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Agricoltura, Zaia: difendere concretamente il riso italiano. Le parole non bastano

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 24 Agosto 2014 alle 08:14 | 0 commenti

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Regione Veneto - "L'Italia è invasa da una montagna di riso orientale a basso costo, del quale non sappiamo quali sono le modalità di produzione, i fitofarmaci e i concimi impiegati, i modi di lavorazione e nemmeno se questa produzione viene ottenuta con un minimo di rispetto delle condizioni di lavoro e dell'età degli addetti. Il tutto in nome di una libertà economica che premia le produzioni peggiori, penalizzando e mettendo addirittura a rischio le pregiate produzioni di riso italiane.

Non possiamo stare a guardare e limitarci ai proclami: serve un'azione concreta". Lo ha ribadito il presidente del Veneto Luca Zaia, ricordando in proposito il recente incontro avuto su questo tema con una delegazione della Coldiretti, che gli aveva fatto dono di un sacchetto di riso italiano garantito.

"Mi affianco alla protesta che sale dal nostro sistema produttivo e credo che la reintroduzione di dazi sia una scelta doverosa, almeno fino a che non ci siano reali parità di modalità produttive e norme sul lavoro e non sia certificate la qualità e la tracciabilità del prodotto straniero. Credo non sia un caso - aggiunge Zaia - che mentre sul riso il "laisser faire" ha effetti disastrosi, Taiwan venga da noi a comprare a caro prezzo il pregiato l'olio di oliva extra vergine degli olivicoltori euganei. E' una questione di garanzie non solo produttive, ma anche di salute: la nostra agricoltura è sicura, controllata in tutta la filiera, ha per protagonisti gli agricoltori nonostante i tentativi di estrometterli dal processo economico. Importiamo per contro alimenti dei quali non abbiamo garanzie analoghe, anzi non ne abbiamo proprio nessuna, nemmeno sul fronte di eventuali parassitosi e fitopatie che potrebbero danneggiare la nostra agricoltura, come purtroppo si è troppe volte verificato negli ultimi anni, aggiungendo danno alla beffa".
"Il semestre italiano di presidenza europea - conclude il governatore del Veneto - deve portare all'adozione della clausola di salvaguardia che ogni Stato può chiedere in questi casi, ne va del Made in Italy, del lavoro di migliaia di agricoltori che coltivano riso buono e di qualità tracciata, etichettata e garantita, come nel caso delle 120 aziende venete che gestiscono 3 mila ettari di risaie, della sicurezza alimentare dei consumatori"

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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