Angeli neri
Sabato 13 Novembre 2010 alle 01:14 | 0 commenti
Riceviamo da Mattia Pillan e pubblichiamo (foto Mattia Pillan: 'spalatori di fango nella pausa panino')
Hanno nomi strani, esotici, si chiamano Moumini, Ever, Eric, Ousmane, Rezac, Rolando, Saloua, e nei giorni scorsi, i giorni del fango e delle macerie dopo l'alluvione, erano a fianco dei tanti volontari, soprattutto giovani, che hanno aiutato a ripulire la nostra città , le cantine allagate, gli appartamenti e i negozi devastati dalla furia del fiume. Con tanti altri immigrati hanno lavorato insieme a noi vicentini in silenzio, senza mai lamentarsi della fatica, con il sorriso, accontentandosi di un panino e di una bottiglietta d'acqua.
Alcuni vengono da paesi devastati da altre disastrose alluvioni, come Moumini che viene dal Burkina-Faso o Rolando dalle Filippine, o scappano da guerre e fame, oppure semplicemente dalla miseria che affligge la loro gente, e lavorano nelle nostre aziende, facendo gli operai, i magazzinieri, gli elettricisti, i manovali, le collaboratrici domestiche. Molti di loro non vedono le famiglie da anni, altri si sono fatti una famiglia qui, e i loro figli vanno a scuola con i nostri figli.
Non sono cittadini italiani, non possono votare né eleggere loro rappresentanti, anche se da anni abitano, lavorano qui e pagano le tasse, e anzi la loro vita è condizionata da un pezzo di carta, il permesso di soggiorno, che tra mille intoppi burocratici, file interminabili davanti alle questure, requisiti per l'ottenimento sempre più complessi, rappresenta il legame indispensabile con la terra che li ha accolti, la garanzia di un futuro per sè e i propri cari.
In questi anni hanno subito infinite vessazioni da parte di amministratori senza pietà che in certi comuni delle nostra provincia hanno fatto di tutto per toglierseli di torno, in un crescendo di ordinanze astruse e discriminatorie nelle quali la fantasia degli autori poteva spaziare dall'idoneità delle abitazioni al permesso negato ai loro luoghi di culto, dalle graduatorie per l'assegnazione delle case popolari all'accesso impossibile ai fondi per i lavoratori delle aziende in crisi, dalle mense scolastiche alle panchine rimosse.
Negli ultimi tempi, dopo i fatti di campo marzo, venivano a volte guardati con diffidenza, sospetto, come se tutti loro, indistintamente, fossero colpevoli del degrado, dello spaccio di droga, degli accoltellamenti tra bande criminali.
Con un simile trattamento, ci si sarebbe aspettato da loro indifferenza, magari rancore.
Invece all'appello del Sindaco di Vicenza che cercava volontari hanno risposto in massa dopo un breve tam tam, con un entusiasmo commovente, avvicinandosi timidamente ai banchi dell'organizzazione dei soccorsi per dare le loro generalità , aiutando le donne della protezione civile a scrivere i loro cognomi difficili e impronunciabili. Sono accorsi in massa per aiutarci senza pensare alle discriminazioni e alle umiliazioni che subiscono quotidianamente. Sono accorsi per aiutare una città che sentono anche la "loro" città , per soccorrere una popolazione di cui si sentono ormai parte a tutti gli effetti.
Cerchiamo di ricordarcelo quando tutto sarà finito.
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