Domenica scorsa la giornata del migrante
Martedi 24 Novembre 2009 alle 12:59Associazione Spazio Aperto
VII Giornata del Migrante - 22 novembre 2009
STORIE DI INFANZIA NEGATA. IN TUTTO IL MONDO
Bambini soldato, spose bambine, lavoro minorile, abusi sessuali. Sono state le storie di infanzia negata raccontate alla scuola media di Creazzo domenica 22 novembre, a pochi giorni dalla giornata dei diritti dell'infanzia. Un incontro tra culture che si è svolto all'interno dell'VIII edizione della Giornata del Migrante, organizzata dall'Associazione Spazio Aperto con il patrocinio del Comune di Creazzo. Storie di silenzi, di asettiche burocrazie e di ferite mediate dalla brava giornalista Jenny Tessaro. Tra riflessioni e canti, per il quale si sono mobilitati alunni delle medie ed elementari e i loro insegnanti. Si comincia con Zaccaria che racconta del poverissimo Burkina Faso dove i bambini iniziano a lavorare a 3 anni, i più fortunati a 7. Lavorare significa andare nei campi o saldare con strumenti di fortuna, come è capitato a lui. A 15 anni è arrivato in Italia e ha coronato il suo sogno: studiare. Ora si sente fortunato. Poi è il turno del medico Zamperetti che ha passato due anni in Tanzania dove si registra un migliore tasso di alfabetizzazione. L'istruzione è qui obbligatoria ma mancano i soldi per pagare i maestri. E così i bambini tra le lezioni lavorano nei campi di proprietà della scuola per creare un'entrata finanziaria. In Europa l'infanzia negata è legata soprattutto ai problemi di abusi sessuali e maltrattamenti. In Italia si stima che il 93% degli abusi sessuali si svolgono all'interno delle famiglie. E nel resto d'Europa la situazione non cambia, un problema che si è accentuato da 30 anni con il disgrego del nucleo famigliare primario. La psicologa Piera Moro, con la commovente testimonianza di un bambino di 10 anni violentato dal padre, lancia un messaggio: prendiamoci il tempo di parlare con i nostri figli. A parlare del Brasile, è Giada Marcolongo, che qui ha fatto un'esperienza di volontariato in una scuola. Nel paese vige uno statuto dei diritti dei bambini e degli adolescenti, ma solo in teoria perché di fatto i problemi sono molti. L'istruzione è obbligatoria ma non garantita perché le famiglie non hanno i soldi per accedervi. Le risposte dei governi sono diplomatiche e così si sono create delle scuole comunitarie gratuite che non rilasciano alcun titolo. E negano la possibilità di un futuro. Del Tibet parla Ombretta Ciscato dell'Associazione Sidare che accoglie nel nord dell'India i bambini che scappano dal Tibet. Il Tibet dominato dalla Cina nega l'istruzione e i bambini sono costretti a fuggire, spesso a non tornarvi più. Lontani per sempre dalle proprie famiglie. Per il Pakistan il mediatore Arif Maimod parla soprattutto di sfruttamento minorile per la produzione di quei prodotti che noi acquistiamo. Nasce una riflessione sulla consapevolezza critica dell'acquisto, che potrebbe essere frutto del lavoro delle "manine" di un bambino. Siamo tutti responsabili del futuro e tutti possiamo fare molto per mutare le cose. Ogni adulto dovrebbe sentirsi moralmente coinvolto.