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Aperture domenicali, Marin (Filcams): ne bastano 8 all'anno, diciamo no a 20!

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 8 Ottobre 2011 alle 17:07 | 0 commenti

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Filcams Cgil Vicenza  -  Intervento di Umberto Marin, segretario generale della FILCAMS di Vicenza e provincia: "Dopo la previsione nella Manovra Economica della totale liberalizzazione degli orari di apertura nel commercio, proposta dal Ministro Brambilla stoppata da un emendamento approvato in Commissione Bilancio, nei giorni scorsi, l'Assessore della Regione Veneto Isi Coppola ha presentato alle Associazioni Datoriali la proposta di Legge Regionale, senza convocare le Organizzazioni Sindacali.

E' evidente che tale percorso è stato dettato, peraltro pubblicamente, dalla ricchissima associazione della Grande Distribuzione privata, la Federdistribuzione associata a Confcommercio che non demorde e porta da un tavolo all'altro le sue insistenti proposte..
La nuova proposta della Giunta Regionale prevede di portare le aperture domenicali, fuori dai centri storici, dalle attuali 8 domeniche più dicembre alle 20 domeniche più dicembre che rappresenterebbe più di un sostanziale raddoppio nel merito del quale osserviamo una serie di punti:
1) le maggiori aperture domenicali non produrrebbero una aggiunta di occupazione ma solo un utilizzo più precario e flessibile di quella che c'è; su di essa infatti si scaricherebbero le contraddizioni di una nuova organizzazione del lavoro che penalizzerebbe ulteriormente la qualità della vita dei lavoratori e delle Lavoratrici, spesso inviati in Comuni diversi dalle abituali località di lavoro, a seguito di riorganizzazioni già avvenute diminuendo il personale occupato e aumentando i carichi di lavoro e, poi, ricordiamo che il personale dipendente è prevalentemente femminile, già oggi impegnato con orari impossibili, spesso a part-time flessibile e magri salari. e ora, anche di domenica, (non bastavano le 12 già previste, raddoppiano) non potrebbe dedicarsi alla cura dei figli e della famiglia, anche questi ruoli importanti in una società moderna, ma forse questo non trova posto in una società in cui il consumismo travalica i normali confini.
2) Non solo il Sindacato è contrario a tale liberalizzazione ma anche le Associazioni datoriali più rappresentative che, sentite, manifestano il loro dissenso; infatti la proposta di maggiori aperture premierebbe solo la grande distribuzione, che è in grado di organizzarsi, a scapito dei piccoli negozi a gestione familiare e/o con pochi dipendenti che non riuscirebbero a garantire le aperture previste;
3) In un determinato bacino territoriale non è detto che la gente spenda di più se si offrono maggiori aperture, i soldi infatti che girano sono sempre quelli, anzi in questo periodo i fatturati hanno subito una pesante contrazione, proprio a causa della minore disponibilità economica a causa della crisi e della contrazione dei salari e dell'aumento dei prezzi cagionata da aumenti dell'IVA e dalla speculazione aggiuntiva; ragione per cui se si spenderà di più nei centri commerciali vuol dire che altri negozi saranno costretti a chiudere e in altri casi molte aziende si troveranno nella condizione di non trovare vantaggiosa la nuova norma valutando gli afflussi della clientela, il fatturato e le spese da sostenere nel complesso;
4) La proposta creerebbe ulteriori difficoltà alle iniziative dei Comuni, intenti a rivitalizzare i centri storici, per la conseguente minor affluenza della popolazione che si sposterebbe in parte da altre parti, soprattutto nella nostra città ove non ci sono Centri Commerciali in Città ma tutti nella immediata periferia.
Come Sindacato riteniamo più opportuno discutere la norma della aperture dominicali dentro l'impianto della nuova Legge Quadro Regionale del commercio che dovrà disciplinare in modo più puntuale ed aggiornato l'intero comparto e poi nei tavoli Comunali a seconda delle necessità del territorio, sia esso turistico, Città d'Arte o no e non secondo l'Albo della Regione Veneto, ma secondo la realtà del vissuto e delle presenze turistiche..
Riteniamo che il segnale lanciato dalla Regione Veneto convocando solo le Associazioni Datoriali e non le Organizzazioni Sindacali dei Lavoratori assolutamente negativo, la Società non è fatta solo di aziende, anche in momenti di crisi, ma è fatta da cittadini; siamo disponibili anche a contribuire al miglioramento del testo in questione e chiederemo congiuntamente alle Associazioni datoriali del commercio un incontro per approfondire il tema e ricercare le condizioni per iniziative comuni. Nel frattempo avvieremo iniziative, anche informative, tra i Lavoratori e le Lavoratrici e abbiamo chiesto a livello regionale un incontro urgente con il Presidente del Consiglio Regionale e con i capigruppo consiliari per esporre le nostre ragioni visto che l'assessore non ha ritento opportuno incontrarci.
Valuteremo, perciò, monitorando la situazione anche iniziative di mobilitazione e di lotta per poter far valere le ragione dei Lavoratori e delle Lavoratrici del Commercio".


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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