Alternativa comunista: il 4 maggio al Dal Molin per dire no a servitù militari
Giovedi 18 Aprile 2013 alle 14:15 | 0 commenti
Davide Primucci, responsabile organizzativo Alternativa comunista Vicenza - La nuova base di guerra è pronta. E con la base arriva anche l'ennesimo affronto dei militari USA: tutti i cittadini sono invitati a visitare la base il prossimo 4 maggio, come a coronare un lungo idillio vissuto tra la popolazione vicentina e il gigante militare statunitense. L'esercito USA, dopo anni di effettivo arresto del movimento di protesta, crede di aver ottenuto il consenso della popolazione alla costruzione della nuova base. Ma noi sappiamo bene che non è così.
Credono che aver costruito una base eco-friendly con particolare attenzione allo stile architettonico, al risparmio energetico e alla piantumazione di tanti alberelli possa bastare a redimerli dall'aver costruito una base da cui partiranno militari armati di tutto punto per trasmettere devastazione e saccheggio nei territori in cui operano.
Noi, insieme a tanti altri, saremo in prima linea il 4 maggio per denunciare il massacro che produce la guerra imperialista e lo scempio ambientale che è stato commesso costruendo la base sulla falda acquifera. Da tempo contestiamo la complicità di tutti coloro i quali hanno preso parte, più o meno attivamente, nella svendita della lotta contro il Dal Molin accontentandosi di aver strappato, dopo anni di battaglie, un semplice pezzo di terra adiacente alla base che qualcuno ha avuto il coraggio di chiamare Parco della Pace. Questa opera di compensazione è stata voluta fortemente dal sindaco di Vicenza Achille Variati. Nel 2010 annunciò sulla stampa con grande enfasi e soddisfazione che, dopo il viale della Pace (situato di fronte alla base militare Usa Ederle) e il villaggio della Pace (area residenziale dei militari Usa) il governo nazionale concedeva l'area inutilizzata proprio affianco alla nuova enorme base, per poi istituirvi anche il Parco della Pace, tanto per ribadire il concetto. E certamente non furono molte le voci fuori dal coro all' epoca: i dirigenti del il Presidio non hanno mai respinto il Parco della Pace in quanto compensazione, anzi.
Il 4 maggio ci saremo anche per ricordare che il Partito di Alternativa Comunista fu l'unica organizzazione politica che si rifiutò di appoggiare il referendum sul Dal Molin. Quel referendum ebbe l'effetto contrario a quello che si voleva ottenere: seppure migliaia di cittadini si dichiararono contrari alla base, il voto non poteva avere alcun valore legale ma anche se l'avesse avuto sappiamo bene che gli Usa e il Governo italiano non l'avrebbero preso minimamente in considerazione. Basta vedere come è finito il referendum sul controllo e la gestione dei servizi pubblici essenziali come l'acqua, trasporti, rifiuti, ecc. I risultati sono noti a tutti, di poche settimane è la notizia che Aim e i suoi servizi approderanno sul mercato.
L'unico modo per fermare la costruzione della nuova base militare era la mobilitazione ad oltranza, senza scendere a patto con l'istituzione, senza accettare compromessi e compensazioni. Bisognava prendere esempio dalla coraggiosa Valsusa che da vent'anni si mobilita contro la costruzione del Tav.
Tuttavia il danno è fatto, ma non possiamo certamente rimanere in silenzio. E' necessario ripartire dalla lotta contro le servitù militari e contro le guerre imperialiste collegandole ad un più ampio programma di lotta che sappia coinvolgere i settori più colpiti dalla crisi del capitalismo. Crediamo sia necessario, e quindi possibile, continuare tenacemente l'attività contro la guerra, contro le basi e a favore della diserzione. Però pensiamo che sia necessario farlo in modo completo, legando la battaglia contro la guerra a quella per la difesa del lavoro e dei diritti sociali. Legandola alla lotta contro la crisi economica provocata dai pochi ai danni di molti. Questa battaglia deve avere il coraggio di affrontare il grande responsabile dell'esistenza di basi, guerre, disoccupazione e fame. Questo responsabile ha un nome: capitalismo. Tentare di riformarlo, dandogli un "volto umano" è un'illusione. La soluzione alle tragiche catastrofi che il capitalismo genera non può che stare in un sistema realmente e radicalmente alternativo, che per noi è rappresentato dal modello socialista a livello internazionale.
Ogni altra scorciatoia, anche se addolcita da parole come democrazia e pace, è destinata a perpetrare lo stato di cose presenti.
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