I premiati Mab e per le idee d’impresa
Venerdi 27 Marzo 2015 alle 23:25Settimana dell'artigianato parte il 22 e chiude col MAB il 29 marzo
Lunedi 16 Marzo 2015 alle 11:41Il presidente di Confartigianato Vicenza, Agostimo Bonomo, e il suo direttore generale De Lotto hanno appena presentato la Settimana dell'Artigianato che vedrà  la sua ventiseiesima edizione svolgersi dal 22 al 29 marzo, giorno in cui si chiuderà col MAB, la premiazione del Maestri Artigiani Benemeriti, l'eccellenza delle 25.000 aziende che innalzano Vicenza e il Vicentino al secondo posto in Italia per fatturato dietro solo a Milano.
Continua a leggereIn Fiera a Vicenza la 52ª premiazione dei Maestri Artigiani Benemeriti
Lunedi 24 Marzo 2014 alle 00:21Confartigianato Vicenza - Nella relazione del presidente Confartigianato anche una riflessione sul nuovo Governo: "Dopo gli annunci attendiamo i fatti". Bonomo: "la piccola impresa va ‘liberata' dalle troppe complicazioni di questo paese "
"L'esempio che ogni anno ci viene dai colleghi premiati (nella foto il 'gruppone') è che si è artigiani per tutta la vita. Lo si è da giovani, quando si apprende un mestiere da qualcuno che ce lo insegna; lo si è nel pieno della maturità , quando si capisce che non basta saper lavorare bene, ma bisogna anche saper mandare avanti un'impresa, farla stare sul mercato, curare i collaboratori, che occorre aggiornarsi sempre...
Continua a leggereRelazione di Giuseppe Sbalchiero
Domenica 21 Marzo 2010 alle 12:22Assoartigiani Vicenza                   Â
Relazione del presidente Giuseppe Sbalchiero
Premiazione maestri artigiani 2010
Fiera di Vicenza, 21 marzo 2010
Autorità , gentili ospiti, signore e signori, cari colleghi artigiani,
a nome della Confartigianato di Vicenza, vi porgo il più cordiale benvenuto a questa 48ª edizione della cerimonia dedicata ai Maestri, ai Dirigenti e ai Pensionati Artigiani Benemeriti.
Grazie a tutti voi per aver accolto questo invito, perché siete qui con noi a esprimere profonda riconoscenza e ammirazione a persone che si sono dedicate con capacità e passione al lavoro imprenditoriale nella piccola impresa: uomini e donne che sono divenuti protagonisti della crescita economica e sociale del nostro territorio, affermando quei valori profondi che l'artigianato da sempre traduce con continuità e perseveranza.
Ma oggi il mio primo pensiero va subito a quei tragici episodi, per fortuna numericamente limitati, accaduti nel recente passato e che hanno avuto per vittime proprio degli imprenditori artigiani. Imprenditori che non hanno più avuto il coraggio di continuare, perché è venuta meno in loro la forza di combattere una battaglia contro tutto e contro tutti.
Alla memoria di questi sfortunati colleghi chiedo un grande applauso di umana comprensione e di solidarietà .
È indubbio che stiamo vivendo un periodo carico di incertezze, di sforzi eccezionali, di impossibilità , a volte, di trovare una soluzione che fino a ieri era possibile.
Ci siamo resi conto tutti che qualcosa è cambiato, a livello economico e sociale, lo stiamo vivendo da oltre un anno.
Ma ci chiediamo anche: perché l'ultimo anello della catena è quello che poi deve sempre pagare per tutti? Eppure, i nostri errori - ammesso che siano tali - sono di limitata entità . Come mondo della piccola impresa siamo stati valutati centinaia di volte. Siamo stati oggetto di studi, di analisi da parte di grandi esperti, di illustri economisti, di rinomati commercialisti e di famosi consulenti, tutti sempre pronti a dare consigli, suggerimenti.
Anche consigli del tipo: "Investi su questo o quel macchinario, risparmierai le tasse". Bravi, bel modo di aiutare le imprese! Adesso c'è il macchinario o il capannone da pagare, le rate del leasing che corrono tutti i mesi, e intanto... manca il lavoro. E spesso manca perché se ne è andato da qualche altra parte. O meglio, è stato portato da qualche altra parte.
