Achilles last stand
Domenica 4 Novembre 2012 alle 10:42 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 243 del 27 ottobre in edicola e sfogliabile comodamente dagli abbonati. Ecco alcuni del lanci principali in locandina: No al bavaglio: anche per Puppato; Piano degli interventi: trent'anni in un lampo; Variati, ultima corsa; Assindustria con gli Usa, Gemmo con Lombardo. E in ... più ci sono le pagine di BassanoPiù.Â
Di Marco Milioni
La primavera dell'anno prossimo Vicenza torna a votare per le comunali. Variati, il quale non ha che un mandato a disposizione, allo stato appare senza avversari sia all'interno della coalizione che lo sorregge oggi, sia per quanto concerne gli altri oppositori politici. Ma più che le elezioni il sindaco sembra temere le condizioni in cui dovrà governare in caso di successo
«Frattanto però procedono i conciliaboli e le telefonate in seno al centrosinistra per definire la partita per le comunali della primavera 2013. Da alcuni giorni sembra che il patto fra Sel e Variati sia cosa fatta. Con una novità . Se fino ad alcuni mesi fa l'ex verde Ciro Asproso appariva come il più critico dell'amministrazione in carica, sembra che i dubbi dello stesso Asproso si siano diradati, mentre si siano inspessiti quelli del coordinatore provinciale Tomaso Rebesani, che comunque è favorevole ad una intesa che ormai sarebbe già operativa».
Era il 16 ottobre quando Vicenzapiu.com pubblicava un servizio in cui si delineavano gli scenari che sarebbero poi stati confermati anche sugli altri media: lo schema delle alleanze nel centrosinistra, la sempre maggiore affinità tra Variati e il movimento dei rottamatori di Matteo Renzi, la corsa in solitaria della sinistra alternativa (Idv, Rc, Ci e altri). E soprattutto il patto di non belligeranza, o se si vuole di «warm alliance» tra la compagine del sindaco democratico Achille Variati e l'ala dei No Dal Molin che fa capo a Olol Jackson: in pratica nulla di nuovo sotto il sole. Con il solo fremito opzionale di una capatina possibile del centrosinistra dalle parti delle primarie. Primarie che ovviamente hanno un nome vincente già scritto: Variati appunto.
E dello spappolamento in seno al centrodestra (in foto da sinistra a destra i consiglieri del Pdl Gerry Meridio, Marco zocca e Lucio Zoppello) molto si è scritto in questi mesi tanto che le preoccupazioni del primo cittadino sembrano venire non tanto dall'arco costituzionale tradizionale, ma da new entry come il Movimento cinque stelle. E proprio per evitare brutte sorprese da settimane l'entourage del sindaco sta scandagliando l'universo centrista e quello della sinistra moderata in modo da ssicurarsi una vittoria al primo turno, anche senza Idv, Rc e Ci.
Ma c'è un ma: ovvero il M5S. Di fronte ad una situazione di sfilacciamento generalizzato Achille potrebbe non avere le forze necessarie per vincere in prima battuta. Il che potrebbe, anche nella ortodossa e curiale Vicenza, permettere al movimento fondato da Beppe Grillo di approdare al ballottaggio. E, Parma insegna, le sorprese in casi del genere non finiscono mai. Tuttavia, nonostante la corsa appaia in discesa, anche perché le categorie economiche sono tutte pro Variati, c'è qualcosa che turba i sonni del primo cittadino. Questo dicono muri, battiscopa e tendami vari a palazzo Trissino. Ma perché?
Vicenzapiu.com del 26 luglio riportava: «Non so se molti se ne siano accorti. Ma da qualche tempo il sindaco di Vicenza Achille Variati appare preoccupato, provato. C'è qualcosa che lo turba dal profondo. È la prima volta che accade da quando l'uomo forte del Pd vicentino è stato eletto. Il primo cittadino da questo punto di vista cammina su un binario che è molto simile a quello del suo predecessore, l'azzurro Enrico Hüllweck. Il quale da sempre è stato surclassato da Variati sul piano della capacità di manovra sul terreno politico. Sul piano del cinismo direbbero i detrattori i quali sia all'uno sia all'altro hanno sempre rinfacciato peraltro una certa dose di anaffettività umana che sembra essere la cifra di chi finisce per rivestire certi ruoli apicali nell'establishment berico. Rimane però da capire che cosa turbi i sonni del primo cittadino. La difficoltà della situazione economica e l'autunno caldo che stanno per abbattersi su Vicenza come sul Paese sono un aspetto da non sottovalutare. Chi sta nella stanza dei bottoni sa inevitabilmente prima degli altri quali saranno le rogne che dovrà grattare. A sé stesso come ai cittadini che amministra. Variati è figlio di una cultura politica che, indipendentemente dagli schieramenti, per la prima volta nella storia è messa di fronte al crollo di un sistema economico-centrico che veniva dato per imperituro. Il fatto che il capo dell'esecutivo ieri abbia deciso di invitare al briefing con gli alti funzionari Anas solo e solamente il presidente degli industriali Beppe Zigliotto (il quale altro non è che la proiezione dell'ombra del presidente di BpVi Gianni Zonin su Assindustria) la dice lunga sull'idea di società che Variati abbia distillato in trent'anni di carriera politica. Un'idea per cui a ragione o no le alte gerarchie del sistema economico vengono viste inevitabilmente come cuore pulsante e mente senziente dell'intero organismo sociale».
