Al via il Progetto "I Bambini che non guardano e giocano da soli"
Giovedi 20 Settembre 2012 alle 01:41 | 0 commenti
Fimp Veneto - Prende il via, a Vicenza, il Progetto "I Bambini che non guardano e giocano da soli" che punta all'intercettazione precoce di soggetti con disturbi dello spettro autistico e con difficoltà nella relazione e nella comunicazione. L'autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo che si manifesta nei primi 2-3 anni di vita. Le aree prevalentemente interessate da uno sviluppo alterato sono quelle relative alla comunicazione sociale, alla interazione sociale reciproca e al gioco.
Se le cause dell'autismo sono a tutt'oggi sconosciute, ciò che si sa è che secondo alcuni dati epidemiologici quasi il 0,6% dei bambini è affetto da un disturbo dello spettro autistico. In questa percentuale - 10 volte superiore a quella degli anni 70, vengono incluse le diverse tipologie di autismo e le forme di confine con i disturbi pragmatici della comunicazione. In Questi dati sono tuttavia in continua evoluzione. Il Progetto di intercettazione precoce di soggetti con autismo e con gravi disturbi della comunicazione che vede il coinvolgimento di diversi soggetti del territorio - Azienda Ulss 6, Pediatri di famiglia e Neuropsichiatri Infantili - ha lo scopo di consentire una diagnosi tempestiva in grado di favorire interventi mirati. Il Progetto prevede la proposizione di alcuni semplici item al fine di valutare le situazioni di rischio e conseguentemente intervenire precocemente sui bambini dall'anno e mezzo di età dell'Azienda Ulss 6 di Vicenza. Più precisamente, al Bilancio di Salute del 18° mese il Pediatra di libera scelta proporrà alcune semplici domande ai familiari e 7 semplici item al bambino. Gli item sono disegnati in modo tale da presentare un'alta sensibilità per i disturbo dello spettro autistico. I pediatri del territorio utilizzeranno una scheda preparata dagli Specialisti dell'UO di Neuropsichiatria Infantile, attraverso la quale sarà possibile mettere in evidenza tutta una serie di situazioni riferibili allo spettro autistico, per le quali una diagnosi tempestiva consentirà di intraprendere percorsi terapeutici e riabilitativi in grado di migliorare la situazione clinica dei piccoli pazienti. I bambini segnalati come a rischio, saranno quindi valutati con strumenti standardizzati presso U.O di neuropsichiatria e sottoposti ad un programma abilitativo secondo le linee guida della Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza. L'intervento prevede: sedute individuali ambulatoriali bisettimanali di psicomotricità ; interventi domestici settimanali eseguiti dall'educatore; attività adattate a scuola programmate dallo psicologo. Nell'Azienda Ulss 6 di Vicenza sono iscritti 3.500 bambini nella scuola materna e si ipotizza che tale numero sarà il target a cui fare riferimento; dati questi numeri si stima che ci potranno essere dai 0 ai 15 bambini che avranno bisogno di interventi ad hoc. La sensibilità sul tema dell'autismo e dei disturbi dello sviluppo della comunicazione, dimostrata dalle istituzioni e dall'opinione pubblica, è senz'altro cresciuta in questi anni, ma non ha ancora raggiunto un grado di consapevolezza adeguato a favorire e promuovere lo sviluppo di interventi ordinati e sistemici a favore dei soggetti colpiti e delle loro famiglie. Proprio per questo ci auguriamo che questa progettualità attivata a Vicenza si possa consolidare con tempo e diventare un modello virtuoso anche in altre realtà del territorio veneto. Questo progetto ha attivato una sinergia pubblico-privato, ovvero attraverso l'impegno della Fondazione i Bambini delle fate e grazie al contributo economico dell'azienda veneta MET.
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