Finco: accordi tra Usa e Ue rischiano di far sparire i marchi di qualità veneti
Giovedi 6 Novembre 2014 alle 17:04 | 0 commenti
Una mozione in cui chiede alla Giunta Zaia di rigettare l’accordo TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) tra Commissione Europea e Stati Uniti, in modo da tutelare le imprese venete che hanno sempre investito in eccellenza proteggendo i marchi di qualità e le denominazioni. Il presidente della Commissione Ambiente in Consiglio regionale, il leghista Nicola Finco, non vuole che prodotti veneti possano essere prodotti con surrogati anche al di fuori dell’area di tutela, magari in Mississippi o California
Ecco le sue dichiarazioni:
“Fa male sentire che il premier Renzi, pochi giorni fa, ha definito il TTIP una grande opportunità , un trattato strategico per il Paese – dichiara Finco -. Le possibilità sono due: o non sa di cosa si sta parlando, come del resto la maggior parte dei governanti europei, o peggio è prono al volere di Ue e Usa e sta condannando le nostre aziende agroalimentari (e non solo) a morte certa, per favorire gli interessi delle multinazionaliâ€.
“C’è anche altro – aggiunge il leghista -. Presto potremmo non essere più sicuri di cosa mangeremo, perché l’Asiago o il parmigiano che sarà sulle nostre tavole potrebbe provenire da qualche Stato Usa, o esser prodotto con latte di bovini alimentati a mangimi OGM. Guarda caso a premere per la rapida approvazione del TTIP è proprio la grande industria statunitenseâ€.
La faccenda è particolarmente delicata per quanto riguarda l’agroindustria, i prodotti alimentari e i semi, che in Europa (in testa Francia e Italia) molte normative proteggono sia da un punto di vista commerciale (origine controllata, Doc, Dop etc.) che sanitario. “Come dire – conclude Finco - che saremmo invasi non solo da prodotti industriali americani senza alcuna origine controllata, ma che troveremmo nei nostri supermercati carne gonfiata dagli ormoni, pollo all’arsenico per farlo sembrare più fresco, cereali OGM senza che neppure sia scritto sull’etichetta né che sia più valido il principio di precauzioneâ€.
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