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Lunedi 4 Giugno 2012 alle 18:02Convention Giovani Imprenditori Confapi
Sabato 20 Marzo 2010 alle 21:00Apindustria    Â
Il Futuro è adesso cominciamo a progettarlo
Innovazione e formazione al centro della discussione della Convention federale del Gruppo Giovani Imprenditori Confapi. Tra gli ospiti Roberto Vacca e Andrea Pontremoli
«Intuizione, coraggio, immaginazione: queste le tre qualità di base che deve avere l'imprenditore. Non solo: deve essere sempre un passo avanti rispetto agli altri, tanto da poter prevedere il futuro ed iniziare a progettarlo nel presente». Con questa affermazione di Lucia Filippi, presidente del Gruppo Giovani Confapi Veneto, è iniziata la convention nazionale del Gruppo Giovani Imprenditori Confapi - la Confederazione della Piccola e Media Impresa che associa circa 57.000 PMI, distribuite su tutto il territorio Nazionale, con oltre un milione di addetti - tenutasi oggi 20 marzo all'Hotel Vergilius di Creazzo (Vicenza).
Il futuro, quindi, come tema portante dell'assemblea federale di quest'anno, perché per uscire dalla crisi è importante "concentrarsi su cosa vorrà il mercato di domani e soprattutto capirlo oggi", senza mai dimenticare, nel frattempo, la centralità della persona. "IL FUTURO È ADESSO - Cominciamo a progettarlo", questo il titolo dell'assemblea, e a confrontarsi sull'argomento i Giovani Confapi hanno chiamato relatori importanti, tra cui il noto futurologo, professor Roberto Vacca, esperto di Previsione Tecnologica, Andrea Pontremoli, Amministratore Delegato della Dallara Automobili Spa e Andrea Malacrida, Direttore Marketing e Commerciale di Adecco Italia, insieme ai protagonisti della politica, cui è legittimo e doveroso chiedere di ascoltare e rendere possibili e concreti gli scenari prospettati, mettendo a disposizione strumenti e normative semplici e a misura di cittadino. E così a rispondere agli interlocutori c'erano anche Elena Donazzan, Assessore Regionale alle Politiche dell'Istruzione e della Formazione e Claudio Rizzato, Consigliere Regionale della Regione Veneto.
Un'importante premessa di base: oggi il compito di accelerare i processi di ripresa è assunto in parte dai governi e in parte dalle imprese e, mentre la situazione culturale è migliore che in passato, rimane inadeguata rispetto al potenziale ottenibile integrando la cultura tradizionale con la ICT. «Per mirare a una gestione globale della qualità - ha fatto presente Vacca - occorre uscire dai cancelli dell'azienda: la ricetta è innovazione e formazione. A lungo termine occorrerebbe un'azione internazionale congiunta di aziende, accademie, parlamenti e governi, mirata a innalzare il livello medio di cultura. Oggi, infatti, oltre a scienza/tecnologia e umanistica sono vitali informatica/, biochimica, energetica, socio-economia, previsione tecnologica. Senza dimenticare che le attività innovative, perché abbiano maggior validità , vanno integrate trasversalmente su scala regionale, interregionale e trans-nazionale. Ciò che, invece, pare tristemente imperare è il circolo vizioso "bassa qualità d'insegnamento - bassa cultura media - inadeguatezza dei decisori pubblici e privati». Insomma, bisogna studiare molto, occuparsi di cose importanti, investire sulle risorse umane per valorizzarle e migliorarle, puntare all'integrità e al total quality management, scrollandosi di dosso la mediocrità imperante che appiattisce le teste.
«La crisi - ha aggiunto Pontremoli - ha il grande vantaggio di forzare a riprendere familiarità con il tempo, di aprire le menti forzando alla riflessione e al pensiero critico: è in questi contesti, dove per assurdo tutto sembra finito - ma ad essere finito è solo ciò a cui siamo abituati, il circolo vizioso di cui siamo schiavi - che emergono le idee intuitive e "diverse". Ed è proprio l'"unicità " ciò a cui puntare perché la nostra aziende abbiano successo nel futuro».
Un confronto interessante e ricco di spunti, quello emerso, dove si è cercato di rimanere fedeli allo scopo di fondo che i Giovani Imprenditori Confapi si erano dati: non parlare della crisi ma degli scenari futuri cui guardare con ottimismo e intelligenza innovativa. Una visione ottimista, che almeno la classe dirigente giovane deve avere.
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