Altane e capanni abusivi, la denuncia del Coordinamento Protezionista Vicentino
Lunedi 3 Settembre 2012 alle 10:45 | 0 commenti
Coordinamento Protezionista Vicentino ( CPV ) - Caccia, la giunta regionale del Veneto "perde la bussola" e approva l'ennesima modifica alla legge 50/93 in netto contrasto con due leggi dello Stato, i protezionisti hanno formalmente chiesto l'intervento della Corte Costituzionale per ristabilire il diritto.
Altane e capanni abusivi, la giunta regionale del Veneto come pubblicato nel BUR del 13/07/2012, ha modificato per l'ennesima volta la legge regionale 50/93 sulla protezione della fauna selvatica.
Le modifiche apportate permetterebbero ai cacciatori, di eludere due pilastri che regolamentano le costruzioni, la richiesta di titolo edilizio e il vincolo paesistico.
Per queste motivazioni i protezionisti C.P.V. e Gruppo di Intervento Giuridico hanno formalmente richiesto l'intervento del governo per ristabilire il diritto, il termine ultimo per l'impugnazione da parte dello stato scade il 13 settembre.
Nel frattempo, continuano i rilevamenti e le segnalazioni di postazioni abusive, in pratica tutte quelle strutture fisse e a volume chiuso che non sono state autorizzate dai comuni di competenza.
Trattamento diverso per le strutture elevate ( torrette e altane ) costruite senza rispettare le più elementari norme di sicurezza e le direttive di riferimento, per attrezzature/strutture di lavoro e sportive.
La verifica e la relazione di un tecnico abilitato, che segnalerà al sindaco e al prefetto la non idoneità e la pericolosità della struttura farà scattare la denuncia e la demolizione.
Samantha Tistoni del CPV ha dichiarato : Io non capisco per quale motivo i politici a servizio della lobby venatoria, non spiegano ai cacciatori come devono fare i capanni, anziché danneggiare gli altri cittadini modificando le leggi. Se il problema dei capanni è il volume chiuso e le colate di cemento, si usano i materiali naturali a perdere, e la costruzione deve essere aperta, mi pare semplice.
Renzo Rizzi del CPV ha aggiunto : La legge 50/93, è la più bersagliata d'Europa, subisce una media di una modifica per stagione venatoria, sempre in danno alla fauna selvatica.
Derivata dalla legge quadro nazionale 157/92, si poteva considerare innovativa, in quanto stabiliva che la tassa regionale pagata dal cacciatore, venisse in buona parte restituita alla provincia di residenza, in pratica un federalismo fiscale prima dell'avvento del Senatur.
I quattrini dovevano fungere da rimborso al capitale danneggiato dalla caccia e quindi, per i ripristini ambientali, per i centri di recupero della fauna selvatica, per ripopolamenti intelligenti, per la semina di colture a perdere per aiutare la fauna selvatica in migrazione nelle rigide temperature invernali, per creazione di oasi e spazi di sosta.
Quei soldi invece, vengono spesi per l'immissione sconsiderata di centinaia di migliaia di animali "pronta caccia" per le catture degli uccelli da richiamo, per corsi dei cacciatori, per le fiere e sagre paesane dei cacciatori, per i dannosissimi assessorati alla caccia, veri centri di potere delle lobby venatorie, che propongono sempre e solo sterile caccia.
Ma vengono spesi anche per le semine tardive, salvo poi autorizzare i cacciatori a costruirci i capanni all'interno, così che possano sterminare agevolmente i poveri animali affamati in migrazione.
Questa è la realtà oggi in Veneto, una regione in mano alle lobby che ricattano la politica, che subisce, mi pare volentieri, spero almeno non fossero questi i sogni dei veneti fautori di "paroni a casa nostra".
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