Anfiteatro marittimo berico, chiuse le indagini preliminari
Giovedi 16 Febbraio 2017 alle 08:15 | 0 commenti
A distanza di meno di due mesi e mezzo dal sequestro dell’«Anfiteatro marittimo berico Porto degli Angeli» di Arcugnano, il pm Alessia La Placa ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari al curatore dell’area, che per l’accusa non sarebbe un sito archeologico ma solo un posticcio recente. Abuso edilizio, manufatti eseguiti senza autorizzazione e contraffazione di opere d’arte i reati che vengono contestati a Franco Malosso von Rosenfranz che avrà la possibilità di farsi interrogare dal pm per chiarire la sua posizione o di depositare una memoria difensiva.
Malosso che nelle ultime settimane si è visto negare dai giudici del Riesame a cui era ricorso con l’avvocato Matteo De Meo il dissequestro della documentazione acquisita durante la perquisizione della sua abitazione e anche il dissequestro dell’area. Finita sotto sigilli il 30 novembre scorso. Allora erano stati i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Venezia, con il supporto della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per il Veneto occidentale, a eseguire il sequestro dell’area da 500 metri quadrati sulle colline di Arcugnano. Un sito in cui, stando a quanto pubblicizzato, avrebbero dovuto esserci reperti neolitici e greco romani, che valevano un biglietto di ingresso di 40 euro. Ma per gli esperti è risultato evidente che il laghetto artificiale era di fresco scavo «rivestito da una guaina impermeabilizzante e da cemento»; le gradinate realizzate di blocchi «semplicemente sovrapposti o stuccati», trattati per rendere l’effetto dell’antico; gli arredi scenici, come statue in gesso e colonne in cemento, «costituiti da elementi in vetroresina, cartapesta o similari».
Di Benedetta Centin, da Corriere del Veneto
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