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Jadid ricorda Baggio ma gli piace essere un marito e un padre semplicissimo

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 15 Dicembre 2013 alle 18:28 | 0 commenti

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Di Giulia Tessari da VicenzaPiù n. 262 - Abderrazzak Jadid, regista di centro campo del Vicenza, sei nato il 1° giugno del 1983 in Marocco, poi tuo padre si è trasferito in Italia in cerca di lavoro e tu all’età di cinque anni ti sei trasferito anche tu con la tua famiglia per raggiungerlo. Vorrei partire da questo, Marocco e Italia due culture sicuramente diverse due ambienti diversi ci vuoi parlare un po’ delle tue impressioni, se torni mai nella tua terra d’origine, se ti manca, se ti trovi bene qui.

Come hai detto a cinque anni sono venuto qua in Italia con mio papà, mia madre, tutti i miei fratelli e da lì è iniziata una nuova vita, abbiamo tutti iniziato gli studi qui in Italia chiaramente mio papà lavorava quindi si aspettava l’estate per tornare a casa in Marocco dove abbiamo ancora i nonni quindi approfittiamo sempre vacanze d’estate per tornare a casa in Marocco però siamo da tanti anni che siamo in Italia e ci definiamo italianissimi anche se comunque non rinneghiamo le nostre origini e ci fa sempre piacere l’estate tornare a casa.

Prima di giocare nel Vicenza hai giocato nel Brescia e in quell’anno hai giocato anche con un famosissimo calciatore vicentino che è Roberto Baggio. Raccontaci qualcosa, le tue impressioni su di lui, se lo senti ancora, se hai mantenuto qualche contatto.

No, contatti non ci sono più stati, c’è stato solo il piacere di rivederlo una volta che è venuto a salutarci a Brescia con Guardiola, sentirci non ci siamo più sentiti e chiaramente è stato un onore per me giocare con lui, non è da tutti, e quindi è stato motivo di orgoglio, assolutamente un piacere aver giocato insieme a lui. Poi sai Baggio lo si conosce per quello che ha fatto in campo la fortuna di viverlo il quotidiano per me è stato assolutamente un piacere.

Ecco visto che tu lo hai conosciuto ci vuoi dire che ricordo hai di lui, come era proprio come persona fuori fuori dal campo?

Lui era uno a cui piaceva sempre scherzare, aveva tante barzellette e aneddoti da raccontarti e quindi era sempre un piacere ascoltarlo ma allo stesso tempo era una persona molto seria con dei valori eccezionali e quindi ricordo con piacere l’anno che poi io mi sono operato al ginocchio lui mi disse che quella cicatrice sarebbe stata la mia fortuna nel senso che mi avrebbe rinforzato e quella frase mi ha aiutato molto. Ricordo questo di lui che era sempre pronto ad aiutare qualsiasi giovane.

Sappiamo anche che hai firmato un contratto di un anno con il Vicenza, dopo cosa ti piacerebbe fare hai qualche idea, qualche desiderio?

Il desiderio adesso comune è quello di fare bene da qui a fine stagione sperando di toglierci qualche soddisfazione e poi le somme si tirano sempre a fine anno.

Un’ultima cosa: ci interessano anche le passioni dei giocatori, in questa rubrica ci soffermiamo soprattutto sul lato più umano che tecnico. Ci vuoi raccontare qualcosa di te, come occupi il tempo libero, se pratichi altri sport, quali sono i tuoi interessi per capire te come sei come persona.

Fuori dal campo sono un marito e un padre semplicissimo, vivo il quotidiano come lo vivono tutte le persone e ho l’hobby dei cavalli mi piacciono da morire i cavalli e poi guardo tanto sport che siano corse di cavalli, che sia calcio, che sia soprattutto il football americano che mi piacciono parecchio i quarterback la loro prontezza la loro facilità di mandare a segno un compagno è uno sport che mi affascina. Sono come tutte le persone che vivono il quotidiano, quando c’è la spesa da fare bisogna andare a farla. E poi tanto allenamento, comunque ci alleniamo sette giorni su sette insomma e quindi sono sempre al campo.

I tuoi figli hanno preso da te la passione per il calcio, vengono a vederti, ti guardano da casa, fanno il tifo insomma per il papà?

Sì, si assolutamente.

Anche a loro piace il calcio?

Sì tantissimo

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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