Abalti, l'ultimo dei Mohicani
Martedi 9 Aprile 2013 alle 21:49 | 0 commenti
Stasera in consiglio comunale, l'ultimo di questa legislatura, facevano fino in fondo il loro dovere Sgreva e Bottene, il primo ex Lista Variati Sindaco poi fuoriuscito per "coerenza" con gli elettori all'arrivo di Cicero e Pecori, l'altra garante delusa del sindaco con i No dal Molin, mentre gli Udc boys erano tutti presi dalla presentazione del loro simbolo elettorale col nome del grande giovane vecchio della politica berica, Achille Variati, ben stampato e visibile per dar loro l'unica speranza di non sparire.
E se Cicero e Pigato "non mollavano" facendosi, però, l'un l'altro i complimenti per il loro saper fare, Barbieri, Bastianello e Borò della Lega con Mazzuoccolo defilato, ex padano folgorato da Franzina, assolvevano fino in fondo al loro mandato tra domande di attualità e interrogazioni ancora pepate ma deglutite col solito sorriso da finto buono da Variati, che rispondeva senza nulla dire sui conflitti d'interesse del suo fido Bulgarini e su altre questioni delicate sulla grigia trasparenza di questa giunta .
Non lo stesso si può dire per l'impegno degli ex forzisti. Maurizio Franzina, dopo aver da tempo traslocato armi e bagagli chez Variati, era indaffarato a preparare le carte per le sue riunioni con i PD senza L per cui ora spende la sua intelligenza politica, mentre tra Lucio Zoppello, Valerio Sorrentino, Gerardo Meridio, Francesco Rucco e Marco Zocca qualcuno c'era per qualche fase, i più erano in tutt'altre faccende affaccendati.
Eppure Arrigo Abalti, il milite noto di mille consigli, comunali e provinciali, assumeva coraggiosamente il ruolo di ultimo baluardo e di bandiera dei berlusconiani pentiti e ascoltava, ironizzava, interveniva, mediava. Sorridente per mestiere, beffardo per natura.
Se Poletto si era guadagnato gli applausi per il suo intervento politico, l'unico, all'ultimo dei Mohicani Arrigo vanno, quindi, queste doverose note.
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