E il consulente? Lui di certo non paga. Anzi, riceve - e molto - per i consigli che dà .
Ma vogliamo analizzarli, i nostri presunti errori? La litania è sempre la solita: sottocapitalizzazione dell'azienda, incapacità di affrontare i grandi mercati, mancanza di strumenti di promozione, dimensioni troppo piccole per guardare alla globalizzazione. Ce lo siamo sentiti rimproverare per anni, ce lo rimproverano ancora.
Salvo poi, specie quando si è diffusa la crisi, venirci a dire quello che sappiamo da sempre, e cioè che siamo noi l'ossatura, la spina dorsale dell'economia in Italia, siamo noi, piccoli operatori, che con il nostro lavoro creiamo occupazione, che con le nostre aziende fungiamo da ammortizzatori sociali, grazie alla flessibilità e alla capacità di assorbimento di manodopera espulsa da altri settori. E ancora, siamo noi quelli che rispondiamo con velocità ed efficacia alle richieste delle imprese più grandi; così come, purtroppo, siamo sempre noi ad essere messi in becera competizione nei sub-appalti, ad accettare condizioni-capestro pur di lavorare, e a dover subire poi le difficoltà di incasso da parte dei committenti, a ricevere contestazioni di tutti i tipi pur di non pagare.
Eppure siamo ancora noi quelli che, nella stragrande maggioranza dei casi, credono ad una società dove il valore della stretta di mano ha ancora un significato. Salvo poi doverci, spesso, amaramente ricredere.
Perché i ritardi nei pagamenti non sono prerogativa soltanto della pubblica amministrazione, delle sue macchinose e farraginose procedure. Quello è un problema importante, che la politica è obbligata a risolvere d'accordo: ma i privati, le aziende?
Al tempo stesso mi chiedo cosa è stato fatto per noi dalla politica e dai suoi strumenti operativi, dalla finanza al credito, dal fisco al lavoro.
Qualche timida riforma, qualche annuncio da verificare nella sua portata reale, e poi, di sicuro, altra burocrazia. Quella inutile, perniciosa, estenuante mole di adempimenti che la politica non riesce mai a governare nonostante le pompose promesse a tutti i livelli: locali, regionali e nazionali, ora anche europei. Come piccole aziende siamo condannate a scontare obblighi amministrativi e normativi uguali sia per noi che per le grandi industrie. Ogni anno salta fuori una incombenza nuova, ovviamente accompagnata da un corredo di sanzioni immediatamente escutibili, adesso abbiamo appreso che Babbo Natale nel 2009 ci ha portato in dono, per lo smaltimento dei rifiuti, anche il complesso sistema del Sistri. L'ennesimo strumento che sulla carta dovrebbe risolvere le problematiche di inquinamento e contrastare l'elusione delle regole, ma che in concreto aumenta ulteriormente i costi e le incombenze per le piccole aziende.
D'altra parte, a chi legifera, o a chi deve fare applicare le nuove norme, non interessa minimamente la ricaduta sull'economia reale delle loro scelte. Tanto, non pagano mica loro!
E poi c'è il tema del credito. Un tempo si diceva che le banche ti danno l'ombrello quando c'e il sole e te lo tolgono quando piove. E oggi non è la stessa cosa, o peggio? Di recente c'è stato un periodo in cui il credito pareva a disposizione di tutti, anche più del necessario, con mutui concessi al 100% per trent'anni, e non si dovevano fornire neppure grandi garanzie. Adesso si è fatta marcia indietro, il credito è merce rara.
Ebbene, si sappia che i nostri artigiani, prima di chiudere o di fallire, hanno sempre messo in campo tutto quello che avevano, compresa la famiglia.
Per questo andrebbero potenziati i fondi rischi dei Confidi, visto il ruolo importante da essi assunto - come dimostra l'esperienza del nostro ArtigianFidi Vicenza - in questa fase di congiuntura negativa e di incremento generale delle sofferenze.
