta a Mignarelli, che innesca Cacia per il cross decisivo. Ma i primi 45' sono tutti un errore dopo l'altro. L'allenatore lo cambia per disperazione.
GALANO 4,5: transita per la partita come un fantasma, senza mai far paura ad Aglietti e compagnia. Dovrebbe essere il guastatore tra le linee ed invece traccheggia senza costrutto e senza pungere. Quel che cava dai suoi 90' sono un tiro in curva nel primo tempo, un paio di punizioni sprecate e un gol divorato al 47', per fortuna in posizione di off side. Pochissimo per l'uomo che dovrebbe fare la differenza.
RAICEVIC 3: dispiace scrivere un voto così penalizzante ma l'evidenza dei fatti va oltre le interpretazioni. Filip non ne becca mezza, facendoci rimpiangere persino l'attaccante stitico della seconda metà del campionato scorso. Non punge, non tiene palla, con prende i cross alti. A tratti fa persino pena vederlo gironzolare nella metà campo ascolana con l'aria dimessa di quello che non riesce nemmeno a rendersi conto di quel che gli succede attorno. A questo punto, un problema grosso come una casa, per il Vicenza.
CERNIGOI 5: fa meglio del compagno che sostituisce, ma ci vuol poco. Nella mezza gara che disputa si vede poco e senza entusiasmare. Mai un tentativo serio verso lo specchio della porta. Lo salva l'età e l'essere entrato in un match per molti versi indirizzato verso un finale scontato.
FABINHO 4,5: la condizione fisica cessa di essere un alibi. Viene chiamato in campo per affettare la difesa bianconera e invece ci sbatte contro con una regolarità disarmante. Anche lui dovrebbe rappresentare, nelle idee della dirigenza, un'arma in più da gettare in campo quando la mischia lo richiede. Al Del Duca si è vista un'arma spuntata...
BELLOMO 5: certo non si poteva pretendere che fosse lui, sul 2-0, a cambiare le sorti di un incontro ormai compromesso. Quel che si cercava, però, era un qualche segnale incoraggiante per il futuro: un lancio illuminante, una giocata fosforica, qualche geometria in verticale. Nulla di tutto questo, solo giocate scolastiche e qualche palla persa malamente. Alla prossima.
LERDA 4,5: stavolta perde la partita in modo inequivocabile e senza scusanti. Nel primo tempo il tecnico non solo non riesce a trovare il bandolo della matassa dal punto di vista tattico ma nemmeno a trasmettere a giocatori la giusta grinta per controbattere l'esuberanza dell'Ascoli. Il dato numerico parla chiaro: l'Ascoli tira nello specchio della porta ben 11 volte, mentre il Vicenza risponde solo con l'innocua zuccata di un difensore. I biancorossi escono così battuti per 2-0 e paradossalmente la nota positiva è che la spedizione in terra marchigiana non si sia conclusa con una goleada al passivo...
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