E ancora: «E poco importa dello sgarbo o della umiliazione a cui di risulta sono stati sottoposti i rappresentanti degli altri corpi intermedi, dai sindacati alle associazioni ambientaliste, ai professionisti. La gerarchia è stata talmente introiettata che la cosa è passata pressoché sotto silenzio di tutti. O quasi. Allo stesso tempo si fa una qualche fatica ad accusare Variati di essere mosso dai cosiddetti poteri forti poiché in realtà il primo cittadino è assolutamente conglobato nella ineluttabilità dell'ordo universalis che in qualche maniera ha fotografato in istantanea quando ieri ha invitato solo Zigliotto. Ma nonostante ciò lo sguardo del capo della giunta, quello che per molti aspetti è un automa delle relazioni politiche, da troppo tempo sembra nascondere un timore, un'ansia, una difficoltà profonda. Si tratta di perplessità sul piano politico?».
Non è che per caso Variati più che gli avversari teme le condizioni in cui dovrà governare? Della crisi s'è detto più volte. Ma che cosa succederebbe se dal voto dell'aprile 2013 uscissero nuovi protagonisti e soprattutto nuovi blocchi sociali? L'ipotesi per quanto remota non è peregrina. Che cosa succederebbe infatti se il M5S (che al momento a Vicenza sceglie la via dell'understatement) cominciasse a tirare bordate "grillesche" con sei sette consiglieri agguerriti che producono a getto continuo interrogazioni, domande di attualità esposti ed azioni eclatanti? E che cosa succederebbe una critica altrettanto dura arrivasse da un nuovo blocco sociale che si forma attorno alla sinistra alternativa o da semplici quanto debordanti situazioni di disagio sociale?
Ad ogni modo l'anno prossimo non si vota solo per il municipio, si vota anche per palazzo Madama e per Montecitorio. Ecco che potrebbe spiegarsi quindi uno dei timori che usberga nel numero uno della giunta. Che cosa succederebbe, per esempio, se i parlamentari vicentini in seno alle minoranze scatenassero un fuoco di fila senza sosta a colpi di interrogazioni parlamentari, visite a prefetti, questori, procuratori, banchieri e presidenti di associazioni di categoria? Come risponderebbe Variati, per esempio, alle bordate concentriche, da Roma a Vicenza, di un M5S che nel frattempo è diventato la prima o la seconda forza nel Veneto? Con quale rappresentatività sul piano sociale? Il primo cittadino è un mago nel navigare nei corridoi o in acque piene di squali, ma quando queste sono calme, anche in relazione alla bonaccia sociale che al momento i grandi sindacati gli hanno consentito.
Il capo dell'esecutivo però non è attrezzato per il combattimento all'arma bianca e in campo aperto, anche perché la sua storia recente non è facilmente mimetizzabile. Per questo dai cerchi concentrici del suo entourage sono partiti sherpa, pontieri, guastatori, cambusieri, furieri e ricognitori di ogni schiatta in modo da presidiare ed eventualmente contenere il campo avverso. Ovviamente una proiezione del genere, al momento, non è che un riflesso olografico, perché all'oggi le forze vive in città , sempre che ne esistano, sono in una catalessi generalizzata. Ma il peggioramento delle condizioni socio-economiche è dietro l'angolo e fare previsioni con questi chiari di luna non è semplice, nemmeno per chi naviga alloggiando nella cabina più alta. C'è comunque un fatto da tenere in considerazione. Se la legge non cambia questo sarà l'ultimo mandato amministrativo per Variati. Il che è una forza e una debolezza al contempo. Un brano molto noto dei Led Zeppelin (Achilles last stand - l'ultimo viaggio di Achille) così comincia: «It was an april morning when they told us we should go». E si può più o meno tradurre in questo modo: «Dissero che dovevamo andare, era una mattina di aprile». Ed effettivamente è ad aprile che si voterà nel 2013.
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