Al Comunale "Il ritorno a casa" di Pinter, premio Nobel per la Letteratura 2005

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 8 Gennaio 2014 alle 21:00 | 0 commenti

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Teatro Comunale di Vicenza - Doppio appuntamento in gennaio per la Stagione di Prosa del Teatro Comunale di Vicenza: il palcoscenico vicentino ospiterà infatti due capisaldi del grande teatro moderno e contemporaneo. Il primo “Il ritorno a casa” di Harold Pinter sarà in scena venerdì 10 e sabato 11 gennaio alle 20.45: pietra miliare della drammaturgia novecentesca, la pièce è imperniata sull’introspezione di un “gruppo di famiglia”; lo spettacolo ha debuttato nel luglio scorso al Festival dei Due Mondi a Spoleto ed è diretto dal regista berlinese Peter Stein.

A seguire, giovedì 30 e venerdì 31 gennaio alle 20.45,  “Zio Vanja” di Anton Cechov nella nuovissima versione di Marco Bellocchio, con un cast di protagonisti di primissimo ordine: Michele Placido, Sergio Rubini, Pier Giorgio Bellocchio, Anna Della Rosa. Ancora un gruppo di famiglia, in un interno borghese, che nulla sembra poter scuotere e in cui tutto rimane uguale a se stesso, anche di fronte agli accadimenti più gravi.

La Stagione di Prosa del Teatro è promossa e sostenuta dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza in collaborazione con Arteven, responsabile della direzione artistica, con l’importante sostegno di Fiamm, Develon, Colorcom, Gruppo Mastrotto e Aim come partner; AC Hotel Vicenza, Camera di Commercio, AFV Beltrame, Burgo Group, Inglesina, Pal Zileri, Confartigianato, Lions Club Vicenza Palladio e Vicenza La Rotonda, Confcommercio come sponsor; Il Giornale di Vicenza come media partner.

"Un lavoro esclusivamente per attori", così Peter Stein, tra i più grandi registi teatrali e operistici d’Europa definisce “Il ritorno a casa” di Harold Pinter (1930 - 2008), il drammaturgo inglese tra i più complessi e originali della sua generazione, Premio Nobel per la letteratura nel 2005. Un’opera, quella che sarà in scena al Teatro Comunale di Vicenza venerdì 10 e sabato 11 gennaio (lo spettacolo poi sarà a Roma dal 14 al 26 gennaio), sicuramente in grado di stimolare forti riflessioni nel pubblico che assisterà alla rappresentazione. Come in tutti i suoi lavori, ne “Il ritorno a casa”, Pinter scava in situazioni psicologiche che vedono coesistere, all’interno della stessa persona, violenza e sensibilità; due estremi che si ritrovano a scontrarsi, in una lotta fra i sessi, all’interno di una famiglia, microcosmo ed emblema delle relazioni umane.

L'idea di lavorare su "Il ritorno a casa" venne a Peter Stein fin da quando assisté alla prima assoluta del testo pinteriano, a Londra nel 1964, per la regia di Peter Hall. Quasi cinquant'anni d'incubazione, diventati infine realtà grazie alla coproduzione tra il Teatro Metastasio Stabile della Toscana e Spoleto56 Festival dei 2Mondi. La maggior parte degli attori del cast proviene dallo straordinario gruppo che diede vita all'impresa dei "Demonî" di Stein (quadi 10 ore di spettacolo): Paolo Graziosi, Alessandro Averone, Rosario Lisma, Elia Schilton, Andrea Nicolini. A questi si è aggiunta Arianna Scommegna, nel ruolo fondamentale di Ruth. La traduzione del testo è di Alessandra Serra; la nuova messa in scena di Stein, molto apprezzata a Spoleto, dura circa 3 ore. La scenografia è firmata da Ferdinand Woegerbauer, i costumi da Anna Maria Heinreich
l, le luci da Roberto Innocenti

Ne “Il ritorno a casa” attraverso un ritratto di famiglia, viene disvelata la crisi dell’uomo contemporaneo nella famiglia e attraverso la famiglia; lungo la trama, orchestrata con un linguaggio ironico fino al sarcasmo, i personaggi rendono indimenticabile questo viaggio nelle profondità ( e nelle bassezze) della natura umana.

A firmare questo nuovo allestimento il grande regista berlinese, Peter Stein (ormai italiano d’adozione visto che vive in Umbria da oltre vent’anni e ha sposato l’attrice Maddalena Crippa); Stein dirige magistralmente il cast di attori, capeggiati da Paolo Graziosi.

Peter Stein è considerato tra i più importanti autori/attori del teatro tedesco ed europeo nella seconda metà del Novecento, in particolare per il grande impeto creativo degli anni settanta, anche per aver realizzato progetti monumentali, spesso in spazi inconsueti. Nel 1970 ha fondato il collettivo teatrale Schaubühne am Halleschen a Berlino Ovest, gruppo che ha guidato fino al 1985, con il quale ha realizzato messinscene trasgressive per stravolgere la struttura dello spazio teatrale e scenico. Oltre a "riscrivere" testi classici antichi e moderni, ha allestito nuovi spettacoli per esplorare e mettere in scena linguaggi e temi imbarazzanti per il senso comune dell'epoca.

“Il ritorno a casa” è forse il lavoro più cupo di Pinter, testo tra i meno frequentati, che tratta dei profondi pericoli insiti nelle relazioni umane e soprattutto nel rapporto precario tra i sessi. La giungla nella quale si combatte è, naturalmente, la famiglia; racconta, più di altre pièce, quel "precipizio che sta sotto i discorsi di ogni giorno" (con questa motivazione è stato assegnato il premio Nobel al drammaturgo inglese). Sarà la donna protagonista, Ruth, ad essere prima la vittima predestinata per poi mutare ruolo e rivelarsi, infine, la vera dominatrice. La vicenda si snoda in un nucleo familiare tutto al maschile dopo la morte della madre, comunità in cui l'arrivo di una donna, moglie del figlio primogenito, rappresenta l'elemento perturbatore. Figli e padre cominciano a corteggiarla, senza trovare resistenza e senza che il marito si lasci sconcertare più di tanto. Deliberatamente fraintesa e usata dalla famiglia, Ruth si ritroverà a soddisfare gli umori più egoisti e insensibili di questi "orchi", accettando il ruolo di consolatrice, madre e amante, fino ad abbandonare marito e figli (rimasti oltreoceano) per collettivizzarsi per la nuova "famiglia" e poi prostituirsi per dominare  quel branco di esseri umani ridotti a bestie.  

Si tratta evidentemente di una storia scandalosa, che fece scalpore già al debutto nel 1964. Emblematica, l’immagine finale della poltrona, trono da cui Ruth certifica il suo potere, seduta immobile a negare se stessa.

“Il ritorno a casa” è senza dubbio un testo difficile, scritto da un Premio Nobel le cui opere sono segnate fortemente dall’influenza di Samuel Beckett; rappresenta uno dei primi lavori della maturità artistica del drammaturgo, la cui opera inizia proprio in quegli anni ad essere riconosciuta a livello internazionale.

Il dramma, caustico e feroce, è messo in scena da un maestro riconosciuto della scena contemporanea come Peter Stein.

I biglietti sono in vendita alla biglietteria del Teatro Comunale (viale Mazzini 39, Vicenza - tel. 0444.324442  [email protected]) aperta dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 18.15, sul sito del Teatro Comunale www.tcvi.it, e in tutte le filiali della Banca Popolare di Vicenza. I prezzi sono: 28 euro il biglietto intero, 22 euro il ridotto over 65, 14 euro il ridotto under 30.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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