Alluvione: 129 interventi già realizzati e 100 pronti alla partenza, ma non basta
Sabato 26 Marzo 2011 alle 17:38 | 0 commenti
Regione Veneto - Per ripristinare e migliorare il sistema delle opere idrauliche del Veneto sono sul nastro di partenza un centinaio di nuovi cantieri. Questi lavori si aggiungeranno a quelli già realizzati durante e dopo la disastrosa alluvione dell'autunno scorso: 129 interventi, attivati e realizzati a tempo di record, quasi tutti terminati, tranne quelli per i quali si è dovuto attendere il miglioramento delle condizioni del terreno per avviare il completamento. Di questi primi cantieri realizzati, 111 sono stati attivati da parte dei Geni Civili e 18 da parte dei Consorzi di Bonifica., per una spesa complessiva di una quarantina di milioni di euro.
Si è trattato di cosiddetti interventi di somma urgenza, per tamponare argini crollati, frane, smottamenti e ripristinare la funzionalità minimale delle opere, dopo un evento che ha fatto registrare i seguenti numeri: 140 km quadrati di territorio, cioè 14 mila ettari, allagati, alcuni per una settimana e più; 550 mila cittadini coinvolti; 14.113 cittadini evacuati; 3.931 imprese con fermo dell'attività ; circa 200 mila capi di bestiame annegati (principalmente avicoli); una trentina di esondazioni e una ventina di rotture arginali; 349 Comuni che hanno segnalato danni (228 Comuni hanno già avuto un primo acconto); quasi un miliardo di danni subiti da privati cittadini, dalle imprese e dalle opere pubbliche, mentre servono altri 2,5 miliardi per realizzare le opere strutturali e strategiche di prevenzione.
In occasione del disastro l'intervento di soccorso è stato immediato: solo nella prima settimana hanno operato circa 3 mila volontari della Protezione Civile, 800 vigili del fuoco (100 da altre Regioni); 300 militari, tutte le forze dell'ordine disponibili. Sono stati coinvolti nelle operazioni: Regione del Veneto, Dipartimento Nazionale, Protezione Civile, Comuni, Province, Prefetture, ULSS, Consorzi di Bonifica, Autorità di Bacino. Regioni intervenute a supporto: Friuli Venezia, Giulia, Valle d'Aosta, Marche, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia.
Anche i tempi "burocratici" sono stati strettissimi: 2 novembre dichiarazione dello stato di crisi da parte della Giunta regionale; 5 novembre dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Governo; 15 novembre ordinanza del presidente del Consiglio dei Ministri che nomina il Commissario per il superamento dell'emergenza e mette a disposizione 300 milioni di euro; 15 dicembre arrivano nelle casse del Commissario i 300 milioni di euro previsti dall'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri; 18 dicembre i primi contributi, per 93 milioni 350 mila euro arrivano alle banche tesoriere dei 26 Comuni più danneggiati, per coprire il 30 per cento del danno segnalato; 20 dicembre, sono nelle banche tesoriere degli altri Comuni i finanziamenti per 11 milioni di euro per acconti sui danni. Altri 50 milioni di euro sono stati destinati a pagare parte dei lavori di somma urgenza già eseguiti e ulteriori interventi indifferibili, che nel frattempo sono stati tutti progettati e sono ormai pronti a partire. A questi si aggiungeranno nuovi lavori dopo il ripetersi di eventi alluvionali il 16 marzo scorso, per un totale di una trentina di milioni.
E' inoltre quasi pronto il Piano strategico di interventi per la mitigazione del rischio (bacini di espansione, sopralzo di argini, abbassamento e ricalibratura di alvei, realizzazione di nuove canalizzazioni e così via), i cui contenuti di massima erano stati presentati all'inizio dell'anno corrente ai Comuni, che hanno inviato le loro osservazioni. Il Piano in questione sarà oggetto di ordinanza del Commissario, da sottoporre (procedura divenuta obbligatoria) al vaglio preventivo della Corte dei Conti. Dopo si potranno attivare le iniziative per realizzarne i contenuti che richiedono le successive fasi di progettazione e il reperimento dei finanziamenti necessari: appunto circa 2 miliardi e mezzo di euro.
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