Animalisti sequestrano e maltrattano a morte gli animali, poi li sfruttano per propaganda
Lunedi 8 Novembre 2010 alle 09:20 | non commentabile
Federfauna - "Animali morti in avanzato stato di decomposizione, altri ancora vivi all'interno delle loro stesse feci, senza riscaldamento ne' mangime ne' acqua, in un bagno sudicio: cosi' li tenevano gli animalisti". Questo il raccapricciante riassunto della lettera inviata a FederFauna da D.Z. e R.S.S., due commercianti campani (Aversa) ai quali quegli animali erano stati sequestrati il 26 settembre durante una fiera a Trentola Ducenta.
Il sequestro era stato effettuato, come al solito con grande clamore, dalle guardie zoofile della LIDA, associazione animalista che, si legge nel sito, "ha partecipato nel 1978 a Bruxelles e poi a Parigi presso la sede dell'UNESCO alla proclamazione della dichiarazione universale dei diritti dell'animale". Allora un comunicato recitava: "La fauna e' stata sottoposta a sequestro, fra l'altro, perche' detenuta in condizioni ed in contenitori e teche incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze, senza acqua ne' cibo e a diretto contatto con il pubblico". Non deve pero' averla pensata cosi' il Tribunale che, raccontano i due operatori, ha ordinato il dissequestro, avvenuto sabato 6 novembre. I due raccontano di essersi recati, accompagnati da due ufficiali di PG e da un medico veterinario esperto di animali esotici, presso quella che sembra essere la "sede principale del nucleo guardie zoofile di Aversa": "una officina di auto e ricambi". E' li', dentro ad "un gabinetto per uso umano", che i due avrebbero ritrovato le loro tartarughe. Altri rettili, invece, sarebbero stati "all'interno di un garage nel quale vi era parcheggiata un fiat 500 e tutt'intorno teche e terrari nei quali vi erano gli animali sottoposti a sequestro (...) sporchi ed in condizioni indecenti senza riscaldamento ne' mangime ne' acqua". Altri animali, tra i quali una Genetta Pardina, morti in un frigorifero. D.Z. racconta di non essere riuscito a trattenere le lacrime: "l'animale era in avanzato stato di decomposizione e un cartello affisso sulla sua gabbia diceva: Sono in questo stato per colpa dei bracconieri!!! Meno male che ci sono le guardie zoofile di Aversa che mi ospitano dignitosamente e si prendono cura di me con rispetto e dedizione!!!". Cio' fa presupporre che l'animale, che di bracconieri non ne aveva mai visti, si fosse ammalato dopo il sequestro e che fosse sopravvissuto per parecchio tempo in cattive condizioni ma comunque sfruttato per fare "propaganda animalista". A quel punto gli Ufficiali avrebbero chiamato l'Asl di competenza che oggi dovrebbe provvedere alla chiusura della sede ed ad un nuovo sequestro di tutti gli animali ancora in vita, mentre gli animalisti sarebbero gia' stati denunciati per vari reati tra i quali il maltrattamento di animali. La lettera si conclude con un appello all'unita' nella lotta contro gli "animalisti ... che ... infangano il nome di onesti cittadini come noi, nonche' si prendono la prerogativa di fare dei nostri animali cio' che meglio credono".
Pur essendo FederFauna in possesso della lettera di denuncia firmata dai due commercianti e disponibile a fornire le informazioni conosciute agli inquirenti, ogni riferimento diretto ai protagonisti e' stato omesso per garantire la genuinita' delle indagini in corso e tutelare il lavoro delle Autorità competenti.
Clicca su link sottostante per leggere la lettera di D.Z. e R.S.S.
http://www.federfauna.org/moduli/Relazione2003.doc
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