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69° Ciclo di Spettacoli classici a Vicenza: di “classico” non sembra esserci molto...
Venerdi 16 Settembre 2016 alle 16:13 | 0 commenti
Ho aspettato con una certa ansietà  il 69° Ciclo di Spettacoli classici al teatro Olimpico e alla Basilica palladiana, dopo la inenarrabile vicenda dello spettacolo che il Sindaco Variati dovrebbe, in un anno, aver approfondito, come da sua dichiarazione, ma di cui mai consoceremo l’esito. Il mondo classico, da sempre amato a Vicenza, basti ricordare l’Achille di Antonio Loschi, o l’inaugurazione proprio del teatro Olimpico con l’Edipo re di Sofocle, ha avuto nel Ciclo di settembre un valore per la città e anche per il teatro italiano stesso aperto alla cultura straniera, nel 1968 Le Mosche di J.P. Sartre con l’indimenticabile Valeria Morriconi, e sempre con una grande attenzione proprio al “classico†ossia ciò che dal passato ci proviene e che ha sempre validità o che “nuovo†potrebbe diventare un classico, come appunto è il testo del francese.Â
Leggendo il programma del Ciclo in un bel volumino rosso con una colonna al centro, speriamo non sia simbolicamente un medium ostendere digitum, ci si accorge che sono presenti un Monologo del 1995, ben due “balletti civili†che non si sa che cosa voglian dire o forse sono atti all’educazione alla cittadinanza dei numerosi immigrati stranieri a Vicenza, poi 6 “prime assolute†un “evento esclusivo per il teatro Olimpicoâ€, un “nuovo allestimento e un Socrate il sopravvissuto, tratto dalle pagine più emblematiche di un romanzo di A. Scurati. Ci sono nomi classici, come Hamlet, Socrate, Desdemona, Galileo, Macbeth e forse “Tensho†del Teatro Sakurama-Kai. Infine pare che una “ W.S. Tempestâ€, si riferisca al grande drammaturgo inglese di cui ricorre il centenario e dove “naufragano tutti i personaggi delle opere†dell’Autore.
Certo che di “classico†non sembra esserci molto, perché si parla quasi esclusivamente di “prime†e quindi tutte novità , e alcune sono rivisitazioni, forse riscritture, ripensamenti o addirittura “ esperimento sofisticato di metateatro, crudele e divertente allo stesso tempo†e il tutto riferito al drammaturgo inglese e alla sua opera La Dodicesima notte. A parte che personalmente considero le rivisitazioni quasi sempre una mancanza di originalità e di sfruttamento di quanto già compito e meglio in genere da altri nel nostro caso William Shakespeare, mi chiedo se questo sia “classicoâ€. La domanda ha una risposta e la rintraccio proprio nel pregevole volumino rosso, dove di classico vi è un solo elemento: la numerazione del mese. Infatti tutto il ciclo e le singole date sono indicate con il numero del mese...in romano (13 IX/9X16 e per i singoli spettacoli, ad esempio 17,IX ore 22.00).
Che si vuole di "classico†in più, che ci si accontenti e magari il Sindaco troverà anche quest’anno in occasione del 69 Ciclo, materia di approfondimento, ma vedremo.
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