Aggregazione comuni, Fracasso: non risuscitare comunità montane
Giovedi 12 Aprile 2012 alle 18:29 | 0 commenti
Stefano Fracasso, Pd - Principi validi per tutti: comuni e montagna rimangano separati.
Il consigliere regionale del PD: "La semplificazione passa attraverso una riorganizzazione delle funzioni dei Comuni. La gestione associata delle funzioni diventa una priorità in un veneto con 581 comuni di cui il 54% ha meno di 5 mila abitanti. Si è scelto per i bacini ottimali, la proposta della Giunta rischia invece di resuscitare un vecchio modello di comunità montana.
Bene lo stralcio approvato anche dalla maggioranza". Questo è il commento di Stefano Fracasso, consigliere regionale del PD, sul testo licenziato questa mattina dalla prima commissione del consiglio regionale con cui si intendeva accorpare due proposte di legge della Giunta Regionale, la 196/2011 che affronta la questione delle funzione e servizi associati tra comuni e la 238/2012 che tratta delle cosiddette "unioni montane" in sostituzione delle comunità montane. "L'obiettivo della norma regionale - spiega Fracasso - deve essere quello di dare attuazione alle previsioni di un decreto governativo (78/2010). La norma nazionale istituisce un obbligo di gestione associata delle funzioni fondamentali per i comuni meno di 5 mila abitanti e alla Regione spetta di individuare la soglia demografica per i comuni che fanno parte delle comunità montane. La scelta della giunta di accorpare i due progetti di legge - spiega Stefano Fracasso - comportava un rischio: quello di far resuscitare le comunità montane in vecchio stile dietro il nome di unioni montane. Abbiamo voluto evitare questo rischio chiedendo lo stralcio dal testo delle Unioni di Comuni Montani per concentrarci invece sull'accorpamento di funzioni tra comuni. Abbiamo chiesto principi validi per tutti, e questo significava innanzitutto scegliere di cosa occuparsi: abbiamo scelto di occuparci dei comuni mantenendo separata la questione montagna. Adesso che la maggioranza ha approvato questa linea bisognerà correre perché il tempo a disposizione non è molto: la legge nazionale parla del 31 dicembre 2012 come termine entro cui i comuni con meno di 5 mila abitanti dovranno accorpare almeno 2 funzioni fondamentali. Il Veneto ha già individuato i bacini ottimali entro cui i comuni delle diverse zone dovranno o meno accorpare le proprie funzioni: 5 mila per le aree montane; 20 mila per le aree urbane e 8 mila per i comuni che ricadono in quella fascia che abbiamo definito "basso Veneto". Ma c'è dell'altro - commenta Fracasso - perché come PD abbiamo chiesto che a partire dal 2015 i finanziamenti regionali siano limitati a quei comuni che abbiano conseguito l'obiettivo demografico fissato dal bacino ottimale. Dalla settimana prossima - conclude Fracasso - il testo sarà in consiglio per il voto finale che dovrebbe arrivare entro fine giugno. Quello di oggi è un buon passo verso una spinta decisa nel senso della semplificazione e dei risparmi intelligenti, da conseguire non a scapito di qualcuno ma casomai in condivisione con i propri confinanti".Â
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