Alluvione: 65 milioni di euro i danni di Vicenza
Venerdi 10 Dicembre 2010 alle 18:38 | non commentabile
Comune di Vicenza - Variati sulle richieste di risarcimento inferiori alle previsioni: "Molto fai da te, lavori di minima per ripartire in fretta, ma anche costi ridotti grazie all'efficienza collettiva nello sgomberare velocemente i locali allagati".
Il Comune ha comunicato alla Regione la quantificazione dei costi dell'alluvione rideterminati in seguito alla presentazione delle domande dei privati e delle attività produttive: ad oggi il danno ammonta a 65 milioni 666 mila 773 euro rispetto ai 158 milioni di euro stimati nell'immediatezza dei fatti.
Di questa somma sono stati confermati i circa 22 milioni stimati per le spese di somma urgenza e di ripristino di immobili e infrastrutture comunali e di Aim, mentre risultano decisamente inferiori alle stime le richieste dei privati e delle attività produttive.
Per quanto riguarda i cittadini, ad oggi sono stati 1838 ad aver presentato richiesta di risarcimento, per un danno medio di circa 11 mila 350 euro ed un importo globale di 21 milioni 136 mila 768 euro, più 150 mila euro per la sistemazione autonoma di famiglie sfollate. Erano circa 76 i milioni di euro di danni stimati sulla base delle unità catastali effettivamente coinvolte: 2128 residenze e 4537 autorimesse. Il privato che ha avuto più danni ha presentato una richiesta per 188 mila euro; sono in tutto 14 quelli che hanno lamentato perdite superiori ai 100 mila euro.
Le attività produttive che hanno presentato domanda di risarcimento sono state invece 533, per un danno medio di 38 mila euro ed un importo globale di 21 milioni 975 mila 321 euro, contro i circa 61 milioni di euro ipotizzati in prima battuta. Pari a 1 milione e 17 mila euro la richiesta più alta presentata da un'attività produttiva. In quest'elenco è sono stati inseriti anche i 639 mila euro di danni quantificati dall'Ipab.
"La riduzione del numero delle richieste e soprattutto degli importi rispetto alle stime iniziali - ha commentato il sindaco Achille Variati - è evidente. Quanto alle motivazioni, ritengo che vadano individuate sicuramente in un grande fai da te scattato subito dopo l'alluvione: soprattutto lavori fatti in modo solidaristico da partenti, condomini, amici, associazioni di volontariato... Mi sembra inoltre che i concittadini, sia imprese sia privati, dovendo puntare al rapido ripristino dei locali si siano concentrati più a fare lavori di minima che sistemazioni generali. Perché queste scelte? Per ragioni economiche, ritengo, e forse anche per un po' di sfiducia sul reale contributo che avrebbero potuto ottenere dallo Stato. Ma ho anche verificato con i tecnici che a giustificare gli importi ridotti c'è sicuramente anche un altro elemento: la rapidità con la quale abbiamo prosciugato gli interrati, le abitazioni e tutti gli immobili allagati ha portato ad una riduzione del danno. Quanto più l'acqua fosse rimasta nei locali, tanto più grave sarebbe stato il danno. L'efficienza collettiva - non sto parlando dell'amministrazione, ma a quella di tutti coloro che si sono messi in moto - ha permesso in quattro, cinque giorni di risolvere la maggior parte delle esondazioni e ciò ha decisamente ridotto tutti i danni strutturali".
"Ogni giorno però - ha aggiunto il sindaco - firmo ordinanze per problemi di staticità perché compaiono crepe sui pavimenti e sui muri che vanno ad incidere sulla staticità delle strutture. Queste magagne non compaiono subito, ma con il tempo e ciò accadrà fino a quando il terreno non si sarà completamente asciugato e stabilizzato. La vera partita dei danni, per questo motivo, si chiuderà più avanti e proprio per questo chiederò a Zaia che non ci sia troppa fretta nell'archiviare l'argomento. Chiudiamo la fase della prima raccolta, passiamo al più presto alla liquidazione degli anticipi, ma lasciamo aperta la partita dei danni perché temo che problemi di una certa entità possano continuare ad emergere anche nei prossimi mesi".