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Arrigo Abalti, Joe Formaggio, Marcello Spigolon  -  L'attacco della Donazzan al suo partito, il Pdl, da lei definito l'acronimo di Penoso, Delirante e Lontano, dovrebbe essere l'anticamera della sua uscita dalla giunta regionale in cui è stata inserita dal partito che adesso tanto disprezza e che le ha permesso tutti i privilegi di cui tuttora gode: indennità principesca, auto blu, vitalizio a fine mandato. Siamo però sicuri che non rinuncerà a tutti questi privilegi ma continuerà ad attaccare il partito dal quale afferma di non sentirsi più rappresentata ma di cui gode i benefici.

Si sta comportando esattamente come Gianfranco Fini, anche se il paragone fra i due non è proponibile per evidente differenza di spessore politico, anzi peggio perché l'assessore regionale al lavoro ha ruolo di governo proprio in quota Pdl.
Se non sta più bene nel partito che l'ha eletta, che le ha permesso di avere i vantaggi di una posizione di privilegio, sia coerente con le sue ultime dichiarazioni e si dimetta dagli incarichi che ha ottenuto grazie al lavoro di tanti dirigenti ed amministratori del Pdl che l'hanno sostenuta e fatta votare.
Se non lo fa per coerenza con le sue posizioni intransigenti, lo faccia almeno per rispetto dei nostri elettori e di coloro che si stanno ancora impegnando per costruire l'evoluzione del Pdl nel nuovo contenitore politico che saprà raggruppare l'elettorato moderato di centrodestra come avviene in Europa con il Partito Popolare Europeo.
Anche Gianfranco Fini ruppe con il partito che lo aveva eletto ma mantenne lo scranno di Presidente della Camera, ora la Donazzan, senza avere neanche lontanamente le doti del leader del Fli, farà lo stesso, uscendo dal Pdl ma mantenendo il ruolo, e soprattutto i vantaggi, di assessore e consigliere regionale. Come Fini e peggio di Fini da oggi la Donazzan si iscrive al suo Pdl, il cui acronimo e' Paura Di Lasciare la poltrona.