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Amarcord di Rossi II: entrano in gioco per Aim industriali e poteri forti amici di Variati

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Lunedi 7 Novembre 2011 alle 22:07 | 1 commenti

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Il discusso ex presidente della Multi utility: “visto che il sindaco si ritiene cristiano credente, una volta per tutte diciamo la verità.” Ma non finisce qui

Le “confessioni” di Fazioli, le “risposte” di Variati e la “difesa d’attacco” di Rossi  convivono con la “cappa” Zanguio (gli stiamo chiedendo un incontro), i “silenzi” del sempre presente Vianello (ricordate la vignetta con le tre scimmie o non vedono e non sentono o non parlano …?) e con le “contraddizioni” dell’esordiente Colla, che, se fosse più famoso lui e più bravo io, ci darebbero spunti alla Crozza.

Messo in un box qui il ben “inquadrato” uomo di fiducia in Aim della triade enogastronomica, quella dell’ultimo episodio del “boldiano” Boccone perfetto, la ribalta torna a Giuseppe Rossi, il controverso ex presidente di Aim, quello che ha prodotto utili da 15-20 milioni oppure, secondo l’altro fronte, ha sconquassato la multi utility cittadina.   Nel numero precedente ha dato la sua versione su bilanci, Vianello, Variati, Giglioli, tribunale, Ecoveneta, Valle e ora eccolo di nuovo qui, davanti al nostro fidato e indiscutibile registratore: la forma non è da premio Pulitzer ma la sostanza è da … mettere agli atti tra i mille faldoni della storia infinita di Aim.

Quanto c’è di vero quando si parla dei “precedenti” gruppi di potere  e delle polemiche politiche ed economiche sul fatto che ci fosse ai suoi tempi la tendenza a scorporare dei rami per dare i bocconi prelibati ai privati?

Non c’è assolutamente niente di vero. La partita era nata così e le carte sono sempre lì a dimostrarlo. La logica era di coinvolgere gli industriali perché, se noi non avessimo raggiunto un miliardo  di metri cubi( mi pare, all’epoca) non saremmo stati in grado di essere  competitivi nel comprare il gas direttamente dai fornitori e avremmo dovuto passare attraverso Eni o Enel. Per questo abbiamo coinvolto i veri consumatori di energia (Valbruna, Beltrame, Stabila e qualcun altro) dicendo: “Voi consumate questi quantitativi,  noi acquistiamo il gas per tutti e lo distribuiamo. A  voi, cari industriali, facciamo spendere esattamente quello che paghiamo aggiungendo un quid per il servizio, voi risparmiate  e noi col volume di acquisti riusciamo ad abbassare il prezzo ai cittadini anche del 10%. L’Aim Vendite, l’azienda del gas, era gestita da Moscatelli ed anche in merito a questo devo evidenziare che nell’intervista di Fazioli ho letto cose pazzesche, quando lui ha affermato che al suo arrivo in AIM Vendite la società era in perdita. Queste perdite non si possono certo attribuire alla gestione di Moscatelli e del suo Cda, durante la quale c’erano utili rilevanti. Io non ho potuto verificare cosa è successo dopo, nell’epoca Zanguio, ma ho sentito dire che proprio  nel periodo di “interregno” tra la mia presidenza e quella di Fazioli sono stati fatti degli errori importanti.

Torniamo alla  joint venture con gli industriali

Moscatelli mi esortò a proseguire per avere il controllo della situazione. Ho letto che Giglioli disse che io avevo fermato l’operazione, ma è vero in parte perché l’operazione con gli industriali la fermarono Moscatelli, Bruno Carta … Ne parlarono con me, esponendomi i loro dubbi, ne parlammo poi in consiglio e, capiti i punti deboli, decidemmo che o cambiavano alcune cose o l’operazione non si faceva. Le cose non cambiarono e l’operazione non si fece. Il consiglio decise all’unanimità, per cui il merito va tutto al consiglio

