Progetti per far muovere il Veneto
Sabato 6 Febbraio 2010 alle 22:08
Ciambetti: «Il futuro corre sui binari dell'innovazione»
«Il Veneto laboratorio di scelte avanzate»
«La mobilità nel Veneto del domani deve basarsi su un sistema complesso dove, in maniera razionale quanto ecosostenibile, diversi modelli di trasporto interagiscono tra loro dando vita ad una rete che ha come obiettivo la sicurezza: sicurezza nella mobilità e tempi certi per gli spostamenti, sicurezza fisica per abbattere il numero di incidenti, ma anche sicurezza per l'ambiente e la salute del cittadino, visto che il trasporto su gomma è determinante per la qualità dell'aria. La Lega crede in questa svolta e punta a fare del Veneto un laboratorio pratico, concreto, di scelte avanzate al servizio del cittadino».
Con queste parole Roberto Ciambetti, presidente del gruppo consiliare regionale della Lega Nord, ha presentato oggi il convegno "Progetti per far muovere il Veneto".
«Mentre è in corso un ampio dibattito sulle problematiche ambientali e sulla chiusura al traffico automobilistico dei centri storici, riteniamo che la sfida della mobilità del domani - spiega Ciambetti - passi attraverso la capacità di creare un sistema, un modello in cui ogni meccanismo sia sincronizzato in maniera tale da dare il massimo servizio al minimo costo economico, temporale, ambientale e sociale. Si tratta di una sfida epocale, che viene affrontata in questi termini per la prima volta in Veneto con l'obiettivo di collegare in modo intermodale i grandi poli attrattori dell'economia, i grandi scali, i porti, gli aeroporti, ma anche i poli attrattori della salute, come le grandi cliniche ospedaliere, i poli della cultura, università e musei, del turismo etc. Una rete fatta di reti, sulla base di una visione unitaria. Ecco l'idea di mettere insieme i diversi livelli dei progetti per il Veneto, che possono funzionare solo se concepiti in una dimensione unitaria».
Relatori del convegno, coordinato da Morena Pivetti de "Il Sole 24 Ore - Trasporti", sono stati, insieme a Roberto Ciambetti, esponenti del settore privato come Giovanni Battista Furlan e Michele Fioratti della Net Engineering Spa, Oliviero Baccelli, vicedirettore del Centro economia regionale Trasporto e Turismo dell'Università Bocconi di Milano, Ennio Cascetta, presidente del Comitato scientifico del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale Veneto, Giuseppe Sciarrone, amministratore delegato di Nuovo Trasporti Viaggiatori, Flavio Tosi, sindaco di Verona.
«Merita un plauso il singolarissimo mix tra tecnici del settore privato, studiosi di importanti centri di ricerca, investitori pubblici e privati nel settore del trasporto su rotaia, rappresentanti delle istituzioni - aggiunge Ciambetti -. Tra gli investitori privati, spicca Giuseppe Sciarrone, amministratore delegato di Nuovo Trasporti Viaggiatori, la società che sfida Trenitalia nell'offerta ad Alta velocità e realtà che porterà nelle nostre tratte ferroviarie la quarta generazione dei modelli Tgv, cioè i treni più veloci al mondo».
Lo scenario su cui si staglia il dibattito proposto dal gruppo consiliare leghista veneto è noto: circa 58 chilometri di strade ogni 100 kmq di superficie e poco meno di 38 chilometri ogni 10.000 veicoli circolanti, per una rete stradale che complessivamente vanta 10.666 km di strade. «Le statistiche dicono che negli spostamenti quotidiani predomina l'uso dell'automobile privata - nota Maurizio Conte, presidente della Commissione Lavori pubblici in Consiglio regionale -, scelta nel 79 per cento dei casi, mentre le critiche verso il trasporto su rotaie sono le più forti soprattutto su due fronti strategici: qualità del servizio e sicurezza nei tempi. In un mondo dove time is money è fondamentale garantire la certezza dei tempi nello spostamento ed oggi sappiamo che il pendolarismo è particolarmente penalizzato. Nei capoluoghi veneti si va dai 213 km di linee di autobus, tram o filobus di Padova ai 57 Km di Belluno, mentre Vicenza presenta la maggiore disponibilità di autobus ogni 10.000 abitanti (11,4 vetture). Gli studi approfonditi, poi, mettono in luce dinamiche singolari: non esiste un modello predominante di trasporto, quanto esiste una variegata domanda di modelli e tragitti differenziati all'interno della compagine sociale».
«Il mondo del pendolarismo classico - continua Roberto Ciambetti - presenta una tendenza maggiore all'uso del mezzo pubblico, con una media di circa 2,4 viaggi al giorno per circa 45 km medi di spostamento, ma a questo segmento, per altro in diminuzione nel corso del primo decennio del secolo, vanno ad affiancarsi altre tipologie di domanda di mobilità più articolata, che alla fine però predilige il mezzo privato. Una riflessione approfondita - conclude il capogruppo leghista - può aprire la strada ad una alternativa vera alle quattro ruote. La Lega, come movimento politico, vuole conciliare le esigenze della modernità con la tutela dei diritti del cittadino e dell'ambiente, e si pone alla testa di una fase di grandi innovazioni, di grandi cambiamenti a misura d'uomo».
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