Qualunque cosa succeda, a Valdagno il 26
Sabato 20 Febbraio 2010 alle 13:25Guanxinet   Â
Qualunque cosa succeda (Sironi editore)
Umberto Ambrosoli
autore del libro
Ivano Nelson Salvarani
Magistrato
introduce e coordina
Pierpaolo Romani
Associazione "Avviso Pubblico"
venerdì 26 febbraio 2010 ore 20.30
PALAZZO FESTARI - Corso Italia n.63 - Valdagno (VI)
"Qualunque cosa succeda" è la storia di Giorgio Ambrosoli, per cinque anni commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona, ucciso a Milano da un killer la notte fra l'11 e il 12 luglio 1979.
La racconta, a trent'anni di distanza, il figlio Umberto, che ai tempi era bambino, sulla base di ricordi personali, familiari e di amici e collaboratori e attraverso le agende del padre, le carte processuali e alcuni filmati dell'archivio RAI. Sullo sfondo, la storia d'Italia in quel drammatico periodo. Non un atto d'accusa, né la rivelazione di chissà quali verità nascoste. Piuttosto una storia che, da figlio, ha voluto scrivere come atto d'amore verso il padre, e da padre, ha voluto narrare ai figli per spiegare chi era davvero il nonno.
Fu l'allora governatore Guido Carli nel 1974 a scegliere Ambrosoli come commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, capofila dell'impero finanziario di Sindona. Ambrosoli iniziò a studiare il meccanismo congeniato dal grande finanziere: ne smascherò i contorti ingranaggi, i giri sporchi di denaro, le società fasulle, mise a nudo una gigantesca truffa a danno dei risparmiatori. Scrive il figlio: «ha fatto quello che riteneva giusto: evitare che lo Stato, con i soldi dei contribuenti, pagasse per l'enorme buco causato da un singolo». Nell'indagare gli snodi di un sistema politico-finanziario corrotto e letale, Ambrosoli agiva però in una situazione di isolamento, difficoltà e rischio di cui era ben consapevole. Sindona iniziò a preoccuparsi e i suoi compari a muoversi: prima i tentativi di corruzione, poi le pressioni dai partiti, infine le minacce di morte. Ma Ambrosoli continuò per la sua strada.
Gli sarebbe bastato poco per salvarsi, ma avrebbe dovuto andare contro i suoi principi e perciò non lo fece. E sarebbe bastato poco anche per salvarlo. Invece, il 14 luglio 1979, ai suoi funerali, non presenziò alcuna autorità di governo, ad eccezione della sola Banca D'Italia. Il primo omaggio alla sua figura fu il libro di Corrado Stajano "un eroe borghese", seguito dall'omonimo film di Michele Placido, nel 1995.
Aveva scritto alla moglie: "pagherò a caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettare e quindi non i lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di fare qualcosa per il Paese [...] Qualunque cosa succeda, comunque tu sai cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo".
La prefazione al libro è stata scritta da Carlo Azeglio Ciampi, che scrive: "Il libro di Umberto Ambrosoli è un atto d'amore per il Padre, un attestato di incondizionata ammirazione per il professionista che obbedisce solo alla Legge, un tributo all'Uomo e al Cittadino, esempio altissimo di virtù civili. Il libro è tutto questo.".
Umberto Ambrosoli è avvocato penalista a Milano ed è il più giovane dei tre figli di Giorgio Ambrosoli. Da anni è impegnato a valorizzare e attualizzare la storia del padre, partecipando a incontri, convegni ed iniziative pubbliche ed editoriali.
Parteciperà alla serata Ivano Nelson Salvarani, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza.
Coordinerà la serata Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale attività e progetti di "Avviso Pubblico, Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie" (http://www.avvisopubblico.it/ ).
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