Sei Torcolato in verticale: il tempo vince
Sabato 20 Marzo 2010 alle 14:47Cantina Beato Bartolomeo di Breganze     Â
Una degustazione promossa dalla delegazione Ais di Vicenza alla Cantina Beato Bartolomeo confronta alla cieca sei annate di Torcolato. Con molte sorprese.
Sei annate di Torcolato Breganze DOC della Cantina Beato Bartolomeo, dal 2000 al 2006 (saltando la 2004, anno in cui non è stato prodotto) per comprendere l'evoluzione nel tempo del passito di uva Vespaiola e l'influenza dell'annata. La modalità di degustazione della serata organizzata dall'Ais di Vicenza è stata voluta dal delegato provinciale, Mariucia Pelosato, che ha servito le sei annate in ordine casuale e alla cieca. Sorpresa alla fine tra i cinquanta partecipanti, al momento di svelare le etichette: le annate più vecchie, come 2000 e 2002, erano state indicate tra quelle più giovani fuorviando molti tra i presenti.
A fare gli onori di casa ci ha pensato Giuseppe Sartori, responsabile commerciale della Beato Bartolomeo, nonché produttore e socio. Ripercorrendo il processo produttivo del Torcolato, ha spiegato che viene impiegata solo uva di varietà Vespaiola, autoctona di Breganze, vendemmiata a metà settembre non del tutto matura. Le uve provengono da alcune parcelle collinari, caratterizzate da terreni tufacei-vulcanici. Vengono selezionati grappoli spargoli e sani, che potranno sopportare l'appassimento evitando lo sviluppo di muffe e marciumi. Quindi l'appassimento in un ambiente deumidificato fino ad una concentrazione del 32-35% di zuccheri nell'acino. Pigiatura, immediata separazione dalle bucce e una lenta fermentazione a 18°, una parte in acciaio e una parte in legno. Segue l'affinamento per 24 mesi in botti di rovere da 20 ettolitri.
Posta la costanza di questi passaggi produttivi, la degustazione ha permesso di capire a fondo l'influenza del fattore climatico su un vino come il Torcolato. L'ultima annata si è subito rivelata immediatamente al degustatore, svelando i tratti tipici del Torcolato (al naso albicocca secca, miele, mandorla, mineralità ) con notevole fragranza, una freschezza e alcune spigolosità che lasciano supporre un vino che sta ancora evolvendo positivamente. Annate come 2000 e 2002 hanno invece tratto in inganno i sommelier, presentando note più evolute al naso, ma una freschezza e un equilibrio in bocca invidiabili. Caratteristiche meno percepibili nel 2003 e 2005 che risutano meno intensi al naso e meno persistenti. Ritornando con la memoria all'andamento climantico di queste ultime non è difficile capire come la torrida estate del 2003 abbia determinato una minore acidità nelle uve e una minore trasmissione delle sostanze aromatiche. Circostanze in parte ripetute nel 2005. La 2001 è l'annata che più di ogni altra rivela note ossidative al naso e una notevole complessità , tratti a cui l'annata 2000 deve ancora giungere: caratteristiche che dimostrano la longevità del Torcolato e la sua vocazione di grande vino da abbinamenti salati.