In tempo di crisi si taglia dentista e a tavola
Mercoledi 17 Marzo 2010 alle 11:18Adico  Â
"Quasi due terzi degli italiani vanno meno dal dentista e mangiano peggio" lo sostiene il rapporto Osservasalute.
Infatti dal rapporto emerge che solo il 39,7% si e' potuto permettere di sedersi dal dentista e solo il 5,6% mangia le porzioni raccomandate di frutta e verdura con la conseguenza di ingrassare di più.
"Andare dal dentista per le falcidiate tasche degli italiani è diventato ormai un lusso, molti per curarsi optano per un viaggio oltre confine, altre chiedono dilazioni di pagamento e rinunciano soprattutto ai controlli" spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
Per quanto riguarda invece il consumo di frutta e verdura, aggiunge il presidente dell'ADICO, consiglio "acquistare frutta e verdura nei mercati rionali rispetto la Grande distribuzione
oppure direttamente dal produttore, come i farmers' market, i mercati degli agricoltori
In tempo di crisi si risparmia anche a tavola
Martedi 3 Novembre 2009 alle 18:12ADICO
In tempo di crisi si risparmia anche a tavolaÂ
La crisi economica continua a sortire i suoi effetti, in particolare sulle famiglie che devono fare fronte alla contrazione dei salari e alla disoccupazione.
"E così anche i consumi alimentari restano al palo, con gli acquisti alimentari delle famiglie italiane che rimangono frenati" spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
Le previsioni della Cia-Confederazione italiana agricoltori prevede che quest'anno ci sarà una sostanziale stabilità in quantità rispetto al 2008.
La tendenza al ristagno - avverte la Cia- si è riscontrata, d'altra parte, in tutti i primi nove mesi dell'anno.
"Dall'indagine una conferma: il consumatore appare cauto e, sebbene non riduca i volumi acquistati, aumenta il ricorso alle promozioni e agli acquisti effettuati presso i canali più convenienti, come i discount" evidenzia il presidente dell'ADICO.
Per fare un esempio, dal quadro emerge che quattro famiglie su dieci hanno tagliato drasticamente la spesa alimentare. Il 60 per cento ha addirittura cambiato menù, mentre il 35 per cento è stato costretto ad optare per prodotti di qualità inferiore.
Per mangiare, comunque, si continua a spendere di più al Centro e al Sud che al Nord. Nel contesto dei "tagli" alimentari, si riscontra che -segnala la Cia- il 40 per cento delle famiglie italiane ha ridotto gli acquisti di carne, in particolare quella bovina, il 38 per cento quelli di pane, il 36 per cento quelli di olio d'oliva e il 35 per cento quelli di vino.
Sul fronte dei canali di vendita, alla stabilità degli acquisti effettuati presso supermercati, ipermercati e dettaglio tradizionale, ha fatto riscontro una crescita delle vendite di discount e liberi servizi e una contrazione presso gli altri punti vendita. I discount in particolare presentano aumenti di poco inferiori ai dieci punti percentuali, comprensibili in periodi di congiuntura sfavorevole come quello che sta interessando l'economia mondiale ormai da un paio di anni.