Polveri sottili oltre il limite, non resta che la danza della pioggia
Giovedi 12 Gennaio 2017 alle 17:13 | 2 commenti
Piove, anzi nevica, ma il livello di pm 10 e pm 2.5 nell'aria resta al di sopra del limite. Quelli bravi, l'hanno chiamata "freezing rain", ma rispetto alla pioggia normale, quella tradizionale che obbliga ad aprire l'ombrello, la precipitazione caduta su Vicenza martedì è "servita" solo a mandare in tilt il traffico cittadino. La coltre composta di polveri sottili che soffoca l'intera pianura Padana rimane al suo posto, senza che nulla possa scalfirla. Mercoledì, dopo una breve pausa dovuta alla spruzzata di neve, il livello di polveri sottili registrato dalle centraline di rilevazioni era infatti schizzato ben oltre il limite. (Quella del Quartiere Italia ha registrato 58 µg/m3,e quella di via Baracca 53 µg/m3), Situazione analoga anche negli altri centri della provincia.
Vicenza, dunque, è destinata a rimanere nella top list delle città più inquinate del Paese e poco importa se i polmoni dell'uomo della strada assomigliano sempre più ad una betoniera piena di catrame. Il problema resta il traffico, l'allerta meto, il sale da spalmare sulle strade. L'inquinamento è colpa di tutti e quindi di nessuno e la politica può guardare altrove: piani, veri ed immediati, per far scendere la produzione delle polveri non ce ne sono. Si guarda al cielo come unica soluzione del problema. L'ipotesi di una giornata senz'auto, ammesso che servano, sembra completamente impraticabile, e con il gelo, tipico del periodo, anche chiedere di abbassare di qualche grado il termosifone negli appartamenti è una manovra rischiosa, e per qualche amministratore, anche pericolosamente impopolare. Il paradosso è dietro l'angolo, urlare all'emergenza dopo mesi di pm 10 alle stelle e anni in cui il problema si ripropone, non serve a nulla. A quanto pare, l'unica soluzione all'inquinamento è quella di alzare gli occhi al cielo e lasciarsi andare ad una liberatoria quanto utile danza della pioggia. Pazzienza se poi ci si bagna i piedi.
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