"Gianluca Vacchi, 10 milioni di debiti. Bpm pignora ville, barche e quote del golf": così titola Quotidiano.net e analoghe notizie si trovano oggi su tutti i media nazionali tra cui IlFattoQuotidiano.it e Il Corriere.it che oggi ne rivelano le prime disavventure milionarie dopo averlo "osannato" uno dei fenomeni mediatici degli ultimi anni, estati in primis, l'imprenditore noto meno per le sue attività societarie (è anche socio del colosso del packaging, la Ima di Bologna, ma i parenti "contitolari" ne hanno da sempre precisato l'estraneità alla gestione pur, si legge, remunerandolo con 5 milioni di euro all'anno purchè, dicono, stesse lontano) e più per i suoi 12 milioni di follower, veri o presunti che fossero, e per le sue donne, anche queste innamorate o solo... "following" non si sa.
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La Consob e la Banca d'Italia hanno vigilato sulle banche con la stessa micidiale efficacia del palo della banda dell'Ortica, che "vederci non vedeva un autobotte, però sentirci ghe sentiva un acident". L'autoritratto, dipinto dalla sentenza con cui la Consob sanziona amministratori e manager di Banca Etruria per aver ingannato il mercato quattro (sic) anni fa, costringe a stropicciarsi gli occhi. Nella primavera 2013 Banca Etruria chiede ai risparmiatori 220 milioni (100 di capitale e 120 di obbligazioni subordinate) per rimettere a posto un patrimonio bucherellato, ma non mette nel prospetto informativo tutte le informazioni sulla sua situazione economica, "circostanza questa", accusa la Consob, "che non ha consentito agli investitori di pervenire a un fondato giudizio".
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Secondo l'ultima elaborazione dei dati INAIL effettuata dagli esperti dell'Osservatorio Sicurezza di Vega Engineering, è tragico il bilancio degli infortuni sul lavoro in Italia nel primo semestre 2017. Sono 473 le vittime registrate di cui 337 in occasione di lavoro e 136 in itinere. Nella graduatoria nazionale, le regioni che contano il maggior numero di vittime in occasione di lavoro sono l'Emilia Romagna e la Lombardia entrambe con 36 casi, seguite da Sicilia (31 vittime) e Veneto (29 decessi). L'unica regione in cui non è stato rilevato alcun incidente mortale è la Valle D'Aosta. A livello provinciale, si mantiene stabile al primo posto Roma con 14 casi registrati e un indice di incidenza sugli occupati pari a 7,9. Subito dopo si trovano Torino (12 morti), Pescara e Milano con 11 decessi.
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Il presidente di Confcommercio VicenzaSergio Rebecca così replica alle nuove disposizioni che obbligano gli affiliati ad accettare i pagamenti con il bancomat anche in caso di cifre modeste: "Senza correttivi sui costi del Pos, per le piccole transazioni i commercianti rischiano di vendere i loro prodotti e servizi in perdita". Commercianti e titolari di pubblici esercizi in fibrillazione per l'ipotesi di sanzionare, con 30 euro di multa, chi non mette a disposizione dei clienti la possibilità di pagare attraverso il bancomat o la carta di credito.
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Alla domanda sulle azioni della BPVi da lui vendute come "banchiere" e da lui "comprate" come uomo di fiducia del marchese Giuseppe Roi, Gianni Zonin, ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, ora in liquidazione coatta amministrativa, e della Fondazione Roi, "demolita" dalla sua gestione (cfr "Roi. La Fondazione demolita"), risponde ai due pm che da due anni conducono le indagini sul crac della banca, Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, che la scelta dei titoli non l'ha fatta lui (oddio, che meraviglia!) ma Divo Gronchi, ovviamente anche lui nel cda di banca e fondazione, anche se giusto il tempo di fare da parafulmine postumo a Zonin sulla questione del conflitto di interessi (per non parlare dell'eccesso di investimento speculativo concentrato su un solo titolo da parte di una, ora ex, Onlus). Ma Zonin dice di più ai due pm.
