Ance, solidarietà a imprenditore di Zanè incatenato
Mercoledi 10 Aprile 2013 alle 18:52 | 0 commenti
Ance Veneto - La vicenda del collega e amico Renato Munaretto è l’emblema dello stato di abbandono in cui versa l’intero settore edile: ci sono imprenditori capaci e in gamba in grado di far fronte spesso ai colpi della crisi economica, ma che nulla possono di fronte a leggi dello Stato ingiuste che penalizzano le imprese sane a vantaggio di realtà che evidentemente hanno dimostrato di non essere in grado di restare sul mercato.
“Siamo pronti a incatenarci tutti†dice Luigi Schiavo, presidente di ANCE Veneto, l’associazione regionale dei costruttori edili esprime sostegno al gesto del titolare della Summania Beton, che questa mattina si è incatenato davanti alla sede della sua azienda per esprimere solidarietà ai suoi dipendenti che stavano inscenando un sit-in di protesta per la mancata corresponsione degli ultimi stipendi.
Le difficoltà dell’impresa, come reso noto dallo stesso Munaretto, sono legate a un problema di ritardi di pagamento. La drammaticità della situazione è data non soltanto dalla tendenza dello Stato a pagare con grave ritardo le imprese per lavori già eseguiti, ma anche dalla sempre maggiore difficoltà di pagamento nelle transazioni tra privati.
«Da quello che lo stesso Munaretto ha fatto sapere – commenta Schiavo – l’azienda di Zanè vanta crediti inesigibili di un importo di gran lunga superiore rispetto alla somma dovuta per lo stipendio delle maestranze. Si tratta di un’azienda che, pur nelle difficoltà contingenti in cui versano tutte le imprese del settore edile, potrebbe andare avanti risparmiandosi questa vera e propria umiliazione».
Il presidente Schiavo è critico, in particolare, con la legge sul concordato in continuità che consente a imprese ‘cotte’ di restare sul mercato e salvarsi dalla bancarotta saldando di fatto anche solo una parte dei debiti.
«Questa legge rappresenta un’anomalia per un’economia di libero mercato, una stortura che legittima episodi di vera e propria concorrenza sleale. Un segno evidente di come il settore delle costruzioni sia stato fortemente oppresso più che dagli effetti della crisi economica da un legislatore distratto, se non addirittura inconsapevole delle esigenze di un comparto vitale per l’intera economia», conclude Schiavo.
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