Archivio per tag: Stefano Campanaro

Categorie: Eventi, Cinema

Aspettando Festambiente, Home-La nostra Terra

Domenica 20 Giugno 2010 alle 01:52
ArticleImage Cooperativa Sociale Insieme - Ultimo film ed incontro per 'aspettando Festambiente 2010'.
Lunedì 21 giugno alle ore 20,45 nella sede del cinema Ferrovieri in via Prandina presso l'Oratorio della Chiesa di sant'Antonio, gli Amici di Beppe Grillo di Vicenza proporranno il film "Home-La nostra Terra". Si tratta di un film di Yann Arthus Bertrand che mostra la terribile situazione causata dall'inquinamento nel nostro pianeta e dal riscaldamento globale, registrato con mezzi assolutamente inusuali. Introdurrà la serata il prof. Stefano Campanaro dell'Università degli Studi di Padova ed alla fine del film il dibattito continuerà sulle fonti di energia rinnovabile quali fotovoltaico ed eolico.
L'ingresso è libero e l'appuntamento successivo è la partecipazione a Festambiente che inizierà il 23 giugno al Parco Fluviale del Retrone a Vicenza.

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Categorie: Politica, Energia

Il vento: il petrolio del 2020

Domenica 21 Marzo 2010 alle 01:30

Movimento 5 Stelle       

 

