Amianto alla Marzotto, la denuncia di Cardini: 20 casi che potrebbero essere almeno 200
Giovedi 27 Novembre 2014 alle 08:49 | 0 commenti
«E' in corso un'indagine per 21 dipendenti Marzotto, non si sa se della fabbrica di Schio e/o di Valdagno, colpiti da mesotelioma da amianto. Qui c'è chi già trema!». Lo ha affermato con coraggio pari alla determinazione Bruno Cardini, presente all'incontro pubblico di sabato scorso 22 novembre, in cui si è parlato del caso Marlane Marzotto in un convegno a cui ha partecipato anche il nostro direttore:
Il valdagnese Cardini, ora in pensione, ha lavorato alla Ulss e per decenni è stato a stretto contatto con Inail e Spisal, e sabato ne sintetizzavamo così la sua denuncia: «Le avvisaglie mediche del caso erano state segnalate, per almeno 3 operai, alle autorità competenti già nel 2009 e documentate anche su VicenzaPiu.com già nel 2010. Ora si è mosso qualcosa, ma cosa non si sa ancora... Se alla Marlane Marzotto di Praia verrà fuori la verità per i morti da materiali tossici, qui c'è chi già ora trema!».
«Nei primi anni Sessanta - spiega ora Cardini - l'ambiente della tessitura di Valdagno, per evitare cedimenti causati da eventuali incendi e il riverbero acustico, è stato coibentato con impasto di amianto e resina. Tra il 1992, anno in cui con legge 257 l'Italia mette al bando tutti i prodotti contenenti amianto, vietandone l'estrazione, l'importazione e la commercializzazione, e il 1995 la direzione Marzotto decise di rimuovere la coibentazione, affidando l'incarico alla TI&A - Tecnologie Industriali e Ambientali - di Milano, che, dopo aver rimosso la copertura presente, realizzò un controsoffitto in legno sigillato, con doppia porta di accesso e doccia all'uscita. Certo è che, dal 1960 al 1995 circa, tutto il personale della tessitura fu esposto all'inalazione di fibre di amianto a livelli e tipologia non noti».
E' arrabbiato Cardini, anche perch conosceva alcune delle persone decedute tra quelle che lavoravano alla Marzotto. Arrabbiato perché a fronte di un'evidenza, le istituzioni, anche quelle che dovrebbero proteggere i diritti dei lavoratori, non si espongono o, se lo fanno, lo fanno solo in parte e inadeguatamente (cfr. dichiarazioni dei vertici della Cgil di Vicenza come da ns. video, ndr)
«A fronte di un decesso per mesotelioma - prosegue Cardini - e di qualunque altra malattia per la quale si ipotizzi una malattia professionale, i medici legali dovrebbero inviare segnalazione alla Procura della Repubblica, poiché si potrebbe configurare l'ipotesi di reato di lesione personale grave. Sarà stato fatto?», si domanda Cardini.
«Si sa, inoltre, che quando emergono alcuni casi, la realtà potrebbe riguardarne molti altri nel rapporto 1 a 10. Se è vero, quindi, che attualmente ci sono una ventina di casi su cui si stanno facendo delle indagini, si potrebbe presumere uno sviluppo fino a 200 casi. Se si considera, poi, che nella tessitura avranno lavorato negli anni migliaia di persone, la questione diventa allarmante. Mi chiedo cosa stiano facendo in merito i sindacati, se stiano provvedendo almeno alle pratiche per la richiesta dei benefici previdenziali. Ad oggi sembra che ancora tutto taccia...».
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