E c'è anche un problema di "democrazia economica": leggere che la quota dei prestiti bancari alle imprese con oltre 20 addetti si aggira sull'82% del totale, contro il 18% della quota dei prestiti concessi alle imprese con meno di 20 addetti, è un dato che fa riflettere e che non può dipendere soltanto dalla dimensione aziendale: è una testimonianza di preconcetta mancanza di fiducia nei confronti del 97,6% delle aziende del Paese.
Ripeto, a beneficio di chi non lo sapesse: in Italia il 97,6% delle imprese ha meno di venti addetti.
E, dato che siamo in tema di cifre, ricordo che nella sola provincia di Vicenza le aziende artigiane sono 26.548, ovvero il 35% del totale delle imprese, e danno lavoro a 83mila addetti.
Oggi i nostri artigiani soffrono, spesso per gli errori indotti da altri, ma sono ancora lì in prima linea a tener duro per l'azienda, per non lasciare a casa i propri collaboratori, per la famiglia, soprattutto per il proprio futuro e per quello dei loro figli. E, a onor del vero, in qualche sportello creditizio locale, dove ci si conosce di persona e non si è numeri di un conto corrente, essi trovano ascolto.
Ma intanto quei presunti grandi banchieri-finanzieri che hanno dato a piene mani somme impensabili alla Parmalat, alla Cirio, alle società di calcio che producono il nulla salvo illusioni, all'Alitalia, ai grandi monopolisti, dalla telefonia alla televisione, dall'energia alle autostrade, dalla sanità agli ospedali unici, concedendo milioni di euro pari ad un numero infinito di Finanziarie dello Stato, quei banchieri hanno il coraggio di trattare le nostre imprese come dei pezzenti; e sono disposti a farle chiudere per non mettere in difficoltà i loro bilanci, senza avere altrettanta severità nei confronti dei furbetti, dei truffatori, delle varie Fastweb e compagnia.
Quanto al fisco, il discorso è altrettanto ovvio: siamo sempre noi, i piccoli, le partite Iva, gli autonomi, quelli che evadono. È un luogo comune che - siamo noi i primi a saperlo - non è privo di fondamento. In alcuni settori abbiamo una dichiarazione media dei redditi molto bassa. Ma è un fenomeno che noi per primi vogliamo combattere, perché siamo poi sempre noi che paghiamo le conseguenze di una competizione sleale. E questa campagna la stiamo conducendo come Associazione, anche correndo il rischio di perdere qualche iscritto che crede di trovare risposte più accomodanti rivolgendosi a certi sedicenti consulenti, come quelli cui accennavo prima, e che hanno un solo obiettivo: non pagare!
Del resto, leggiamo ogni giorno sui quotidiani quanto brave siano le grandi società ad evadere l'Iva, o i vari aspetti della tassazione, leggiamo di grandi barche ormeggiate nei porti dove solo l'affitto è pari al reddito di molti nostri artigiani, intestate a società che nei bilanci dichiarano pareggi o, peggio, perdite. Ogni tanto si alza il polverone di qualche indagine, qualcuno casca nella rete, ma in tanti casi come va a finire? Che sono ancora lì sia le barche che le società . Difficile non sentirsi presi in giro.
Nelle cronache relative alla crisi, qualcuno ha "scoperto" di recente che per i lavoratori autonomi e per i piccoli artigiani non ci sono ammortizzatori sociali; e adesso qualcuno si è impegnato per crearli, per mettere a disposizione delle risorse per questi soggetti quando sono in difficoltà , in modo da guardare avanti con più serenità .
A molti colleghi, questo sembra un amaro paradosso: prima si lascia che ci sia il massacro e poi, una volta soddisfatte le esigenze delle industrie, a chi resta si vede di dare qualcosa. Grazie, troppo buoni.
Sapete, invece, cosa mi dicono i colleghi artigiani che incontro giornalmente? Dicono: "Che ci lascino lavorare in pace. Che si agevoli chi ha voglia di fare. Che non lo si mortifichi sotto il peso insostenibile delle norme, dei cavilli, della burocrazia. Che famiglie e privati siano messi nelle condizioni di pagare i crediti, che le banche si comportino con serietà , intelligenza e con lo scopo principale di salvaguardare occupazione".
