Il Teatro del Lemming a Vicenza il 9
Venerdi 2 Aprile 2010 alle 14:26Comune di Vicenza   Â
"Il sangue degli altri", il Teatro del Lemming a Vicenza il 9 aprile per Teatro Futuro: solo 90 i posti disponibili
Un teatro dove scompare il confine tra palco e platea, dove lo spettatore non è solo un comodo osservatore, ma è chiamato ad una partecipazione diretta, ad un'assunzione di responsabilità . Un teatro che ha come fine lo sconvolgimento poetico. È questo il Teatro del Lemming, compagnia di teatro di ricerca che torna a Vicenza venerdì 9 aprile con "Il sangue degli altri", nella sede della Onda School in viale Crispi 19 a Vicenza.
Lo scenario dello spettacolo, il cui titolo è un omaggio al romanzo e al pensiero di Simone De Beauvoir, è quello della resistenza europea sul finire della seconda guerra mondiale. Ma qui i fatti della resistenza non si chiudono in un passato interamente trascorso: essi si danno al contrario, esattamente come il mito, come sempre attuale possibilità dell'esistere. La Resistenza si offre così come metafora perfetta - purgatoriale - della lotta per la conquista di una felicità possibile.
Dopo aver ospitato i Motus e Antonio Rezza, prosegue con questo spettacolo la rassegna Teatro Futuro: il primo festival vicentino del teatro di ricerca sta animando la scena anche con seminari e laboratori. A giugno, l'evento di chiusura porterà in piazza dei Signori la Mutoid Waste Company.
Il Teatro del Lemming andrà in scena con "Il sangue degli altri" alle 20; seguiranno, nella stessa serata, due repliche, alle 21.15 e alle 22.30. Per ogni spettacolo sono disponibili solamente 30 posti. Per la prenotazione dei posti, obbligatoria, è necessario telefonare allo 0444322525. Il costo del biglietto è di 10 euro. Altre informazioni sono reperibili sul sito www.teatrofuturo.wordpress.com.
Teatro Futuro è un'iniziativa del Comune di Vicenza in collaborazione con le associazioni Teatro Futuro e Theama Teatro.
Teatro del Lemming
Il Teatro del Lemming è una compagnia di teatro di ricerca fondata a Rovigo nel 1987 dal regista e compositore Massimo Munaro e dal regista e scenografo Martino Ferrari, scomparso prematuramente nel 1993 in un incidente aereo.
Già i primi lavori vedono il gruppo impegnato nella definizione di un teatro poeticamente carico e teso a indagare, nella drammaticità dei temi trattati (lo straniamento, il confine tra sogno e realtà , la malattia e il rapporto tra solidarietà e emarginazione che ne deriva), la funzione benefica e riaggregante dell'emozione condivisa e quindi, in ultima analisi, del teatro stesso, come forma d'arte immediata, vera e autenticamente partecipata.
Nel 1994, con Cinque sassi, lavoro basato sulle poesie di Marco Munaro, il gruppo viene segnalato per il migliore spettacolo dell'anno all'interno del Premio Ubu dal critico Franco Quadri.
Le opere del Lemming coniugano, all'interno di originali strutture narrative, gli aspetti puramente evocativi consoni al linguaggio teatrale. La parola perde di centralità , non c'è un testo che preceda la messa in scena: il dato visivo, la presenza fondante della musica, l'uso dei corpi nello spazio scenico, tutto concorre a costituire un lavoro in cui i segni hanno già valore di significato.
Con Cinque sassi, e con i successivi spettacoli Faust (1995) e Il Galileo delle Api (1996), il Lemming prosegue la sua indagine sulle potenzialità di un teatro di poesia.
Con Edipo si apre il secondo decennio di attività del gruppo: da Edipo in poi gli spettacoli di Massimo Munaro si caratterizzano per l'aver individuato nel vero e proprio coinvolgimento sensoriale dello spettatore la via più profonda e potente per realizzare quello sconvolgimento poetico che è da sempre l'obiettivo dichiarato del gruppo.
Gli spettacoli della Tetralogia (Edipo, Dioniso del 1998, Amore e Psiche del 1999, Odisseo del 2000), non a caso dedicati a quattro miti universali, sono tutti pensati per pochi spettatori alla volta, o addirittura per uno solo o due, allo scopo di permettere ad ogni partecipante di cogliere poeticamente la propria unica e personale esperienza del mito.
Dal 2002 il Teatro del Lemming prende in gestione a Rovigo un proprio spazio teatrale denominato Spazio Lemming.
Nel gennaio 2003 scompare improvvisamente, dopo una breve e violenta malattia, Roberto Domeneghetti fra i protagonisti principali dell'attività del Lemming di questi anni. A lui è dedicata l'ultima produzione del gruppo, dopo una gestazione durata quattro anni, Nekyia viaggio per mare di notte - Inferno Pugatorio Paradiso, radicale reinvenzione della tre cantiche dantesche.
Dal gennaio 2008 il Lemming lascia lo Spazio Lemming e prende in gestione dal Comune di Rovigo il Teatro Studio.
Con questi ultimi lavori si apre una nuova fase di ricerca per il Lemming, che da qui ripensa la relazione attore-spettatore non più a favore del singolo spettatore partecipante, ma in direzione di una, seppure ristretta, comunità .
L'esito di questa ricerca è Antigone, un lavoro che non presenta limitazioni di spettatori ma che non rinuncia alla pratica di un coinvolgimento attivo degli spettatori, che debutta alla Biennale Teatro di Venezia nel marzo 2009.
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