Anche noi siamo partigiani. Dell'informazione
Martedi 1 Novembre 2011 alle 20:19 | 0 commenti
Irene Rui ci scrive per esprimere disaccordo con Il Giornale di Vicenza, quotidiano locale per antonomasia, sui motivi addotti per il rinvio della pubblicazione di una sua lettera già da noi pubblicata. Anche se ai benpensanti potrebbe apparire non fair dare spazio alle lamentele di un lettore rivolte a un altro giornale, noi preferiamo sempre pubblicare tutto, per nostra linea editoriale.
Basterebbe, per il fair play vicentino, ricordare che le lamentele di Irene Rui nascono anche riguardo a una sua lettera pubblicata da noi e che Il Giornale di Vicenza è a conoscenza della questione per aver risposto e contro risposto, per cui a questo punto si entra nell'ambito del ... non bavaglio. Ma noi, ripeto, pubblichiamo tutto sia che ci arrivi da chi è con noi d'accordo, sia, ancora di più, se ci arriva da chi è in disaccordo, purchè scriva o parli, invece di nascondersi dietro il silenzio.
Pubblichiamo tutto, specialmente se arriva da chi prima era "ignorato", perché (e la nostra presunzione ci porta a dire che sta avvenendo, con vantaggio per la democrazia) venga accolto anche sulle pagine del GdV. E non diamo spazio perché siamo (anche) un quotidiano web (anche gli altri media locali, GdV incluso hanno i loro illimitati spazi su Internet) ma perché per noi chi ci legge e chi ci scrive è al di sopra di tutto. Con un solo vincolo: che interloquisca nell'ambito di un confronto anche duro ma rispettoso degli altri. Ci battiamo, infatti e da sempre, contro ogni ipocrisia e anche e il più delle volte con prese di posizioni nostre dirette, perché Il Giornale di Vicenza meriti, anche da parte nostra (e per quello che gli possa interessara), il nome che ha. Il Giornale di Vicenza. Questo quotidiano, la corazzata Potionkin (non abbiamo ancora detto Pravda) dell'informazione locale, ha una grande responsabilità verso la città . Ha, tra l'altro, a tutti i livelli collaboratori di elevatissimo profilo professionale e ha le maggiori risorse economiche per introiti pubblicitari. Da monopolio berlusconiano. Ma che gli arrivano da Vicenza. Ora perché Il Giornale sia veramente di Vicenza (ripetiamo, anche per noi) occorre che le risorse che gli arrivano da Vicenza non le usi solo per alimentare il suo mono-ologopolio rifiutando spazio a chi non abbraccia la sua legittima linea. O dandolo ("cedendolo"?) a chi quelle risorse sa come (o è in grado di) indirizzarle. Altrimenti Il Giornale di Vicenza diventa "il giornale di una vicenza". Per noi, con tutte minuscole. Perché anche noi siamo partigiani. Dell'informazione. Il grande potere di sempre, ancor di più del terzo millennio. Pronti ancora a pagare. Come già abbiamo fatto, personalmente, quando la precedente gestione di Viale San Lazzaro, prima, di Via Fermi, poi, "giustificò" la sua sostituzione con quella attuale di Via Fermi perché non ritenuta (io dissi "a ragione") equa. Allora io da cittadino e lettore sperai e tanto. Oggi, anche da direttore responsabile di VicenzaPiu.com e delle testate collegate, sono preoccupato. Sempre di più. E non solo per la lettera "rinviata" a tempi migliori di Irene Rui. Che pubblichiamo, a maggior ragione, qui.
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