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Categorie: Politica

Ettore Beggiato sulla Repubblica Veneta

Venerdi 21 Agosto 2009 alle 15:08
Progetto Nord Est. 21 agosto 2009   

 

Riceviamo e pubblichiamo

 

Egregio Direttore,
Mai come in questo caldo agosto sono stati usati termini come
patria, nazione, stato, popolo, identità, appartenenza.
Vorrei riproporre una testimonianza di "identità" e di "appartenza" che come veneti ci tocca da vicino.
Il 12 maggio 1797 tramontava la Repubblica Veneta; in diverse zone, però,
le popolazioni continuarono a rimanere fedeli alla Repubblica anche nelle
settimane, nei mesi successivi.
E' il caso di Perasto, località sulle bocche di Cattaro (Dalmazia, ora
Montenegro), che solo il 23 agosto 1797, proprio in questi giorni quindi,
ammainò la Veneta bandiera del Leone di San Marco.
E le parole di saluto del capitano Giuseppe Viscovich sono di una
intensità straordinaria:

"In sto amaro momento, che lacera el nostr cor, in sto ultimo sfogo de amor, de fede al Veneto Serenissimo Dominio, al Gonfalon de la Serenissima Republica, ne sia de conforto, o cittadini, che la nostra condotta passata e de sti ultimi tempi, rende non solo più giusto sto atto fatal, ma virtuoso, ma doveroso par nu.
Savarà da nu i nostri fioi, e la storia del zorno farà saver a tutta l'Europa, che Perasto ha degnamente sostenudo fin a l'ultimo l'onor del Veneto Gonfalon, onorandolo co sto atto solenne, e deponendolo bagnà del nostro universal amarissimo pianto. Sfoghemose, cittadini, sfoghemose pur, e in sti nostri ultimi sentimenti coi quali sigilemo la nostra gloriosa carriera corsa sotto al Serenissimo Veneto Governo, rivolgemose verso sta Insegna che lo rappresenta, e su de ela sfoghemo el nostro dolor.
Par trecentosettantasette anni le nostre sostanze, el nostro sangue, le nostre vite le xe stae sempre par Ti, o San Marco; e fedelissimi sempre se avemo reputà Ti con nu, nu con Ti; e sempre con Ti sul mar nu semo stai illustri e vittoriosi.
Nissun con Ti ne ha visto scampar, nissun con Ti ne ha visto vinti e spaurosi!
E se i tempi presenti, infelicissimi par imprevidenza, par dissension, par arbitri illegali, par vizi offendenti la natura e el gius de le genti, non Te avesse tolto da l'Italia, par Ti in perpetuo sarave le nostre sostanze, el nostro sangue, la vita nostra e, piuttosto che vederTe vinto e desonorà dai toi, el coraggio nostro, la nostra fede se avarave sepelio sotto de Ti!
Ma za che altro no ne resta da far par Ti, el nostro cor sia l'onoratissima to tomba, e el più puro e el più grande to elogio le nostre lagreme!"

ETTORE BEGGIATO

 

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Vicenza intitoli una via a don G. Marini

Martedi 18 Agosto 2009 alle 10:11
Progetto Nord Est. 18 agosto 2009              

 

Fu fucilato dai francesi in Campo Marzo duecento anni fa, il 19 agosto 1809.

Duecento anni fa, il 19 agosto 1809 veniva fucilato a Vicenza dalla soldataglia napoleonica don Giuseppe Marini, giovane cappellano di Carrè.
Ecco quanto scrive il Tornieri nelle sue Memorie:
"1809, 19 agosto....Giorno infaustissimo per essersi, per la prima volta in Vicenza, veduto fucilare un sacerdote. Questo atroce spettacolo si è eseguito questa mattina in Campo Marzo, un'ora dopo terza (le dieci circa). Ritornata la formidabile Commissione Militare alle sue missioni ha condannato ieri, e perciò furono fucilati questa mattina per la solita accusa di sollevazione, i seguenti: Don Giuseppe Marini d'anni 29 di Carrè sacerdote e cappellano di Carrè, diocesi di Padova e Pietro Nicolati, d'anni 39, nativo dell'Ospedaletto di Valsugana di professione muratore."
Di don Giuseppe Marini la storia non dice niente altro; resta l'estremo sacrificio di questo giovane veneto a cui è stata tolta la vita per la sua lotta per la libertà.
Carlo Bullo, l'autorevole storico autore della più completa opera sui movimenti insurrezionali veneti nel 1809 scrive che: "Già nel 12 luglio, presso le sorgenti del Bacchiglione, aveano i militari fatto prigione assieme ad altri sollevati un parroco armato di pistole e di stili aveva indosso una bandiera di San Marco": chissà se siamo in presenza della stessa persona.
Nel 1809 ci furono sollevazioni violentissime in tutto il Veneto e, in particolare, nell'alto vicentino. Intere vallate furono per diversi giorni in mano dei rivoltosi che, il più delle volte, innalzavano la bandiera di San Marco.
Napoleone aveva portato la nostra regione in condizioni di miseria e disperazione come mai nella storia veneta calpestando altresì sistematicamente la Chiesa e provocando la vigorosa reazione del nostro popolo: i francesi, in nome della libertà, dell'eguaglianza e della fraternità, riportarono l'ordine con centinaia e centinaia di morti.
Una pagina, quella del 1809, che meriterebbe di essere conosciuta dal popolo veneto; mancò una figura leggendaria come il tirolese Andreas Hofer che guidasse il nostro popolo, e mancò anche chi, come il grande pittore spagnolo Francisco Goya tramandasse ai posteri l'eroismo di chi lottava per la propria libertà e contro i crimini dell'occupante napoleonico.
Per tutto questo, per ricordare l'eroico sacrificio di un giovane prete, nel secondo centenario dell'insorgenza veneta, auspico che l'Amministrazione Comunale di Vicenza voglia intitolarGli una via come ha già fatto il Comune di Carrè.

Ettore Beggiato
Responsabile cultura Progetto Nordest

 

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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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