Ampliamento Belcogamma Sarego: no del Pd
Domenica 20 Marzo 2011 alle 15:00 | 0 commenti
Ugo Retis, Consigliere provinciale Partito Democratico - Si è tenuta il 10 marzo la commissione provinciale ambiente con ordine del giorno relativo all'approvazione di un iter che valuterà la possibilità di un'azienda del settore rifiuti speciali di poter ampliare la propria attività .
Apparentemente nulla di particolare. Il consigliere del Partito Democratico Ugo Retis ha posto però una questione di metodo sull'iter amministrativo adottato: " In commissione provinciale, lo prevede una recente legge regionale, vengono presentate le domande formulate da queste aziende, e con apposita delibera di consiglio si va successivamente ad approvanre l'inizio dell'iter tecnico della domanda, senza assolutamente entrare nel merito politico, di opportunità e di impatto di tale richiesta dal punto di vista ambientale, urbanistico e viabilistico nel contesto territoriale. In commissione, dice ancora Retis, non viene presentata alcuno straccio di planimetria di ampliamento, quindi senza poter valutare almeno l'impatto di tale richiesta nel territorio, ancor più quanto si ragiona su ampliamenti di magazzini di stoccaggio di materiali speciali o pericolosi".
I consiglieri sembra non vogliano mettersi di traverso nello stoppare alcun iter di richiesta; "potreste essere oggetto di ricorso al Tar da parte del richiedente se il voto in Consiglio provinciale non fosse favorevole all'inizio dell'iter, afferma l'Assessore Mondardo".
Riprende il consigliere Retis: "non è opportuno né arrogarci ad un ruolo prettamente tecnico, che non ci compete, dice, né lasciar passare tutto senza una preventiva verifica politica, dove vengano salvaguardati almeno dei presupposti minimi di valutazione... Tuona: "non vogliamo stoppare l'inizio dell'iter ma pretendiamo perlomeno di essere ampiamente informati prima di dare il nostro consenso all'inizio dell'iter tecnico!!!"
Ecco che il consigliere Retis porta un caso specifico che in un passato Consiglio era passato per l'inizio dell'iter, ora al vaglio della commissione tecnica interna alla Provincia, sul quale non ci si è ancora pronunciati, e rivolto alla maggioranza afferma: "questo metodo deve cambiare: è stato votato l'ok il caso della ditta ex Sanitaria Valpadana ora Belcogamma di Meledo di Sarego, la quale ha chiesto l'ampliamento dell'attuale sede adibita a magazzino di stoccaggio di polietilene espanso". Ancora: "ampliamento che se venisse accettato non solo dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista urbanistico, vedrebbe il magazzino dell'Azienda in questione fortemente ampliato all'interno di un conteso ora strettamente residenziale; sarebbe l'unica azienda presente nella frazione abitata, con un'unica strada di accesso al magazzino dove avverebbe il proliferare di passaggi di automezzi adibiti a trasporto di detto materiale". Dalle informazioni raccolte dovrebbe diventare una grande area di riciclaggio e stoccaggio di polietilene espanso".
La pesante stoccata finale del consigliere Retis a fine commissione è questa: " stiamo discutendo norme apparentemente restringenti nel PTCP in materia di ampliabilità delle zone produttive e poi scopriamo, in quanto previsto sempre all'interno del PTCP, che tali norme possono essere scavalcate attraverso accordi spesso tenuti riservati tra pubblico e privato e comunicati solamente ad approvazione già avvenuta. Tali casi vedono coinvolte quelle aziende già insediate ed attive nel territorio che si trovano in situazioni eccezionali documentate e dimostrabili come previsto dall'art. 6 della LR 11/04 (accordo tra soggetti pubblici e privati); tali richieste da parte dei privati potranno essere valutate compatibilmente al piano provinciale in sede di PAT/PATI dei comuni interessati, in accordo con la Provincia". La via di uscita, dice, dovrebbe essere invece quella di permettere il trasferimento di tali aziende da zone divenute improprie, in quanto ora residenziali, in aree prettamente industriali, trovando il comune interessato nella veste di agevolatore per favorirne il trasferimento su appositi terreni messi a disposizione in zone idonee, e riconvertire quanto lasciato a compensazione per l'azienda stessa.
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