C'è anche molto altro da fare, in questo senso. Pensiamo agli appalti, pubblici o privati, vinti dai grandi centri di progettazione specializzati in materia. Poi si distribuiscono subappalti a iosa, sempre al massimo ribasso e sempre con lo stesso obiettivo: io riduco l'offerta e mi porto a casa l'appalto, tanto poi trovo sempre chi, anche per disperazione, mi fa il lavoro e io il guadagno me lo ritrovo comunque, anche perché non pago nessuno fintantoché non incasso. E inoltre ci sono schiere di avvocati per le penali per i ritardi o contestazioni, e avanti cosi.
Vogliamo parlare dell'iniziativa del Governo e della Regione chiamata Piano Casa, nata per snellire i processi decisionali e permettere di ricreare opportunità per l'edilizia e molto attesa da famiglie e privati? Soffocato completamente dalla burocrazia: provare per credere a informarsi a che punto siamo, quali sono stati i benefici finora espressi, quanti sono i Comuni che lo hanno adottato, e in che modo.
Un anno fa, proprio in occasione di questa manifestazione, usavo queste parole: "Molto, troppo spesso si parla di etica, etica di impresa, etica di comunicazione, etica di comportamenti. E l'etica del controllo a chi spetta?
Se vogliamo affermare princìpi di migliore convivenza sociale e di leale competizione commerciale, dobbiamo realizzare - a tutti i livelli di responsabilità - le condizioni perché sussistano sane e solide fondamenta".
Ebbene, i fatti che leggiamo sui giornali - anche locali - da qualche mese a questa parte hanno purtroppo evidenziato che l'ETICA latita a tutti i livelli, e che quella peggiore è proprio l'etica del controllore, troppo spesso disposto a trovare comunque una soluzione di comodo.
Cari colleghi artigiani,
l'elenco delle cose che non vanno potrebbe continuare a lungo. Così come potrei ricordare tutte le occasioni in cui il forte impegno del nostro sistema Confartigianato, dal livello provinciale a quello regionale a quello nazionale, è riuscito a migliorare leggi e situazioni, a scongiurare pericoli maggiori, a far sì che il mondo della piccola impresa, come del resto solennemente sancito anche dall'Unione Europea, venisse adeguatamente considerato da chi è chiamato a legiferare.
E potrei indicare i tanti esempi che ci dimostrano come le aziende dell'artigianato sappiano guardare avanti, abbiano iniziato a operare con decisione in comparti che parlano la lingua del futuro. A cominciare dal settore delle energie sostenibili e delle tecnologie che migliorano la nostra vita con una qualità "compatibile" con l'ambiente, o nel campo delle aggregazioni per poter essere più competitivi, nell'affrontare mercati globalizzati sempre pronti alle nuove sfide, e nel settore del credito portando il nostro strumento di cooperazione e garanzia, l'ArtigianFidi, al rango di Intermediario Finanziario riconosciuto dalla Banca d'Italia, per meglio rispondere alle esigenze delle nostre imprese.
Ma questa mattinata è anche quella in cui, senza retorica, vogliamo ribadire il nostro "orgoglio artigiano" con quei riconoscimenti di Maestro e Benemerito per i quali, ogni anno, ci arrivano tante candidature, rendendo davvero difficile la scelta dei premiati e spesso non riuscendo ad accontentare molti colleghi, a testimonianza di un tessuto vivo e vitale.
Abbiamo visto che quella di quest'anno è anche un'edizione che porta con sé i riflessi della crisi economica. Di un'ombra, cioè, alla quale si contrappone comunque una luce: la voglia di farcela che caratterizza le piccole imprese vicentine, di migliaia di aziende che, a fronte di una congiuntura mondiale, hanno dimostrato di non demordere e di continuare a operare, con lodevole tenacia e la consapevolezza che, uniti, si ha più forza.
Per questo, in occasione dei recenti fatti drammatici che ricordavo all'inizio, ho invitato a far riferimento all'Associazione quando qualche difficoltà sopraggiunge: abbiamo in atto tanti strumenti, a cominciare dal credito, perché l'artigiano non debba sentirsi solo.