Energia eolicaChi ha la fortuna di frequentare spesso i paesi del Nord Europa o la Spagna non ha potuto di certo ignorare l'aumento esponenziale degli impianti eolici che si è verificato negli ultimi dieci anni. Sembrano spuntare come funghi e le dimensioni delle cosiddette turbine eoliche è sempre maggiore.
Molti si lamentano del fatto che queste grandi strutture "deturpano" il paesaggio con la loro ingombrante presenza ma il loro numero continua comunque ad aumentare senza sosta. La spiegazione a questo fenomeno sta nel fatto che il vento, costante in molte zone nord europee, è una fonte di energia rinnovabile estremamente abbondante e a buon mercato. Non è un caso che Lester Brown, uno dei più grandi pensatori del nostro tempo, nel suo "Piano B" abbia eletto il "vento" come principale fonte energetica nell'economia del 2020.
In un momento come quello attuale, in cui in Italia si fa un gran parlare di ritorno al nucleare, vale la pena di fare una riflessione molto approfondita sulle fonti rinnovabili ed in maniera particolare sull'eolico.
Movimento 5 StelleInnanzitutto cerchiamo di capire quali sono i vantaggi dell'energia eolica. Uno dei più evidenti è certamente che lo spazio occupato è estremamente ridotto: una grande turbina eolica da più di un megavatt di potenza può essere installata in un'area di circa 1000 metri quadrati. Per fare un esempio concreto, se si immaginasse di coltivare la stessa area a granturco allo scopo di produrre bioetanolo per autotrazione, si potrebbero ottenere circa 1,4 metri cubi di granturco, che fornirebbero a loro volta 450 litri di etanolo. Il valore di questo combustibile sul mercato è di circa 300 dollari (negli Stati Uniti). L'energia elettrica prodotta dalla turbina ha invece un valore di 300000 dollari! Questo è uno dei motivi per cui già ora moltissimi contadini guadagnano di più dall'energia elettrica prodotta dalle turbine installate nel loro terreno che dai prodotti agricoli. In Danimarca moltissimi cittadini, specialmente agricoltori, hanno già delle partecipazioni negli impianti eolici presenti nel loro terreno, oppure in quelli off-shore. Anche nelle grandi pianure degli Stati Uniti la tendenza è molto simile. Nello stesso tempo quei contadini possono continuare a coltivare prodotti agricoli e ad allevare bestiame negli stessi terreni in cui sono installati gli impianti eolici.
Un altro grande vantaggio è sicuramente quello che grandi turbine possono essere installate in mare aperto (impianti off-shore) dove la ventosità è costante e l'impatto sul paesaggio estremamente ridotto.
Molti paesi Europei, che in fatto di sviluppo energetico hanno le idee chiare, hanno già fatto una scelta molto precisa, la Danimarca per esempio produce già più del 20% della sua energia elettrica tramite l'eolico e punta ad arrivare al 50% del fabbisogno interno entro il 2020. In questo modo i Danesi stanno pianificando di utilizzare le centrali alimentate da combustibili fossili solo per colmare i "buchi" determinati dalla riduzione dell'intensità del vento. Esemplare è il caso dell'isola Danese di Samsø che già copre il suo fabbisogno di energia elettrica per uso domestico, agricolo ed industriale tramite 10 turbine eoliche da 1 megawatt l'una poste a terra e integrate da altre fonti rinnovabili. L'isola possiede poi un impianto eolico off-shore che consente di pareggiare il bilancio energetico anche per quanto riguarda la mobilità dei veicoli. In termini pratici ciò significa che tutti gli abitanti potrebbero muoversi su auto elettriche sfruttando l'energia del vento. Un vantaggio di questa scelta è che durante la notte, quando le torri eoliche continuano a produrre energia e la domanda per uso domestico si riduce notevolmente, le batterie delle auto possono essere ricaricate con energia elettrica a buon mercato. Quando si ascolta Soren Hermansen, un ex insegnante di scienze naturali ed ideatore del progetto, si capisce immediatamente che è stato grazie alla partecipazione di gran parte degli abitanti dell'isola che questo sogno si è potuto realizzare. Parte della popolazione ha infatti investito il proprio denaro acquistando delle quote negli impianti eolici installati e ha quindi preso parte in prima persona alla realizzazione di un obiettivo in cui tutta la popolazione credeva.
Anche l'Inghilterra punta molto sullo sviluppo dell'eolico tanto che il premier inglese Gordon Brown ha recentemente affermato in un'intervista alla rivista New Scientist che il vento potrebbe diventare in futuro il petrolio della Gran Bretagna. Il premier ha annunciato la prossima inaugurazione di 3000 turbine eoliche entro il 2020. A causa dell'opposizione di numerose persone all'installazione delle turbine a terra, il governo si propone di puntare molto sul cosiddetto eolico "off-shore" riducendo così l'impatto visivo e guadagnandosi la fiducia della popolazione. L'inghilterra ha infatti dichiarato di partecipare alla realizzazione del cosiddetto Atlantic Array, una centrale off-shore (in mare aperto) da 1500 megawatt al largo della costa del Devon. Da sola questa centrale produrrà energia elettrica per più di mezzo milione di abitazioni.
Passiamo ora all'esempio della Germania, uno dei paesi più industrializzati al mondo, anch'essa ha scelto di puntare in maniera massiccia sulle fonti alternative e in particolare sull'eolico, tanto che è attualmente uno dei leader mondiali per potenza installata. Il Cancelliere Angela Merkel ha dichiarato che perseguirà in tutti i modi l'obiettivo 20-20-20. Questo significa che entro il 2020 la Germania produrrà il 20% della propria energia da fonti rinnovabili e avrà ridotto del 20% la produzione di anidride carbonica da fonti non rinnovabili. C'è da dire che già adesso la Germania produce il 16% della propria energia in questo modo. Il capo del governo ha inoltre dichiarato che la Germania proseguirà con l'obiettivo di produrre il 100% della propria energia da fonti rinnovabili.
