Giulio Antonacci accusato di voler scrivere: il diritto di replica VicenzaPiù glielo da
Lunedi 23 Luglio 2012 alle 13:55 | 0 commenti
Praticamente da quando è stato "dimissionato" dalla direzione de Il Giornale di Vicenza monta in città e in scuri salotti una polemica sotterranea, ma non troppo, accompagnata da poco velate minacce rivolte a Giulio Antonacci. La polemica e le minacce ("se scrivi noi ...") nascono da due sue possibili "operazioni": la pubblicazione di un libro che ricorda il suo periodo come direttore del giornale monopolisticamente leader dell'informazione/disinformazione vicentina e il possibile lancio di un nuovo giornale da lui diretto.
I ricordi/documenti della sua direzione in nome e per conto, oltre che della sua professione, anche dell'editore, Confindustria Vicenza, e dei suoi referenti e i possibili nuovi articoli della nuova iniziativa editoriale sono presi di mira dagli accusatori perchè riaffiorerebbero, i ricordi, e nascerebbe, la nuova testata, per tutelare vecchi padroni e inconfessabili loro interessi. Ho deciso di fare fino in fondo il mio dovere di giornalista: chiedere e riferire per, solo dopo, valutare e commentare. Ho contattato ancora più spesso in questo periodo, quindi, Giulio Antonacci e ho ascoltato l'ultima sua obiezione a "confessarsi" fatta, dice lui, a mia tutela ... "Diranno che sei d'accordo con me", mi ha detto l'omonimo di Cesare, ucciso da Bruto, e di Andreotti, l'immortale. Cosa gli ho risposto? "Me ne frego!". Quello che mi fa amare, da (vecchio) neofita, questa professione è, infatti, che per poterla fare bene, per i lettori cioè, bisogna rispondere così a ogni timore sulle altrui supposizioni. Dopo il "me ne frego" l'autore del libro di memorie dei retroscena dei suoi anni al GdV e il possibile futuro concorrente di VicenzaPiù, Giulio Antonacci, mi ha concesso una lunga intervista. Se sarà succosa lo scoprirete mano a mano che la pubblicherò qui e su VicenzaPiù, in Più puntate, non senza aver prima verificato puntualmente i miei appunti con la registrazione che ne ho fatto, Antonacci consenziente. Alla fine di questo lavoro se avrò dato notizie, e non fatto solo anonime o pseudonime illazioni, avrò svolto il compito che si dà ogni serio giornalista. Poi ognuno, me incluso, sarà libero di fare le proprie valutazioni o controbattere con altre notizie e con diversi fatti. E chissà che alla fine non raggiungerò il mio poco inconscio, personalissimo, obiettivo aggiuntivo: far capire che le notizie vanno sempre date, ma che l'accusato deve avere il diritto alla parola e alla difesa, almeno come in tribunale, se i giornali non vogliono diventare loro stessi tribunali, mediatici e giustizialisti (vero Antonacci & c.?). A domani per leggere qui le prime smentite o conferme di Giulio Antonacci. Accusato, per ora, solo di voler scrivere.
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