Analisi e considerazioni sulle riforme costituzionali e la legge elettorale Italicum
Giovedi 5 Maggio 2016 alle 12:50 | 0 commenti
Riceviamo da Francesco Lovo, Movimento Risorgimento Socialista, e pubblichiamo
La Riforma della Costituzione italiana, di recente approvata al Parlamento con una maggioranza non qualificata, cioè inferiore ai 2/3 dei parlamentari, necessita affinché divenga esecutiva che si esprimi il popolo italiano con un referendum confermativo. Per indire il referendum si devono raccogliere 500.000 firme dei cittadini oppure è sufficiente che il 20% dei parlamentari firmino per chiedere il referendum. Questo è già avvenuto pertanto il referendum a ottobre, il giorno esatto non è ancora stato stabilito, si svolgerà .
Il referendum confermativo non richiede si raggiunga il quorum (50% + 1 elettore) perche sia valido, ma qualsiasi sia il numero dei votanti, chi ha più voti vince.
La riforma ha cambiato 47 articoli della Costituzione del 1948.
La Camera rimane invariata con 630 deputati. La modifica principale è quella che il presidente del Consiglio definisce “ la fine del bicameralismo con l’abolizione del Senatoâ€. Nella realtà dalla riforma questo non avverrà .
Il Senato verrà ridotto di componenti dagli attuali 315, eletti con votazione dal popolo, a 100 senatori dei quali: 71 consiglieri regionali, 21 Sindaci (uno per ogni Regione), che non si sa con quale criterio verranno nominati, rimarranno in carica per il loro mandato territoriale (il Senato potrebbe cambiare maggioranza politica più volte nel corso della stessa legislatura) e 5 scelti dal Presidente della Repubblica che resteranno in carica per 7 anni. Questi 100 senatori avranno l’immunità parlamentare, ma teoricamente solo per l’esercizio dell’attività parlamentare (come si farà distinguere se un reato lo commetteranno come parlamentare o altro?). Non avranno compensi, ma certamente rimborsi spese. I Consiglieri e Sindaci nominati che saranno anche Senatori come faranno a svolgere bene entrambe le mansioni? Andranno a Roma part-time? Sarà un Senato ridotto all’osso, ma con competenze assai importanti poiché gran parte delle leggi dovranno essere anche approvate da questo Senato (es. tutte le leggi che riguaderanno l’Unione Europea).
I costi saranno ridotti? Di poco, al massimo di 20-22 milioni di euro all’anno (se il referendum sulle Trivelle si fosse accorpato con le votazioni amministrative si sarebbero risparmiati 350 milioni di euro, pari a 16 anni del maggior costo dell’attuale Senato).
Altra riforma importante è l’elezione del Presidente della Repubblica: se fino al sesto scrutinio non è stato eletto, dal settimo scrutinio il presidente può essere eletto dai 3/5 dei votanti, senza un numero minimo (es. con 100 votanti sono sufficienti 60 voti).
Per proporre una legge elettorale dovranno essere raccolte 150.000 firme anziché le attuali 50.000. E’ prevista la possibilità di un referendum con indirizzo propositivo, ma la modalità di svolgimento è rimandata ad una futura legge. Per indire un referendum abrogativo rimarranno le attuali 500.000 firme con il quorum del 50% +1, di tutti gli elettori, ma con 800.000 firme il quorum del 50%+1 sarà sui votanti della precedente tornata elettorale.
Legge Elettorale Italicum
Ma peggio del porcellum, dichiarato anticostituzionale, è la legge elettorale Italicum, che trasforma lo Stato italiano da democrazia parlamentare in democrazia autarchica, perché un solo partito potrà fare cappotto di tutte le istituzioni nazionali.
L’Italicum approvato ancora nel 2015, entrerà in vigore da luglio 2016, prevede un premio di maggioranza alla Camera alla lista (non alle coalizioni ma al partito) che otterrà il 40% dei votanti, e avrà 340 deputati su 630. Ma se nessuna lista otterrà al primo turno il 40% è previsto un ballottaggio fra le prime due liste e vincerà al secondo turno la lista che avrà preso più voti (qualsiasi numero siano i votanti) otterrà il premio di maggioranza del 54% dei seggi alla Camera. Quindi un partito arrivato primo o secondo col 20/25% dei votanti senza soglia minima (che potrebbe significate il 10/15% degli elettori), vince al ballottaggio e diventa maggioranza alla Camera con la possibilità di eleggere il presidente della Repubblica (che non potrà più nominare il Presidente del Consiglio), la maggioranza della Corte Costituzionale, il Presidente del Consiglio, fare qualsiasi legge ordinaria alla Camera, ecc. . Inoltre ci saranno dei capilista bloccati (norma che va contro i diritti dei candidati), quindi non eletti con le preferenze, i quali potranno scegliersi i collegi dopo le votazioni.
C’è un reale pericolo di un ritorno ad un passato dei tempi bui con un uomo solo al comando.
La Costituzione italiana dopo 68 anni può avere bisogno di qualche modifica, ma non certo quello di stravolgerla col rischio di cambiarla nelle fondamenta.
Gli U.S.A. hanno una costituzione dal 1787 e non l’hanno ancora cambiata.
Non scordiamoci che qualsiasi democrazia anche la più imperfetta è migliore del totalitarismo.
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