L'arresto di un superboss non fa notizia
Domenica 1 Novembre 2009 alle 14:28
"Ma questo dimostra che c'è un Paese ben diverso da quello del trash e gossip, ben diverso da ciacole e scoasse televisive"
"C'è un corto circuito nel sistema informativo: non è pensabile che trash e gossip, cioè ciacole e scoasse, abbiamo più spazio di fatti straordinari, come l'arresto di Pasquale Russo e i risultati della lotta alla malavita organizzata".
Roberto Ciambetti, presidente del gruppo consiliare leghista veneto, incontrando quest'oggi una delegazione di associazioni impegnate nel sociale, ha sottolineato come "l'arresto di un boss che da 16 anni era nell'elenco dei primi dieci latitanti più pericolosi è un fatto straordinario - ha proseguito Ciambetti - eppure nelle televisioni è stato relegato tra le notizie secondarie e non è la prima volta, in questi ultimi mesi, che accadono fatti di questo genere. Viene spontaneo da chiedersi perché grandissimi risultati nella lotta alle mafie finiscano in secondo piano appunto rispetto a ciacole e scoasse. La prima sensazione - ha sottolineato l'esponente leghista veneto - è che esista una sorta di cecità e incapacità di vedere e raccontare quello che sta diventanto un Paese invisibile, tanto invisibile quanto concreto, un paese che lotta quotidianamente, che soffre, che lavora e vince. L'associazionismo solidale è un esempio di questo Paese. Il lavoro del Ministro Maroni e delle Forze dell'Ordine è lo specchio di una Italia che non si rassegna e che quando mette in campo la sua volontà dimostra che si può sconfiggere anche la malavita peggiore. Da quando c'è il Maroni al ministero degli Interni i risultati iniziano ad essere pesanti - ha spiegato Ciambetti - i latitanti arrestati sono aumentati del 91 per cento e ben 14 tra i primi 30 superlatitanti considerati più pericolosi sono stati finalmente portati nelle patrie galere; i beni confiscati alle mafie sono aumentati del 304 per cento. Forse come ha dichiarato alla trasmissione televisiva ‘Che Tempo che Fa' il Procuratore aggiunto della Direzione antimafia di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, parlare di mafie, e di successi nella lotta alla malavita, non fa audience. Forse: ma aumenta il livello di civiltà e libertà . Né più, né meno, di quanto non accada in tanti altri campi - ha concluso Ciambetti - dove migliaia e migliaia di volontari vincono ogni giorno battaglie incredibili, finendo raramente nei telegiornali"
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