Achille Variati sul voto Usa a Donald Trump parla di "vaffa alle élite": dopo tanti look il sindaco di Vicenza ora imita Beppe Grillo
Giovedi 10 Novembre 2016 alle 19:27 | 0 commenti
Sorprendono le dichiarazioni del primo cittadino berico apparse stamane su Il Giornale di Vicenza in un articolo intervista a firma di Gian Marco Mancassola. Achille Variati, incalzato dal giornalista che gli chiede un'analisi del voto americano, dichiara che "è stato un grande 'vaffa' alle élite, uno schiaffo a chi pensa di poter guidare una nazione restando lontano dalle persone". Sembra che Variati abbia preso in prestito le parole di Beppe Grillo, che ieri aveva declinato il "vaffa" sino all'ultima vocale, parlando di apocalisse dell'informazione. Nella stessa intervista, Variati ha insistito dicendo "che si tratti della Casa Bianca o di un piccolo Comune: guai a pensare di potersi permettere di perdere il contatto con i cittadini. E' un messaggio che vale anche per chi verrà dopo di me".
Sorprendono piacevolmente chi ancora non si è abituato alle sue "recite" le dichiarazioni del sindaco, tanto da chiedersi se sia sempre l'Achille Variati in politica ininterrottamente da 36 anni, ma è proprio nell'ultima frase riportata, che scotta come una patata bollente diretta ai prossimi candidati, che si scorge l'abilità dell'uomo politico.
Variati lancia moniti in previsione delle prossime amministrative del 2018, si smarca dalle élite quasi fosse un outsider. Qualcuno potrebbe scorgervi dell'opportunismo.
Ma come? È lui Variati, l'Achille Variati, che ha appena benedetto l'unione, con quote marginali rimaste al nostro territorio, di Fiera di Vicenza con Rimini Fiera, facendo sedere in Consiglio comunale Matteo Marzotto, il rampollo dei conti valdagnesi, condannato in primo grado per un'evasione per estero vestizione di Valentino Fashion Group con un danno fiscale complessivo da 71 milioni?
È lui lo stesso Achille Variati che, parlando della crisi di Banca Popolare di Vicenza, ha dichiarato di sentirsi ora e in parte colpevole per non aver visto e capito quel che avveniva ma che secondo lui "nessuno dei soci riceverà un euro, qualcosina forse", come si trattasse di caramelle e non dei risparmi di quasi 120 mila persone da incoraggiare a pretendere di avere indietro il maltolto dalla vecchia BPVi e non da scoraggiare a far valore con la nuova i propri diritti?
Variati che ricopre contemporaneamente la carica di sindaco, presidente della Provincia di Vicenza, presidente dell'Unione delle Province d'Italia, siede nel consiglio di amministrazione della Cassa depositi e prestiti, parla di "vaffa" alle élite?
Sì, proprio lui, Achille Variati nato a Vicenza il 19 gennaio 1953 e da una vita ai vertici della politica locale.
Qualcuno potrebbe, comunque, rilevare un riflesso di abbagliante lucidità nel commento del primo cittadino berico, un riavvicinamentio alla cittadinanza che dovrebbe tradursi in azioni concrete, atte a ricucire la distanza esistente tra le strade e i palazzi. Vicenza sta attraversando una crisi epocale, inedita: c'è fame di giustizia, voglia di cambiamento. Sono molte le cose che non vanno, ma basta elencarne tre: la cementificazione selvaggia che rischia ora di togliere la certificazione Unesco alla città dopo essere stata concausa dell'inquinamento dell'aria e dell'acqua, lo scandalo miliardario della BPVi dopo decenni di "inchini" dei politici ai suoi vertici e l'attuale impoverimento di migliaia e migliaia di famiglie private dei loro soldi dalla banca ma anche dalla dismissione generalizzata di beni e valori pubblici. Sono risultati di processi almeno trentennali, ascrivibili anagraficamente alla stessa classe dirigente di cui Variati è il simbolo vivente.
Se si vuole sperare che vi sia altro rispetto ai Marzotto, ai Sartori, ai capitani coraggiosi coi soldi e la salute degli altri, nella città e nella provincia di Vicenza, l'aspirante successore di Variati e l'attuale plenipotenziario di Vicenza nelle nuove vesti che ambisce a indossare dovrebbero finalmente, in un sussulto di dignità , grattare le incrostazioni di potere, in cui e di cui si sono beati, senza timore d'inimicarsi i potenti residuali.
Ora, tra l'altro, non ci vorrebbe più un gran coraggio, visto che quegli attuali, nella situazione di recessione generale, economica ed etica di Vicenza, sembrano potenti allo sbaraglio, per provare a ristabilire il contatto con la cittadinanza e per far tornare in campo la politica dei fatti e non delle parole e delle imitazioni.
Alla politica come forza collettiva in grado di difendere i piccoli dalla protervia dei grandi l''alternativa è il far west.
Ma se Variati sa vestire i look dei vari momenti e anche se le copie, anche quelle di Grillo, vengono peggio dell'originale, gli speroni non donerebbero di certo al sindaco di Vicenza.
In collaborazione con Piero Casentini
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