Faccio un passo indietro: nasce il problema Stabila e lei viene sostituito

Quando Stabila mi fece l’offerta io accettai perché la ritenni interessante. Avevo fatto per sette anni il presidente di Aim ed ero stato il più longevo dopo Vettori. Ma nessuno ricorda che io mi sono dimesso quando sono andato in Stabila e Hüllweck mi chiese di rimanere nel Cda Aim, almeno per continuità (è il periodo in cui è stato presidente Silvio Fortuna, n.d.r.). Rimasi in Stabila per un periodo abbastanza breve perché dopo 4 o 5 mesi ci fu un casino a causa di un’intervista di Fortuna che mise in difficoltà l’uno e l’altro gruppo. Alla fine il sindaco e Giorgio Conte mi chiamarono e  mi chiesero di tornare a fare il presidente. Cercai in tutti i modi di non tornare perché secondo me  il mio periodo era finito, ero anche stanco e volevo fare dell’altro. Ma mi dissero: “fai il favore, bisogna che torni altrimenti scoppia un casino”. Tornai a fare il presidente e dopo poco mi dimisi da Stabila. Infine, nel marzo del 2007, mi dimisi da Aim. Nessuno mi mandò via, nessuno mi chiese di andare via, andai via da solo. Poi, la storia è nota, gli altri membri del cda non volevano dimettersi. Ed è subentrato Zanguio. La domanda che mi pongo da molto tempo è questa: Variati ereditò una società allo sbando, pronunciò addirittura una frase sulla mia presidenza, che io tengo nel cassetto e che non dimentico: “una gestione delinquenziale”. E insieme a lui lo disse anche Formisano. In tutte queste polemiche una delle cose che Variati forse non ha letto è che Lombard, un giornale di Mediobanca, nel 2005 pubblicò l’elenco delle prime 50 aziende per crescita e fatturato, tra cui c’era Aim Vicenza Multiutility: questa è una cosa che non può aver scritto Rossi Giuseppe. Se a settembre 2005 un giornale come Lombard ritiene Aim tra le prime 50 aziende per crescita, fatturato etc   e poi l’azienda, in sei mesi, va allo sbando e alla decozione completa, c’è qualcosa che non mi torna. Non può essere che a settembre 2005 il sindaco dichiara di provare molta soddisfazione per l’approvazione del bilancio di questa azienda e i giornali fanno titoloni tipo “Aim sempre più in alto” e “utili alle stelle” e poi nel 2006, sei mesi dopo, cercano, con campagne mediatiche, di convincere i cittadini che Aim era allo sbando.

Secondo lei hanno influito anche le lotte interne a Confindustria visto che quella era la fase in cui si passava dal vecchio gruppo dirigente di Confindustria con Amenduni e Carraro al nuovo gruppo con Zuccato e altri, vicini a Variati?

A questa domanda credo che lei si sia risposto con la sua stessa domanda … Io dico solo una cosa. Aim cominciava a diventare un’azienda che dava dei fastidi, perché Aim era comunque un’azienda potente. Un’azienda che lavora a livello regionale o poco più, fattura 270 milioni è un’azienda che ha un peso importante. Quindi suppongo che la crescita esponenziale, sia per fatturato che per investimenti che per protagonismo imprenditoriale, ha preoccupato l’establishment dell’epoca e la reazione fu la persecuzione di cui io sono stato vittima.

 

Variati dice che ora va tutto bene e che l’azienda ha avuto un fantastico bilancio

Ora le faccio una domanda da lettore, perché  non mi occupo più di Aim, non mi occupo più di politica ( ... in parte). Festeggiano, esaltano e amplificano il fatto che Aim ha fatto 2 milioni di euro di utile. Ma un’azienda che fattura 270 milioni di euro come fa a fare solo 2 milioni di euro di utile? Io dico: una volta per tutte, visto che ci riteniamo cristiani o almeno vedo il sindaco che si ritiene cristiano credente, diciamo la verità! Per farlo dobbiamo tirare fuori tutte le carte, leggiamo i bilanci ed a quel punto vedremo se Variati avrà ancora il coraggio di dire che all’epoca della mia presidenza l’azienda andava male. Facciamo pure i confronti fra i bilanci di allora e quelli di oggi, dopo tre anni di gestione Variati/Fazioli. Non a parole e con le polemiche, ma con dei documenti.

 

E’ la prima volta che ci dispiace essere un periodico perché dobbiamo rinviare i lettori al prossimo numero per chiudere non la vicenda Aim, checché ne pensi il buon Colla, ma il racconto denuncia di Giuseppe Rossi. Potevamo sintetizzare, ma non ci è sembrato corretto né per i lettori, che hanno, però, il tempo di digerire le varie versioni, né per l’intervistato, le cui parole rispettiamo alla lettera perché è in svolgimento un procedimento giudiziario e perchè la sua intervista merita rispetto aggiuntivo proprio per questo motivo.

Da VicenzaPiù n. 222 e BassanoPiù n. 3


Commenti

Vincenzo
Inviato Giovedi 10 Novembre 2011 alle 00:18

Curioso che gli incarcerati diventino guardie e che le guardie siano passate per incarcerandi. E interessante lo spazio che COVIELLO dà a certi suoi intervistati. Lo fa per affinità?
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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