Un altro punto estremamente importante è che tutte le fonti energetiche rinnovabili sono un enorme volano per lo sviluppo industriale e la ricerca; in Germania ad esempio il numero di persone impiegate in questo settore è superiore alle 250000! Si pensi quale enorme traino per lo sviluppo potrebbero essere le fonti rinnovabili nelle regioni del Sud Italia dove la ventosità e l'irraggiamento solare sono estremamente abbondanti.
Tutti questi esempi, ma se ne potrebbero portare moltissimi altri, sembrano indicare che tutti i paesi più industrializzati puntano in maniera massiccia sull'eolico. Cerchiamo ora di capire come sta andando invece in Italia, questo settore.
L'Italia ha tutte le carte in regola per incentivare un grosso sviluppo dell'eolico: è un paese estreamente energivoro (consumiamo circa 320000 TWh = 320000 miliardi di kWh all'anno) non possediamo fonti di combustibili fossili (petrolio, carbone, metano) e ci sono delle regioni con una buona ventosità. Nonostante nel 2009 abbiamo raggiunto i 4850 megawatt di potenza installata ed una produzione elettrica pari a circa 6,7 TWh (terawattora) (cioè 6,7 miliardi di kWh) (fonte rapporto TERNA), questi equivalgono solo al 2,1% del Consumo Interno Lordo. Anche se in Europa siamo quindi terzi per potenza installata (4850 MW) abbiamo ancora molto da fare per arrivare a livello dei migliori nel settore (Germania 25000 MW e Spagna 20000 MW). Attualmente assistiamo ad un blocco nell'installazione degli impianti in Sicilia, mentre molti ritengono che anche l'eolico off-shore non venga adeguatamente incentivato (http://www.edilportale.com/news/2010/01/risparmio-energetico/eolico-da-record-nel-2009-installati-1.114-megawatt_17487_27.html). Nonostante da molte parti si esprima soddisfazione per i risultati finora raggiunti, quello che lascia perplessi è che, mentre dal 1994 al 2009 la produzione di energia in Italia è passato da circa 232000 GWh a circa 314000 GWh (+35%), la percentuale totale di energia prodotta da fonti rinnovabili è scesa dal 21% al 15,7% (http://www.ecoage.it/produzione-energia-in-italia.htm) ed è attualmente pari a circa il 18%. Inoltre, circa il 15% dell'energia rinnovabile è rappresentata dall'idroelettrico.
Veniamo infine dal quadro internazionale ad una realtà molto vicina a noi: il Veneto e la provincia di Vicenza. E' possibile da noi installare impianti eolici? Di particolare interesse è il caso di Badia Calavena un piccolo comune nei monti della Lessinia che ha sempre avuto un occhio di riguardo per le energie rinnovabili (http://www.badiacalavena.eu/badia-calavena/impianti-energetici/28-badia-calavena-centrale-eolica), la scelta di installare una grande pala eolica sul ventoso Monte Pecora sembra essere stato un buon affare visto che il comune può sfruttare circa il 10% dei 2 milioni di kWh prodotti da questo impianto (vedi foto di apertura dell'articolo). Più recentemente i comuni dell'alto Vicentino e del Trentino che circondano il Monte Carega stanno valutando la possibilità di installare piccoli impianti eolici (http://www.caregaweb.it/) di ridotto impatto paesaggistico. A volte sembra proprio che i piccoli comuni siano molto avveduti anche per quanto riguarda questioni di interesse strategico, questi sono segnali che fanno ben sperare per il prossimo futuro!
Per concludere, quello che viene da chiedersi è: "Quando tra pochi anni i paesi del Nord Europa produrranno percentuali elevatissime del loro fabbisogno energetico tramite le fonti rinnovabili, energia pulita e slegate dalle incertezze del prezzo del greggio, gel gas naturale e dell'uranio, l'Italia a che punto sarà arrivata?" Staremo cercando di installare centrali nucleari pagando cifre enormi alla società francese EDF che detiene il know-how in questo settore? Oppure staremo installando degassificatori per esportare il gas ad altri paesi europei? O peggio ancora staremo incenerendo i rifiuti per produrre energia elettrica (anzichè differenziarli e ridurne la produzione)?
In campo energetico a volte le situazioni appaiono difficili da comprendere. Chiediamoci per esempio come mai nell'inverno del 2009 la Francia con le sue 59 centrali nucleari è stata costretta ad importare l'energia elettrica dai paesi confinanti (http://www.blogeko.it/2009/francia-nucleare-in-crisi-per-il-freddo/). Il motivo è semplice, quando l'energia elettrica viene prodotta in quantità massiccia e superiore al fabbisogno, non vengono attuate poliche di risparmio energetico, l'energia elettrica non si può facilmente stoccare e conservare e quindi viene depauperata. Questo è il motivo per cui in Francia una grossa frazione dell'energia elettrica viene sprecata in inefficienti impianti di riscaldamento domestico. Provate a porvi una domanda: "Un'azienda che produce un determinato bene di consumo ha maggiore interesse a vendere grandi quantità di quel determinato prodotto o a far sì che i consumatori ne facciano un uso avveduto e ne consumino la minor quantità possibile?" La risposta probabilmente è: "cercheranno di incentivare i consumi". Da ciò quindi possiamo imparare una grande lezione: la strada corretta non è quella di produrre enormi quantità di energia elettrica in maniera non sostenibile nella speranza di farne diminuire il prezzo.
Siamo quindi ancora una volta noi cittadini, esattamente come hanno fatto gli abitanti dell'isola danese di Samsø, a doverci informare correttamente e a chiedere e ottenere che le energie rinnovabili vengano tenute in giusta considerazione, dato che innegabilmente saranno la nostra unica via di salvezza quando i combustibili fossili saranno vicini all'esaurimento.
Personalmente credo che molti cittadini sperino che il futuro del nostro paese in termini energetici sia simile a quello degli altri paesi europei più virtuosi e che non avremo invece ceduto alle "tentazioni" di alcune grandi industrie energetiche o di governanti che molti giudicano "poco lungimiranti" in tema di sviluppo energetico.

Prof. Stefano Campanaro per il MoVimento 5 Stelle

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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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