Dino De Poli, L'Avatar di profumo?
Giovedi 25 Febbraio 2010 alle 20:31
Ciambetti (Lega): "De Poli? Gioca a fare l'avatar di Profumo e le sue dichiarazioni serviranno a dimostrare che non è vero che il Veneto vuole le Olimpiadi a Venezia: il presidente di Cassa Marca va contro gli interessi degli stessi correntisti e azionisti di Unicredito"
"Non so se Dino De Poli, presidente di Cassa Marca, aspiri ad essere l'avatar di Alessandro Profumo o il suo doppelgänger". Il presidente del gruppo consiliare regionale veneto, Roberto Ciambetti, replica duramente alle dichiarazioni del presidente di Cassa Marca che ha criticato la presa di posizione di Luca Zaia contro i vertici di Unicredit scesi in campo per appoggiare la candidatura capitolina per le Olimpiadi del 2020.
"Inutilmente ho atteso una smentita dal presidente di Cassa Marca su quanto riportato martedì dalla stampa - ha spiegato Ciambetti - Silenzio assoluto: le parole di De Poli verranno usate per dimostrare che la candidatura di Venezia non è credibile, che non è appoggiata da tutto il Veneto e che una parte della finanza e dell'economia, anzi, è contraria: le dichiarazioni di De Poli potranno avere un peso devastante nel cammino per la candidatura di Venezia. Ma non solo: De Poli attacca chiaramente Luca Zaia e lo fa con un linguaggio volutamente volgare e inelegante, che mira a delegittimare anche culturalmente un uomo che rappresenta il cambiamento, quella svolta così ostacolata da quei poteri forti di cui De Poli è espressione. C'è da chiedersi perché debba rimanere ai vertici di una banca veneta un uomo che non fa gli interessi del Veneto e che, non a caso, appoggia sistematicamente ogni posizione espressa da Alessandro Profumo, che si tratti di appoggiare la candidatura romana per le Olimpiadi o varare un discusso aumento di capitale. E' anche vero - ha continuato Ciambetti - che banche e banchieri, come dimostra la recente crisi economica, non pagano mai per i loro sbagli e vivono una situazione di impunità incredibile, quasi che i banchieri siano i nuovi intoccabili. Ciò permette a un ‘ragazzo dell'86' di sparare ad alzo zero contro la propria terra, contri gli interessi degli stessi correntisti e azionisti di Unicredit. Non mi si venga a dire - ha concluso l'esponente leghista - che Unicredito come grande banca nazionale deve fare gli interessi della Capitale: una grande banca deve fare gli interessi del suo capitale, un capitale che, in questo caso parte dalla Liguria, si sviluppa in Romagna e trova straordinaria linfa vitale in Veneto e Piemonte, perché è da queste regioni che giungono le Casse di risparmio scippate agli enti locali e che oggi, grazie a uomini come Dino De Poli, giocano l'ultima partita contro il loro stesso territorio. E' il gioco di sempre: noi paghiamo, altri passano all'incasso. E allora si capisce perché l'astio contro Venezia candidata alle Olimpiadi del 2020, perché l'astio contro Zaia".
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