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2 giugno, Ciambetti risponde a Di Paola: non servono le parate

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 5 Giugno 2012 alle 10:17 | 0 commenti

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Roberto Ciambetti, Lega Nord  -  Il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, intervistato da Maria Latella su Sky ha scelto una immagine singolare, non del tutto fuori luogo per un ammiraglio, citando la Tempesta di Shakespeare: "...la sfilata del 2 giugno - ha spiegato il ministro - è un simbolo e i Paesi vivono di simboli, le istituzioni vivono di simboli e i simboli non sono mai uno spreco. Vorrei ricordare che i simboli sono della stessa sostanza dei sogni e la natura dell'uomo, come dice Shakespeare ne La Tempesta, è fatta della stessa sostanza dei sogni".

A dire il vero Shakespeare, nel famoso monologo di Prospero della prima scena del quarto atto di una delle sue opere più riuscite, dice una cosa ben diversa: "...the great globe itself, /Yea, all which it inherit, shall dissolve/ And, like this insubstantial pageant faded/ Leave not a rack behind. We are such stuff/ As dreams are made on, and our little life /Is rounded with a sleep" il che tradotto significa che "lo stesso grande globo con quanto contiene si dissolverà come questa cerimonia inconsistente senza lasciare traccia. Noi siam fatti della stessa sostanza dei sogni e la nostra piccola vita è circondata dal sonno". Shakespeare, dunque, parla di cerimonia inconsistente, destinata a dissolversi. La citazione, dunque, sembra un autogol. E' anche vero che ci sono sogni che si trasformano in incubi e così può accadere che le parate militari si trasformino in preambolo di cieca violenza come capita di pensare che ci si trovi di fronte al Cremlino come alla Porta di Brandeburgo. Non è di questi simboli, più o meno evanescenti, più o meno inquietanti, che abbiamo bisogno, ma di ben altro e lo vedremo fra poco, quando l'Unione Europea si, e ci, porrà finalmente davanti alla realtà dei fatti e delle decisioni da assumere: l'Europa ha due velocità, due modelli che non riescono e non possono convivere tra di loro. La speculazione che attacca la moneta europea non fa che prendere atto di questa frattura: non si può pensare che stia in salute uno stato, come la Spagna, che ha oltre il 24 per cento della popolazione disoccupata e banche esposte per centinaia di miliardi di Euro, o l'Italia in cui, come sostiene il ministro Passera, la mancanza di lavoro condiziona la vita di 28 milioni di cittadini, mentre il peso del debito pubblico galoppa al 123 per cento del Pil nonostante una cura draconiana che ha annichilito il ceto medio produttivo lasciando inalterato però le rendite di posizione e i privilegi. Simon Johnson, ex capo economista del Fondo Monetario internazionale e oggi docente al prestigioso Mit di Boston, ha detto senza mezzi termini che in Italia stiamo giungendo al momento decisivo sintetizzato nella prospettiva di una divisione del Nord "che ha tutte le carte in regola per entrare nell'unione dei virtuosi", dal resto del paese. La divisione è spiegata da molti economisti sulla base di diversi obiettivi che le due aree devono porsi: da una parte proseguire nella strada dello sviluppo industriale, dall'altra chi deve iniziare a imboccare la via del risanamento, né più, né meno, di quanto non accada tra Olanda, Germania e Finlandia con Grecia, Spagna e Portogallo. La prossima tappa di questa escalation è prevista per il 17 giugno, quando ad Atene si ritornerà a votare e se si affermerà Syriza, di Alexis Tsipras la Grexit, l'uscita della Grecia dall'Euro, da fantasma inconsistente diventerà realtà concreta con tutte le conseguenze del caso. E i deboli collanti che tengono uniti i paesi meno virtuosi dalle aree avanzate inizieranno a cedere.
Appuntamento al 17 giugno? Per gli scaramantici il numero non è esattamente dei più fortunati: a Berlino si chiama Straße des 17. Juni, Strada 17 Giugno, la prosecuzione dell'Unter den Linden, che unisce la Porta di Brandeburgo alla Ernst-Reuter-Platz, lungo quella prospettiva dove sfilavano con intenti non esattamente solo simbolici le truppe del Führer.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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