I problemi legati alla congiuntura, le delusioni verso uno Stato strabico che privilegia sempre altri, la mancanza di qualsiasi etica in nome del profitto, sono altrettanti colpi inferti allo spirito imprenditoriale, ai tanti uomini e donne che lo incarnano. Eppure, nonostante tutto questo, quello spirito imprenditoriale resiste.
Noi siamo quelli che si rimboccano le maniche ogni giorno, che preferiscono stringere i denti piuttosto che lamentarsi, che hanno fatto della concretezza la loro bussola, che sanno quanto sia socialmente importante un ambiente di lavoro dove ci si conosce di persona, ci si chiama per nome, operando gomito a gomito titolare e dipendenti, adulti e giovani, sapendo che siamo tutti sulla stessa barca e che serve remare sempre nella stessa direzione.
Di questa concezione di vita, i nostri premiati di oggi sono l'esempio più bello e reale. Ed è guardando a figure come queste che ci sentiamo ancora una volta, nonostante tutto, disposti a scommettere sul domani.
Grazie a voi, Maestri, e grazie a tutti gli artigiani vicentini.
Giuseppe Sbalchiero (PResidente Assoartigiani)
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Maestri artigiani e il futuro: premiazioni
Domenica 21 Marzo 2010 alle 12:12Assoartigiani Vicenza  Â
Alla Fiera di Vicenza la 48ª premiazione dei Benemeriti
Maestri artigiani, bussola per il futuro
Sbalchiero: «Dal loro esempio un messaggio di fiducia contro le difficoltà della crisi - La piccola impresa deve inoltre fronteggiare la troppa burocrazia e la poca etica altrui"
Un pensiero di umana solidarietà verso quei piccoli imprenditori che, di recente, non hanno più trovato la forza "di combattere contro tutto e contro tutti".
E un invito a vedere proprio nei Maestri Artigiani l'esempio reale, la "bussola" in grado di orientare gli sforzi per continuare l'attività in questi tempi di crisi, riuscendo a scommettere ancora sul futuro.
Tra questi due poli si è mossa emblematicamente la relazione che Giuseppe Sbalchiero, presidente dell'Associazione Artigiani Confartigianato di Vicenza, ha tenuto alla 48ª edizione della premiazione dei "MAB" - i Maestri, Dirigenti e Pensionati Artigiani Benemeriti - svoltasi in Fiera. Un intervento che ha testimoniato lo stato d'animo del mondo della piccola impresa in questo periodo, non soltanto alle prese con le difficoltà della congiuntura economica, ma anche costretto a fare i conti con un mercato che riversa le proprie storture proprio sugli anelli più deboli, mentre l'apparato pubblico non cessa di inventare nuovi appesantimenti burocratici.
«Salvo poi - ha osservato Sbalchiero - venirci a dire che siamo noi la spina dorsale dell'economia in Italia, che col nostro lavoro creiamo occupazione, che con le nostre aziende fungiamo da ammortizzatori sociali grazie alla flessibilità e alla capacità di assorbire manodopera espulsa da altri settori».
«Ma poi ci impongono condizioni capestro nei subappalti e i committenti inventano di tutto pur di non pagare il dovuto. Al tempo stesso mi chiedo - ha proseguito Sbalchiero - cosa è stato fatto per noi dalla politica e dai suoi strumenti operativi, dalla finanza al credito, dal fisco al lavoro. Qualche timida riforma, qualche annuncio da verificare nella sua portata reale e poi, di sicuro, altra burocrazia. Quella inutile, perniciosa, estenuante mole di adempimenti che la politica non riesce mai a governare nonostante le pompose promesse. Come piccole aziende siamo condannate a scontare obblighi amministrativi e normativi uguali sia per noi che per le grandi industrie. Ogni anno salta fuori una incombenza nuova, ovviamente accompagnata da un corredo di sanzioni immediatamente escutibili», vedi il recente caso del sistema Sistri per i rifiuti.
