69° Ciclo di Spettacoli Classici "Conversazioni", Bulgarini: si uscirà dal Teatro Olimpico, ma solo per conversare con le altre bellezze vicentine
Giovedi 30 Giugno 2016 alle 13:52 | 0 commenti
Si è tenuta nell'odeo del Teatro Olimpico la presentazione del 69o ciclo di spettacoli classi che prende il nome di Conversazioni e che si terrà dal 13 settembre al 9 ottobre. Il vicesindaco Jacopo Bulgarini d'Elci esprime il proprio entusiasmo orgoglioso "è il culmine, per ora, del lavoro degli ultimi anni. Finirà di sicuro negli annali come esperienza di alto livello". L'idea del programma di quest'anno è portate una riforma. "È il 69o festival, ma è il primo di una nuova età ". Diverse sono le novità designate dal vicesindaco. Si tratta infatti non più di un ciclo di spettacoli ma di un festival, ovvero diminuisce la durata e aumenta la concentrazione di spettacoli, saranno infatti molte le proposte ma grazie alle repliche sarà possibile non perdere nemmeno un evento. Quantitativamente per tanto gli spettacoli passeranno da 6 a 13 alla settimana. Altra importante e fondamentale novità è che si esce da Teatro Olimpico, altri infatti saranno i luoghi protagonisti del festival. "È un paradosso? No" spiega Bulgarini.
"Si andrà anche al Teatro Astra nonchè, grande novità , nel salone della Basilica Palladiana. Il nome dell'evento è Conversazioni proprio perché le varie sedi imparino a conversare affinché Vicenza diventi una città set" e continua "è un momento fondamentale per Vicenza per affermare le sue qualità , di cui può vantarsi". Con l'occasione sono aumentati i rapporti con l'Accademia Olimpica: "una scommessa e un arricchimento" conclude il vicesindaco. Con lo stesso entusiasmo parla del progetto Roberto Ditri, Presidente della Fondazione Teatro Comunale di Vicenza, dichiarandosi "emozionato di essere nel Teatro Olimpico che è un unicum mondiale". "Mi piace di questo progetto la volontà di creare sinergie, che oggi vedo già in atto in questo tavolo. O meglio conversazioni, come quelle create tra Olimpico e Basilica".
Cesare Galla, Vicepresidente vicario dell'Accademia Olimpica, ricorda con piacere che per lungo tempo l'Accademia ha avuto un ruolo primario nell'arte, ma "si tratta ormai di trent'anni che non c'è un tavolo come quello di oggi e ne sono molto entusiasta". "L'innovazione del progetto,poi, è totale. È un nuovo inizio per il Teatro Olimpico" dichiara Galla. Infine, per un tocco artistico, prende la parola il Curatore Franco Leara che con orgoglio esprime quanto sia una svolta questo festival, del resto "ciò che non cambia invecchia". Descrive il Teatro Olimpico come attore degli eventi non semplice luogo ospitante, una passerelle passiva. Così come lo sarà la Basilica e tutti i luoghi e gli enti, nonché gli spettatori, che vi saranno coinvolti.
Leara conclude raccontando la trama di uno degli spettacoli, "Delfi Cantata" che mette in scena lo sfogo di uno dei guardiani del sito archeologico di Delfi, stanco di veder passare davanti a sè centinaia di visitatori che andavano a vedere un così grande patrimonio artistico senza realizzarlo. "Voglio esorcizzare questo. Che non accada con le bellezze di Vicenza, ma che possiamo renderci conto da ora di che patrimonio abbiamo davanti agli occhi".
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