Afghanistan,Filippi (LN): ridotte spese missioni
Martedi 3 Agosto 2010 alle 17:03 | 0 commenti
Alberto Filippi (LN)  - La spesa complessiva prevista per le missioni all'estero ''e' di poco superiore ai 700 milioni di euro, inferiore a quella di sei mesi fa che superava di poco gli 800 milioni. Si tratta quindi di un ottimo risultato a fronte di un aumento anticipato delle nostre forze armate nel territorio afgano. Una razionalizzazione di risorse economiche ed umane, allo scopo di arrivare ad un risultato come auspicato dalla conferenza del 20 luglio a Kabul in cui e' previsto entro il 2014 la responsabilita' della sicurezza sul territorio da parte delle forze afgane''.
Il vicepresidente della commissione Esteri del Senato, Alberto Filippi nel suo intervento in aula espone la posizione della Lega nell'ambito del rifinanziamento delle missioni militari italiane all' estero. ''Il nostro Paese - ha spiegato Filippi - sarà così impegnato in un lavoro di formazione dei quadri afgani, in grado di contribuire a costruire un futuro al Paese. Un Paese che oggi paga una piaga pesante, quella della corruzione, che implica a sua volta una non credibilità delle istituzioni stesse. Un'altra piaga è costituita da una non credibile magistratura. Queste piaghe rendono difficile l'azione della comunità internazionale, in quanto non vi è, da parte della cittadinanza afgana, il riconoscimento dell'autorità dello Stato afgano attuale; paradossalmente, vi è un maggior riconoscimento dell'autorità talebana. Quindi, il nostro contributo alla missione ISAF consiste soprattutto nell'addestramento delle forze di sicurezza afgane; questo compito viene garantito e viene eseguito in modo esemplare dalle nostre Forze armate, in modo particolare dai Carabinieri. Ciò è riconosciuto in modo ufficiale dal generale Petraeus, il quale, altrettanto ufficialmente, ha chiesto se vi fosse la disponibilità di altri 200 componenti, proprio a fronte di un lavoro che è stato preso a modello di buona gestione per la stabilizzazione del territorio''. In Afghanistan, come ai tempi dell'Italia medievale, ha aggiunto il senatore vicentino della Lega  ''vi sono circa 35.000 villaggi divisi e quasi indipendenti tra loro. Per ottenere i risultati che la comunità internazionale vorrebbe, occorrerebbe avere il controllo di questi 35.000 villaggi e, di conseguenza, dare tutela agli abitanti degli stessi. Inoltre c'è la problematica relativa all'oppio: attorno a queste coltivazioni vivono circa 700.000 famiglie: occorre tener comunque conto di questa situazione, non perché sia giusto tutelare l'oppio per assicurare la sussistenza a queste 700.000 famiglie, ma perché solo dando loro un futuro di qualsiasi tipo, magari investendo - come si è fatto - in infrastrutture, in strade che portano lavoro, e trovando loro soluzioni lavorative, si potrà concretamente sconfiggere il fenomeno oppio più che non usando il lanciafiamme''. In un quadro internazionale incerto, ha concluso il sen. Filippi ''è nostro dovere quindi confermare con risolutezza la partecipazione italiana ai processi di pace e di stabilizzazione democratica e consolidare il nostro ruolo nel sistema delle Nazioni Unite. Bisogna evidenziare l'enorme contributo dei nostri uomini e delle nostre donne nei vari territori e soprattutto ricordare tutti i militari che hanno perso la vita nelle missioni internazionali. È nostro dovere, dunque, dimostrare profonda riconoscenza nei confronti di chi, quotidianamente, svolge il proprio lavoro per la difesa, la protezione e la salvaguardia degli interessi nazionali in ogni parte del mondo''.
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