Andriollo, Fillea Cgil: 35.ooo posti di lavoro nell'edilizia persi nel solo Veneto
Giovedi 29 Dicembre 2011 alle 17:35 | 0 commenti
L'intervento odierno di Danilo Andriollo, Fillea Cgil, con lavoratori e media
Con l'incontro di oggi la Fillea CGIL (il sindacato delle lavoratrici - poche - e dei lavoratori edili, del legno, lapidei, laterizi e manufatti in cemento) vuole dare voce al malessere che serpeggia tra chi lavora nei nostri settori. Il settore edile, e di conseguenza gli altri collegati, è attraversato da una crisi molto seria e grave. A Vicenza, siamo di fronte alla perdita di centinaia di posti di lavoro e al rischio di chiusura di imprese storiche della nostra provincia (qui la photo gallery).
I dati che ci forniscono le Casse Edili confermano lo stato di sofferenza del settore: a livello nazionale si sono perduti oltre 300.000 posti di lavoro, nel Veneto oltre 35.000.
A Vicenza oltre un migliaio. In Cassa Edile industria di Vicenza, tra il 2008 e il 2011 i lavoratori attivi sono diminuiti di circa 700 unità ; le imprese attive di oltre 150 unità ; in Cassa Edile Artigiana Veneta i lavoratori attivi, relativamente alla nostra provincia, erano oltre 3.500 nel 2009 sono meno di 3200 a giugno 2011, le imprese attive sono1216 nel 2009 e diminuiscono a 1140 a giugno 2011 (teniamo conto che la Camera di Commercio dichiara che nel nostro settore sono in aumento le ditta individuali, di lavoratori che "si mettono in proprio").
Poco fa mettevo l'accento sul rischio chiusura di imprese con storie di parecchi decenni. Senza un'inversione di tendenza ciò comporterà il mandare al macero capacità lavorative e professionalità che potrebbero essere preziose quando anche coloro che ci governano e la maggioranza degli imprenditori comprenderanno che è necessario andare verso un nuovo modello di sviluppo e quindi verso recupero, ristrutturazione, riuso, come abbiamo avuto modo di affermare in un recente convegno.
Oggi abbiamo qui con noi delegati sindacali e lavoratori edili iscritti alla Fillea in quanto vogliamo segnalare e contrastare un punto centrale della recente manovra del governo; quello relativo alle pensioni.
Intanto è opportuno sgombrare il campo dalle frottole che si raccontano un materia pensionistica:
ï€ l'età media di accesso alla pensione è in linea con quella europea. Anzi, il Sole 24 ore di martedì 27 dicembre ci ricorda che andiamo in pensione a 62 anni e...;
ï€ l'Unità di venerdì scorso narrava del Belgio...
I lavoratori oggi presenti avevano già dovuto subire il rinvio di più di un anno dai 40 previsti fino ad un anno fa, per le scelte operate dal precedente Governo, composto da coloro che oggi vorrebbero farsi paladini dei lavoratori, dopo averli per anni massacrati. Quelle scelte sono state da noi fortemente contrastate. Gli operai sono arrabbiati perchè sono convinti di avere già dato. Per questo non accettano e non vogliono subire passivamente gli effetti dell'ultima manovra.
Il settore edile ha diverse particolarità rispetto agli altri settori produttivi. Nel nostro settore è prevista l'assunzione per cantiere, che comporta la cessazione del rapporto di lavoro alla chiusura del cantiere stesso. E' vero che da anni si è consolidato il rapporto di lavoro a tempo indeterminato nell'impresa, ma molti tra coloro che si avvicinano alla pensione oggi hanno un passato di lavoro e di versamenti contributivi frammentati, che comportano di per sé un allungamento degli anni di lavoro per raggiungere i requisiti pensionistici. Si è calcolato che solo il 15% di coloro che operano nel nostro settore maturano 40 anni di contributi. E noi pensiamo che 40 anni in cantiere (anzi, già oggi 41 e qualche mese) sono sufficienti per raggiungere la pensione.
Un'indagine di qualche tempo fa diceva che l'aspettativa di vita per coloro che hanno lavorato una vita in cantiere è di circa 6 anni inferiore all'aspettativa di vita media. Ma di questo parlerà più diffusamente Romano Baldo.
Per la particolarità del lavoro in questo settore noi ci impegniamo a portare la loro rabbia e protesta nella nostra organizzazione, alle nostre controparti e al Governo.
Per questo apprezziamo l'impegno assunto da Susanna Camusso a non considerare conclusa la vicenda pensioni e chiediamo la mobilitazione di CGIL, CISL, UIL fino a quando non saranno accolte le richieste scaturite da questa assemblea, che trovate nel documento consegnato.
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