A Piovene Rocchette un esempio unico di recupero di edilizia industriale
Domenica 22 Aprile 2012 alle 22:22 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 232
Da quartiere operaio a comunità multietnica. La benedizione del parroco in lingue diverse
Il mese scorso, l'Azienda vicentina che si occupa di edilizia sociale ha consegnato altre 24 unità abitative ricavate dal penultimo stralcio dell'intervento di recupero dello storico quartiere operaio intitolato ad Alessandro Rossi, aggiungendo un altro tassello al processo di riqualificazione urbana e ambientale di uno dei più significativi esempi di architettura industriale di fine Ottocento (photo gallery).
«In totale sono previsti 92 alloggi, destinati alla locazione a canone contenuto. Gli ultimi 20 dovrebbero essere pronti indicativamente per l'autunno del prossimo anno. Si concluderà così - dichiara Valentino Scomazzon, presidente dell'Ater - un'opera di edilizia industriale che nel vicentino non ha eguali».
Abbandonata e fatiscente, l'area fu acquistata nei primi anni Novanta dall'azienda, che realizzò un progetto di recupero del quartiere, grazie anche alle risorse economiche messe a disposizione dalla Regione Veneto, che «ha sempre creduto nel valore sociale e storico del progetto. L'intervento - prosegue Scomazzon - si è posto come obiettivo di ridare vita alla storia, nel rispetto dei valori e della concezione originaria di Alessandro Rossi, trasformando gli spazi in moderne abitazioni di qualità , rispondenti alle rinnovate esigenze della comunità . Si è tralasciato l'utilizzo di energie alternative, ma è stata posta particolare attenzione al recupero dei materiali storici, quali pietre, archi, scale, addirittura ringhiere. Il risultato è la realizzazione di un quartiere dove la qualità della vita è al centro dell'attenzione. Non solo, quindi, ristrutturazione degli edifici, ma creazione anche di un polo dedicato alle relazioni sociali, con zone verdi e aree dedicate al passeggio e al gioco».
Dato l'impegno economico di studio architettonico e di realizzazione dell'opera, oltre all'ampiezza volumetrica dell'area, l'intervento si è svolto per fasi e per stralci, nell'arco di più di 15 anni. Il costo totale del recupero delle 92 unità abitative, oltre alle urbanizzazioni, i sottoservizi, le autorimesse, le piste ciclopedonale, le strade, è di circa 11 milioni di euro, finanziati con fondi provenienti dall'alienazione del patrimonio Ater, fondi propri e con il sostegno della Regione.
Il quartiere, i cui alloggi sono finora già tutti assegnati, è anche rappresentativo di una comunità multietnica, in cui convivono famiglie di diverse culture, lingue e religioni. «Significativo è il fatto che, in occasione della consegna degli ultimi 24 alloggi - ricorda il presidente - il parroco abbia dato il benvenuto ai nuovi e futuri abitanti del quartiere in diverse lingue».
Un altro importante esempio, quindi, di gioielli vicentini del passato che tornano a splendere e che viene messo a disposizione della comunità locale che, seppur mista, certamente saprà apprezzare l'importanza e l'esclusività di abitare luoghi e strutture che sono e rappresentano la nostra storia.
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