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Il neopresidente dei costruttori veneti Luigi Schiavo è preoccupato

Di Andrea Genito Lunedi 21 Maggio 2012 alle 00:04 | 0 commenti

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Da VicenzaPiù n. 234

Luigi Schiavo, 48enne ingegnere scledense chiama in causa amministrazioni e banche: “facciano la loro parte e ripartiamo assieme”.
“La luce in fondo al tunnel della crisi? Purtroppo non intravediamo neppure uno spiraglio, anzi temo che il 2012 sarà un altro anno di sofferenza”. Non usa mezzi termini, Luigi Schiavo, per descrivere le prospettive del settore edilizio, entrato in difficoltà già quattro anni fa e da cui in fondo è partito il collasso economico globale. Il neo-presidente regionale ANCE, l’associazione che raggruppa i costruttori edili veneti, vede ancora troppe criticità e problemi irrisolti perchè il volano possa riavviarsi.

“Nel 2008 lanciammo l’SOS proprio da questa area e fummo considerate Cassandre troppo pessimiste. In realtà avevamo segnali tangibili di quello che poi sarebbe successo: riduzione delle commesse e delle vendite che ci facevano temere l’inversione brusca di quel trend favorevole durato 25 anni. Per anni i vicentini, in proporzione più che altrove, hanno deciso di investire parte dei risparmi per passare da affittuari a proprietari, assecondati nell’ultimo periodo dalle banche che hanno però finanziato indiscriminatamente anche il 120% dell’ipotetico valore di acquisto degli immobili. L’economia del territorio, grazie anche all’indotto, ha prosperato ed hanno prosperato anche le pubbliche amministrazioni, con oneri urbanistici sempre più pesanti e balzelli vari, ma pure aumentando funzionari e spese correnti. Il credit crunch bancario ha invece fatto chiudere improvvisamente i rubinetti ed il sistema si è inceppato: le uniche a non attrezzarsi o adeguarsi sono state proprio le Amministrazioni locali che, tra l’altro, hanno pure appesantito l’iter burocratico per poter costruire. Sapete quanti documenti ci vogliono mediamente per dare il via ad un cantiere? Ben 72 adempimenti diversi, che si moltiplicano annualmente. Ora che ho questo incarico regionale mi sono permesso di chiedere al Governatore Zaia di porre un freno. Almeno a parole ha accettato la sfida, sarebbe già un aiuto importante per il settore”.

A proposito di Regione, che clima ha trovato in quella istituzione: solite mani legate per non decidere o finalmente un pò più di concretezza?

“Hanno una buona squadra di tecnici e ciò fa ben sperare, ma anche parecchie teste e potenzialità; per la prima volta si è proposta una Commissione per la semplificazione burocratica. Vedremo, purtroppo sopravvivono ancora troppe beghe e campanilismi interni: vanno superati nel nome dell’interesse collettivo, se no la crisi resta un tunnel senza sbocchi. Si stanno alimentando poi una negatività ed un pessimismo generalizzato che certo non aiutano”.

Le Pubbliche Amministrazioni, comunque, uno strumento per supportare i motori dell’economia lo avrebbero pure, si chiama “Sportello Imprese”: sta funzionando a livello regionale e periferico?

“Solo nelle pie intenzioni iniziali. Il guaio è che, per timori e palleggio di responsabilità, continuano a chiedere pareri e non decide nessuno. Anzi, questi sportelli non rispondono in tempi accettabili alle istanze per cui sono stati creati. Troppi centri di controllo e, anche qui, troppi passaggi burocratici, i tempi dell’amministrazione non coincidono proprio con quelli dell’economia reale. A noi imprenditori basterebbe un sì o un no e che si applicasse la legge uniformemente a partire dal famoso Decreto Bassanini di venti anni fa. Potremmo regolarci ed organizzarci di conseguenza; invece riceviamo i soliti “le faremo sapere, vedremo, in teoria...”. Nel varessotto recentemente il cavalier Beretta, ben noto imprenditore alimentare, ha comperato una pagina del Corriere della Sera per chiedere agli uffici comunali di quel territorio risposte che tengono bloccata la costruzione di uno stabilimento che darebbe lavoro a 400 persone: possibile che si debba arrivare a questo?”

Un altro grosso scoglio per voi imprenditori edili sono certamente i tempi della giustizia, specie nel recupero dei crediti. Avete fatto proposte in ANCE?

“Anche qui chiediamo certezze, non risposte vaghe che favoriscono solo chi sa di essere in torto e non paga i lavori. Da noi per una sentenza si aspetta oltre 10 anni, in Germania dopo tre siamo nel patologico. C’è una casta di avvocati e magistrati che frena la ripresa economica, fomentando e non dirimendo la litigiosità tutta italiana. Un Paese evoluto non può permetterselo, si potrebbe fare come appunto dai nostri colleghi tedeschi: lì se non versi una pesante cauzione non inizi una causa, sarebbe un deterrente per le piccole beghe. Poi spero che la novità della mediazione porti reali vantaggi, ma va supportata”.

Passiamo al tema della sicurezza. Qualche imprenditore vede nelle norme restrittive come un costo fisso insostenibile e non di rado, purtroppo, si verificano incidenti sul lavoro nel vostro settore. Qual’è la sua versione?

“Le statistiche dicono questo, ma vanno lette con attenzione. Gli incidenti nei cantieri a norma e con addetti qualificati sono in netto calo. Poi purtroppo cade dal tetto anche il titolare o l’agricoltore che vuole arrangiarsi per fare piccole ristrutturazioni e c’è l’incidente in itinere. Con la sicurezza non si scherza e noi siamo i primi a pretenderla, nell’interesse di chi lavora nel settore e per non bloccare i cantieri. La cultura e la consapevolezza in tal senso fortunatamente stanno crescendo negli operatori, che capiscono che questi costi si ammortizzano. Ma anche i committenti debbono pretendere il rispetto delle norme e  non forzare i tempi o chiedere scorciatoie pericolose: un cantiere sicuro è un valore aggiunto anche per loro”.

Torniamo al rapporto con banche. Cosa vi aspettate voi dell’ANC e cosa chiede Luigi Schiavo?

Invito le banche a tornare ad un rapporto equo e umano coi propri clienti, e non parlo solo di noi imprenditori. Da tempo si guardano in cagnesco privati che chiedono mutui, si è passati in pratica da un eccesso all’altro: o cambiano i criteri di valutazione, troppo penalizzanti anche alla luce dei nuovi contratti di lavoro, oppure almeno finanzino chi era considerato sicuro ed affidabile solo pochi anni fa.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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