Rivolta una stoccata a quelle banche che «ci trattano come pezzenti» ma non dimostrano altrettanta severità nei confronti dei "furbetti", parlando di fisco il presidente degli artigiani ha riconosciuto che esistono «settori con una dichiarazione media dei redditi molto bassa. Ma è un fenomeno che noi per primi vogliamo combattere, perché siamo poi sempre noi che paghiamo le conseguenze d'una competizione sleale. Mentre leggiamo quanto brave siano le grandi società a evadere l'Iva, o altri aspetti della tassazione. Ogni tanto si alza il polverone di qualche indagine, qualcuno casca nella rete, ma in tanti altri casi come va a finire? I fatti che leggiamo sui giornali - anche locali - purtroppo evidenziano che l'etica latita a tutti i livelli, e che quella peggiore è proprio l'etica del controllore, troppo spesso disposto a trovare comunque una soluzione di comodo».
Ricordato l'impegno del sistema Confartigianato per migliorare norme e «scongiurare pericoli maggiori», per far sì che il mondo della piccola impresa, come del resto di recente sancito anche dall'Europa, venga adeguatamente considerato dal legislatore, Sbalchiero ha indicato come le aziende artigiane sappiano guardare avanti, operando già in comparti innovativi, a cominciare dal settore delle energie e delle tecnologie ecosostenibili, e sappiano anche aggregarsi.
È un mondo, quello dell'artigianato vicentino, che vanta sempre numeri importanti: 26.548 aziende, ovvero il 35% del totale delle imprese, che danno lavoro a 83mila addetti.
«L'edizione MAB di quest'anno - ha concluso il presidente - porta con sé le ombre della crisi economica alle quali si contrappone comunque una luce: la voglia di farcela che caratterizza le piccole imprese vicentine, di migliaia di aziende che, a fronte di una congiuntura mondiale, hanno dimostrato di non demordere e di continuare a operare, con lodevole tenacia e senso di responsabilità . I problemi di congiuntura, le delusioni da uno Stato strabico che privilegia sempre altri, la mancanza di etica in nome del profitto, sono altrettanti colpi inferti allo spirito imprenditoriale. Eppure, nonostante tutto questo, quello spirito resiste. Noi siamo quelli che si rimboccano le maniche ogni giorno, che preferiscono stringere i denti piuttosto che lamentarsi, che hanno fatto della concretezza la loro bussola, che sanno quanto sia socialmente importante un ambiente di lavoro dove ci si conosce di persona, ci si chiama per nome, operando gomito a gomito titolare e dipendenti, adulti e giovani, sapendo che si è tutti sulla stessa barca e che serve remare sempre nella stessa direzione. Di questa concezione di vita, i nostri premiati di oggi sono l'esempio più bello e reale. Ed è guardando a figure come queste che ci sentiamo ancora una volta, nonostante tutto, disposti a scommettere sul domani».
MAESTRI ARTIGIANI BENEMERITI
Bruno Bellin (fabbro di Grancona), Beniamino Carollo (tornitore meccanico di Zanè), Benedetto Cogo (barbiere di Asiago), Davide Francesco Costalunga (materie plastiche, Schio), Domenico Costalunga (acconciatore di Vicenza), Alberto Dal Maistro (movimento terra, Monte di Malo), Eugenio Faresin (autotrasportatore di Breganze), Pierino Pignolo (termoidraulico di Vicenza), Pierino Toniolo (orafo di Grumolo delle Abbadesse) e Lidia Vanin (parrucchiera/estetista di Marostica).
DIRIGENTI ARTIGIANI BENEMERITI
Giuseppe Canale (autotrasportatore di Cogollo del Cengio), Giuseppe Zanotto (restauro mobili, Schio) e Claudio Zapparoni (autotrasportatore di Arzignano).
PENSIONATI ARTIGIANI BENEMERITI
Graziano Granziero (Lonigo) e Luigi Munaron (Bassano).
MAESTRO ARTIGIANO AD HONOREM
Bernd Ehinger, presidente della Camera dell'Artigianato di Francoforte
FEDELTÀ AL LAVORO
Damiano Andreon (Rizzato Impianti di Vicenza), Giovanni Carlesso (Fusina di Bassano), Graziano Fongaro (Officine Bernardini di Montorso), Lorella Melison (Marmi 3Esse di Cornedo) e Renato Saccardo (Pegoraro & Figli di Malo).
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