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Pubblichiamo volentieri l'analisi che fa il presidente di ViNòva, Otello Dalla Rosa, del default della Banca Popolare di Vicenza con una doverosa premessa e puntualizzazione su una sua frase. Dalla Rosa, che non ce ne vorrà per la nostra "pignoleria", dice di aver seguito "il dibattito sulla crisi delle banche partito dalle pagine del Corriere della Sera e giunto di recente alle pagine del Giornale di Vicenza e delle testate on-line locali...". In effetti, se il dibattito è partito solo oggi sui media a cui fa cenno, la denuncia del default in arrivo è iniziata su VicenzaPiu.com dal 13 agosto 2010, come ben sa il presidente di ViNòva, che ha presentato "Vicenza. La città sbancata" per secondo e tra i pochi a Vicenza.
Se il presidente Sergio Mattarella e il premier Paolo Gentiloni ci tengono tanto, come pare, a rinnovare il mandato del governatore della Banca d'ItaliaIgnazio Visco che scade a novembre, dovrebbero almeno chiedergli qualche spiegazione. E farcela conoscere, qualora la ottenessero. Il "Fatto" sta documentando la distrazione degli ispettori di Bankitalia. Hanno stazionato per mesi, a più riprese dal 2010 al 2015, negli uffici della Banca Popolare di Vicenza senza accorgersi che il padre-padrone Gianni Zonin la stava sfasciando. Non si sono accorti che BPVi ha finanziato l'acquisto di proprie azioni da parte dei clienti per oltre un miliardo di euro.
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"Reticenza dei controllori - via Nazionale sapeva tutto dei trucchi di Zonin sui conti ma per 21 mesi il capo della vigilanza Barbagallo ha taciuto informazioni ai pm": ecco come il sommario dell'articolo scritto su Il Fatto Quotidiano odierno da due firme eccellenti, quelle di Carlo Di Foggia e Giorgio Meletti, mette in ordine e sintetizza quanto la molto più modesta mia firma scrive e sostiene da tempo su VicenzaPiù col supporto di documenti che abbiamo (...letto) anche noi, a parte le missive esplicative citate dai due maxi colleghi. Buona lettura col nostro modestissimo avallo...
"Per la prima volta nei quasi 100 anni di vita, non sarà un'italiana a guidare la congregazione. A raccogliere, infatti, il testimone, per dodici anni nelle mani di suor Emma Dal Maso, la spagnola suor Maria Teresa Peña Toba, che ieri mattina ha lasciato Vicenza per organizzare trasferimento e soggiorno nella Casa madre di contra' San Domenico, da dove tutto ha avuto ed ha origine": così leggiamo dal GdV che, dopo la Banca Popolare di Vicenza la cui polpa è passata alla gestione "straniera" di Intesa (e chissà che non sia un been...), anche le Dorotee, vicentinissimeanche se nate un lustro dopo la BPVi, sono ora guidaat da una "foresta". Ma per il Veneto, che ha accusato anche il flop di Veneto Banca, oggi c'è un altro annuncio negativo che leggiamo su la Repubblica: "il Friuli batte in volata il Veneto: è sua la paternità di uno dei dolci più amati, il tiramisù"...
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Lo Stato ripete continuamente che il popolo approfitta della Sua bontà e allora i goveranti aumentano le tasse, fanno tagli disastrosi, privatizzano la Sanità e in tutti i ministeri ci sono solo provvedimenti a discapito dei cittadini, ma poi consegnano 80 euro e chi si è visto si è visto... grazie per l'elemosina Per ultima c'è una ciliegina sulla torta, non mi ero dimenticata: lo stato italiano vuole così bene ai suoi cittadini che pensa di mettergli le mani in tasca, togliendo tutti i risparmi e vendendo le banche venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, a un euro, salvando la parte buona a vantaggio di Intesa Sanpaolo e mettendo al tappeto 220.000 famiglie. Loro vivono nel lusso più sfrenato, noi cittadini in un po' meno di un bicchiere di acqua,
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