A Caldogno poca trasparenza, il M5S non ci sta
Venerdi 22 Marzo 2013 alle 20:12 | 0 commenti
La trasparenza e il dialogo tra amministrazione e cittadini, sembrerebbero essere due punti dolenti per la giunta calidonense. I dubbi in merito alla gestione della cosa pubblica del comune di Caldogno vengono, infatti, sollevati da Giovanni Baron, rappresentante del Movimento 5 Stelle. I fatti su cui il grillino torna a chiedere delle delucidazioni a chi di competenza risalgono alla fine del 2012, quando emerge che, dall'albo pretorio del comune, mancano le delibere 37/2012 e 57/2012.Â
Per fare chiarezza, quindi, il gruppo consigliare di minoranza "Caldogno Terra Nostra" presentò un'interrogazione, a cui Il Responsabile della struttura segreteria, Anna Zanotti, rispose così: "la mancata protocollazione delle delibere di giunta è dovuta al fatto che tali delibere non sono ancora pubblicate" (protocollo n. 16782). Il Segretario Comunale Pellè aggiunse poi che, mentre la delibera 37 sarebbe stata ritirata perché non più necessaria, la 57 sarebbe stata pubblicata in seguito (protocollo n.16783/16784). Stando a questi atti ufficiali le delibere chiamate in causa sembrerebbero esistere e in attesa di essere pubblicate. L'uso del condizionale però è d'obbligo, visto il dietrofront del Segretario Comunale, che successivamente cambia la versione ufficiale, sostenendo che le delibere in questione non esistono e sono il frutto di un'errata numerazione, come riportato dal consigliere di "Caldogno Terra Nostra", Luca Scalco. Ulteriore segnale di scarsa trasparenza, secondo Baron, è riscontrabile nella rimozione dal sito del comune del collegamento all'archivio storico delle delibere. Quelle adesso visibili, infatti, partono da inizio 2013. Altra questione spinosa sollevata da Baron riguarda la limitazione delle videoriprese dei consigli comunali, che vengono ammesse, ma con un vincolo. "Al momento in tutti i consigli comunali ho potuto riprendere, ma solo per uso privato, non possono poi essere fatte pubblicazioni in internet...non so bene secondo quale legge...anche perché stanno svolgendo una funzione pubblica a tutti gli effetti", sostiene il rappresentante 5 stelle. Intanto a Baron, il consigliere comunale Mion riferisce che il comune sta valutando il costo delle telecamere, intorno ai 1500 euro, e che il provvedimento sarebbe stato discusso nell'ultimo consiglio comunale. Per adesso delle telecamere non c'è però alcuna traccia. "Manca la volontà del Comune di permettere ai cittadini di riunirsi liberamente", continua Giovanni Baron che denuncia la difficoltà di pervenire spazi pubblici a Caldogno dove poter realizzare assemblee aperte ai cittadini. La sala consigliare è infatti utilizzabile solo in periodo elettorale, il colonnato di Villa Caldogno non è disponibile, così come la sala Enal, inagibile per lavori di manutenzione. Rimarrebbe la casetta del Parco della Lobbia a Rettorgole. Peccato che l'amministrazione abbia provveduto a vietare riunioni pubbliche con tematiche politiche, previo il suo coinvolgimento, come messo in luce dal Movimento 5 Stelle e dall'associazione "Salviamo il paesaggio".Â
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