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Adolfo Kaminsky-Una vita da falsario: Sara Kaminsky,tradotta da Giuliano Corà per Colla

Di Giuliano Corà Giovedi 13 Gennaio 2011 alle 00:48 | 0 commenti

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Nato in Argentina nel 1925 da genitori ebrei di origine russa, Adolfo Kaminsky si trasferì con la famiglia in Francia nel 1932, giusto in tempo per vedere, di lì a pochi anni, lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, l'invasione tedesca e lo scatenarsi dell'antisemitismo nazista. Dopo che, nel 1940, sua madre era stata assassinata dai nazisti, egli stesso e tutta la sua famiglia vennero internati nel famigerato campo di concentramento di Drancy, alle porte di Parigi, dal quale riuscirono però fortunosamente ad uscire.

Immediatamente Kaminsky, che aveva allora diciassette anni, entrò in clandestinità, e mettendo a frutto la sua profonda passione per la chimica ed un incredibile talento, divenne in breve tempo il maggior esperto della Resistenza nella fabbricazione di documenti falsi. Grazie al suo lavoro indefesso, migliaia di ebrei riuscirono a sfuggire alle retate, e centinaia di partigiani poterono continuare la loro attività nella guerra di liberazione.
Finita la guerra, Kaminsky si rese conto che gli ideali di libertà per i quali aveva combattuto erano ben lontani dall'essere stati attuati.
Venne arruolato dai Servizi Segreti francesi, ma ne uscì quasi subito, rifiutandosi di partecipare alla guerra colonialista in Indocina. Da quel momento, la sua prodigiosa abilità verrà messa al servizio dei più diversi movimenti di liberazione e di decolonizzazione nel mondo. Prima lavorò per il celebre Réseau Jeanson, che sosteneva i militanti del FLN in Francia contro la guerra colonialista in Algeria. Successivamente lavorerà per i movimenti indipendentisti di Brasile, Argentina, Venezuela, Salvador, Nicaragua, Colombia, Perù, Uruguay, Cile, Messico, Santo Domingo, Haiti, Guinea Bissau, Angola. Aiutò i combattenti dell'Africa del Sud durante il regime dell'apartheid, quelli del Portogallo durante il governo del fascista Salazar, gli antifranchisti di Spagna, i resistenti della Grecia contro il regime dei Colonnelli, i disertori americani che non volevano combattere in Viet-Nam.
Finanziò le proprie attività lavorando come fotografo, rifiutandosi sempre ed ostinatamente di essere pagato per il suo ‘lavoro', da cui non ricavò mai nessun tornaconto personale, ma per il quale rischiò invece spessissimo la galera. Abbandonò l'attività nel 1971, ritirandosi a vita privata in Algeria, dove si mantenne insegnando fotografia in un istituto superiore.
Oggi Adolfo Kaminsky vive in Francia, e la sua vita - una nobile avventura di oscuro ed eroico impegno per la libertà dei popoli - è stata raccontata dalla figlia Sarah nel libro "Adolfo Kaminsky, une vie de faussaire", pubblicato nel 2009 da Calmann-Lévy.

 

La traduzione del nostro collaboratore viene pubblicata per i tipi di Angelo Colla, piccolo ma colto e raffinato editore vicentino.
S. Kaminsky, "Adolfo Kaminsky, Una vita da falsario"
Angelo Colla Editore, Vicenza, Italia, 2011
Traduzione di Giuliano Corà


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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